Il ministro dello Sviluppo economico, intervistato su Sky TG24 da Maria Latella, parla del futuro della compagnia di bandiera: "Chiunque arrivi ci saranno manovre di ristrutturazione". L'INTERVISTA INTEGRALE
"Matteo Renzi ha detto una cosa giusta, sarebbe allucinante punire i lavoratori per il no. Io aggiungo che sarebbe immorale, ma sarebbe allucinante e immorale anche punire i contribuenti che giustamente hanno i loro motivi per essere seccati". Così il ministro dello sviluppo, Carlo Calenda, intervistato da Maria Latella su Sky TG24, sul futuro di Alitalia dopo il no dei lavoratori al preaccordo sindacale sul rilancio della compagnia.
L'intervista integrale
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"Management arrogante"
Da Calenda anche parole dure nei confronti del management della compagnia: "Questo management, Ball più che Hogan ha non solo sbagliato il modello di business della compagnia, ma certe volte avuto anche un approccio un po' arrogante, se posso dirlo, che non ha giovato a nessuno nemmeno sull'esito del referendum".
"Il fallimento sarebbe uno shock per il Pil"
“Chiunque arrivi, ci saranno delle manovre di ristrutturazione” aggiunge Calenda, “non si può pensare che non si paghi mai il conto di quello che è stato fatto”. Alla domanda sul perché non si può far fallire Alitalia Calenda spiega che il fallimento di Alitalia "sarebbe uno shock per il prodotto interno lordo, superiore rispetto" allo scenario di un "periodo di sei mesi coperto dal prestito del governo per trovare un acquirente". "Non si può far fallire dalla mattina alla sera perché non avremmo più collegamenti da una parte all'altra del Paese. Non ci sarebbero subito altre aziende pronte a prendere collegamenti, per un periodo sarebbero staccati”.