Flessibilità, Padoan: risposta Ue arrivi presto, incertezza non aiuta

Economia

Il ministro dell'Economia a proposito dello scontro con Bruxelles: "L'Italia chiede l’uso dei margini previsti dalle norme. Non c’è niente di nuovo e non c’è nulla che sia incompatibile con le regole". Juncker: gli elementi introdotti dalla Commissione europea sono largamente sufficienti

"Ci auguriamo che la risposta sull'ammissibilità delle nostre richieste sia sciolta presto per evitare di continuare ad avere un'incertezza che non aiuta la crescita". Il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, si inserisce nel dibattito acceso negli ultimi giorni dal premier Matteo Renzi e dalla Commissione europea a proposito delle richieste italiane all'Ue di flessibilità sui conti pubblici.

“Non chiediamo nulla di nuovo” - "L'Italia chiede l'uso dei margini previsti dalle norme" - ha detto Padoan nel corso di un incontro all’Aspen - "non c'è nulla che non sia compatibile con le regole. Non stiamo chiedendo nulla di nuovo". E ha sottolineato che "c'è compatibilità assoluta tra la nostra politica di bilancio e  la politica di riforme". "Il deficit si riduce e da quest'anno comincerà a calare anche il debito”.

“Italia punta su riforme strutturali e investimenti” - "L'impostazione di politica economica del governo quest'anno e negli anni successivi - ha proseguito Padoan - non cambia", e punta su riforme strutturali e investimenti pubblici "che permetteranno di utilizzare le clausole di flessibilità. L'Italia - ha insistito - chiede entro i margini di utilizzarli, non chiede ulteriore flessibilità".

Juncker: flessibilità sufficiente - A stretto giro è arrivata la presa di posizione del presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, secondo cui gli elementi di flessibilità introdotti dalla Commissione nell'interpretazione del Patto di stabilità e crescita "sono largamente sufficienti per permettere ai diversi paesi, anche quelli alle prese con le peggiori difficoltà, di poter proporre bilanci che corrispondono a tutte le regole ed esigenze".
"E' giusto che la Commissione esamini i bilanci degli Stati come previsto dai Trattati”, ha aggiunto Juncker, garantendo che “svolgerà il suo ruolo senza seguire stupide politiche di austerità”.

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