Gli operai Fiat: "Lavorare è un nostro diritto"

Economia
Susanna Camusso

Rabbia e rassegnazione dagli stabilimenti del Lingotto dopo la decisione di Marchionne di disdire gli accordi sindacali. Le tute blu aspettano il rilancio dell'azienda e sperano in nuovi investimenti. Per ora hanno turni di due o tre giorni al mese. VIDEO

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"Il problema principale è capire cosa vuol fare negli stabilimenti Fiat, non disdire. Che cosa disdice che qua lavoriamo 3 giorni al mese".
Rabbia e rassegnazione. Sono questi gli umori degli operai Fiat dopo la decisione dell'amministratore delegato del Lingotto Sergio Marchionne di disdire tutti gli accordi sindacali vigenti e "ogni altro impegno derivante da prassi collettive in atto".
"Il suo obiettivo è solo quello di togliere potere alle organizzazioni sindacali e abbassare i diritti all'interno dell'azienda" dice un lavoratore. "L'importante è che questa soluzione ci porti il lavoro. Il come e il quando, lo vedremo" è il commento di un altro operaio.
L'annuncio fatto da Marchionne lunedì 21 novembre non piace nemmeno a Cgil e Fiom (Federazione Impiegati Operai Metallurgici). "L'azienda vuole scaricare i suoi errori sugli operari" dice Susanna Camusso ( VIDEO ). Ancora più dura la reazione del sindacato della categoria dei metalmeccanici, che si dice pronto allo sciopero generale e ha indetto due ore di astensione al lavoro con assemblea da qui al 29 novembre. 

Gli operai: lavorare è un nostro diritto - "Una decisione prevedibile - spiega un operaio della casa automobilistica a proposito della scelta di Sergio Marchionne - Abbiamo avuto un governo incapace e menefreghista; dei sindacati che sono diventati dei maggiordomi; l'opposizione, dall'ex sindaco di Torino a quello attuale (Piero Fassino, ndr ), ha steso il tappetino".
Non è tanto la notizia della disdetta del contratto nazionale dal 1° gennaio 2012 a far discutere; era infatti una mossa attesa da molti alla luce dell'uscita di Fiat da Confindustria. A preoccupare gli operai è piuttosto il "troppo intenso ricorso alla cassa integrazione". Lavorano due o tre giorni al mese, denunciano, e aspettano un nuovo piano industriale e il rilancio con nuovi investimenti.
"Come posso fidarmi. Fino ad ora non abbiamo visto niente" dice un operaio a proposito dell'amministratore delegato Sergio Marchionne. Considerazione, questa, condivisa da molti. La speranza di tutti è che vengano rispettati gli impegni "e si lavori di più".



Le tute blu: "Di Marchionne non ci possiamo fidare" - "L'unica cosa che puoi sperare è che mettano in produzione qualche altro modello" dice un operaio davanti allo stabilimento di Mirafiori. "Non ti puoi fidare - aggiunge - Può anche arrivare il Suv, però voglio vedere se coi numeri del Suv riesce a fare 18 turni e 80 ore di straordinari in più". Basta, ripetono dagli stabilimenti del Lingotto, "non abbiamo avvenire", la verità è che "Marchionne non vuole più fare investimenti".



Un nuovo contratto per 72mila lavoratori - Dal primo gennaio 2012 tutti gli accordi sindacali, finora in vigore negli stabilimenti di Fiat Group Automobiles, non saranno più validi: i 72.000 lavoratori avranno un nuovo contratto che ricalcherà il modello Pomigliano. Presto azienda e sindacati s'incontreranno, ma non è ancora stata fissata una data. "Noi crediamo ancora che esistano soluzioni che tengano conto si delle esigenze delle imprese e quelle dei lavoratori" dichiara ai microfoni di SkyTG24 di Lazzi, responsabile Fiom.




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