Debito, in rete partono i gruppi di acquisto (solidale)

Economia
Mentre la crisi economica mondiale non accenna ad arrestarsi, dall'Italia un'iniziativa per risanare il debito pubblico - Getty Images
bora_getty

Dopo l'invito di Giuliano Melani sul Corriere della Sera, molti cittadini si stanno mobilitando per comprare titoli di stato. Non solo grandi investitori, ma anche giovani studenti che promuovono collette dal basso

Guarda anche:
Tutte le notizie sulla crisi del debito
Il dizionario della crisi economica
Crisi economica: ecco come seguirla su Twitter

di Nicola Bruno


Più che gli appelli del Governo e degli esperti di economia, a fare breccia è stato l’annuncio pubblicato sul Corriere della Sera da Giuliano Melani, il libero professionista toscano che ha comprato (a proprie spese) una pagina del quotidiano di Via Solferino per invitare gli italiani ad acquistare buoni del tesoro e così provare a mettere un freno ad un debito pubblico e uno spread ormai fuori controllo.
Con sano pragmatismo, Melani ha esortato i compatrioti a sottoscrivere titoli di Stato “per uscire dalla crisi, per non svendere il Paese, per fare a meno del governo e dell'Europa”.
L’appello ha subito trovato d’accordo una larga fetta dell’imprenditoria e della politica italiana. Tanto che i tre maggiori gruppi bancari - Unicredit, San Paolo e Monte dei Paschi - hanno lanciato l’idea di un “Btp Day”, promettendo “commissioni zero alle famiglie”.

STUDENTI DI BOLOGNA
- Ma l’idea di Giuliano Melani ha fatto centro anche in categorie meno abbienti (e con portafogli meno grandi). È il caso di alcuni studenti di Economia di Bologna, che da qualche giorno hanno lanciato il sito “Ogni promessa è debito”. L’idea è quella di fare una vera e propria colletta tra i coetanei da investire poi in buoni di Stato. Il tutto con la precisazione che “non si tratta di fare nessun regalo (…) ma di dare tempo al nostro Paese, il tempo che serve per ricordarci che siamo in grado di fare grandi cose. (…) Questo è un ultimo appello alla classe politica italiana, un vero e proprio do ut des: noi ci assumiamo le nostre responsabilità, ma i nostri amministratori sappiano che salvare il nostro paese è il motivo per cui paghiamo loro gli stipendi”.
Gli studenti bolognesi sperano di veder crescere altri gruppi simili in tutta Italia. Ogni utente è infatti invitato a condividere la foto con la ricevuta che attesta l’acquisto di titoli dello stato, per dar così vita a un contatore unico. Una sorta di “mutuo”, insomma, che le nuove generazioni fanno alla classe politica, nella speranza di avere indietro un futuro meno incerto.

GIORNATA DEL DEBITO
– L’appello di Giuliano Melani ha trovato molti simpatizzanti anche su Facebook, dove si contano almeno una decina di diversi gruppi ispirati alla sua iniziativa. Tra questi, il più grande è “Io ci sto con Giuliano Melani. Compriamo il nostro debito”, in pochi giorni ha raccolto i Like di oltre 500 utenti (non tutti, però, sono d’accordo) che vorrebbero organizzare per il 23 Novembre una “giornata del debito comune”.

GRUPPI DI ACQUISTO - In realtà, prima ancora che Melani pubblicasse l’appello sul Corriere della Sera, in rete c’era già chi aveva avanzato una proposta simile. Anche qui nessun imprenditore illuminato o politico generoso, ma gli insospettabili Amici di Beppe Grillo di Bologna che sulle pagine del loro Meetup già dal primo di Novembre avevano iniziato a discutere se dar vita a un “Gruppi di Acquisto Solidale di Bond Nazionali”. Una sorta di GAS, appunto, dove invece che comprare prodotti biologici, si acquistano titoli di stato in maniera collettiva. Qui a far da traino è l’idea che “Chi fa credito comanda! Non devono comandare celate e opache banche d'affari, ma il popolo italiano nella forma di privati cittadini associati in gruppi di acquisto. Solo al popolo italiano deve essere permesso di finanziare il debito nazionale, cosi tutto rimane in un sistema a somme zero”.

PARLAMENTARI, STIPENDI IN BPT
- È dalle pagine di Vanity Fair, infine, che arriva una proposta-provocazione che ha incuriosito molto. Lo storico Giovanni Gozzini si chiede: “È troppo chiedere ai parlamentari italiani di farsi pagare lo stipendio in titoli di Stato?”. Come dire: se davvero i politici stanno lavorando per il bene del Paese, forse dovrebbero essere i primi a dare il buono esempio. Fino ad ora non risulta nessuna adesione, ma intanto su Twitter gli utenti sono tutti d’accordo: ottima idea.

Economia: I più letti

[an error occurred while processing this directive]