E' quanto ha annunciato Sergio Marchionne in una lettera inviata al presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Il titolo crolla a Piazza Affari. Il Lingotto fa sapere che a Mirafiori sarà prodotto un suv a marchio Jeep
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Marchionne a Marcegaglia, la lettera del 30 giugno
Contratti, accordo siglato tra i sindacati e Confindustria
Accordo unitario su contratti e rappresentanza sindacale
Fiat e Fiat Industrial usciranno da Confindustria a partire dal 1 gennaio 2012. Questo l'annuncio dell'ad di Fiat e presidente di Fiat Industrial, Sergio Marchionne , in una lettera inviata al presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. ( QUI IL TESTO INTEGRALE )
Dopo settimane di insofferenza per l'accordo su rappresentanza e contratti siglato il 21 settembre dalla stessa Confindustria con i sindacati, i vertici del Lingotto hanno confermato l'addio alla confederazione degli industriali. Al centro della scelta anche le mancate aspettative dall'approvazione dell'articolo 8. Il provvedimento, che rendeva più facili i licenziamenti e che è stato fortemente attaccato dalla Cgil , è stato alla fine "ridimensionato" dall'intesa raggiunta tra la presidente degli industriali e le sigle sindacali.
Immediata la reazione dei mercati finanziari che in avvio di seduta hanno registrato un tonfo dei titoli del Lingotto. Dopo aver annunciato l'addio a Confindustria Fiat è arrivata a cedere il 4% e Fiat Industrial il 3,27%.
L'addio di Fiat - "Fiat, che è impegnata nella costruzione di un grande gruppo internazionale con 181 stabilimenti in 30 paesi, non può permettersi di operare in Italia in un quadro di incertezze che la allontanano dalle condizioni esistenti in tutto il mondo industrializzato - ha scritto Marchionne a Emma Marcegaglia - Per queste ragioni, che non sono politiche e che non hanno nessun collegamento con i nostri futuri piani di investimento, ti confermo che, c ome preannunciato nella lettera del 30 giugno scorso , Fiat e Fiat Industrial hanno deciso di uscire da Confindustria con effetto dal 1 gennaio 2012.
L'articolo 8 - Tutto gira attorno all'articolo 8, l'emendamento approvato nella manovra economica a proposito dell'inserimento del licenziamento tra le materie su cui i contratti aziendali possono derogare ai contratti nazionali .
"Cara Emma - si legge nella lettera - negli ultimi mesi, dopo anni di immobilismo, nel nostro Paese sono state prese due importanti decisioni con l'obiettivo di creare le condizioni per il rilancio del sistema economico. Mi riferisco all'accordo interconfederale del 28 giugno , di cui Confindustria è stata promotrice, ma soprattutto all'approvazione da parte del Parlamento dell'Articolo 8 che prevede importanti strumenti di flessibilità oltre all'estensione della validità dell'accordo interconfederale ad intese raggiunte prima del 28 giugno".
Ma, continua l'amministratore delegato, "con la firma dell'accordo interconfederale del 21 settembre è iniziato un acceso dibattito che, con prese di posizione contraddittorie e
addirittura con dichiarazioni di volontà di evitare l'applicazione degli accordi nella prassi quotidiana, ha fortemente ridimensionato le aspettative sull'efficacia dell'articolo 8. Si rischia quindi di snaturare l'impianto previsto dalla nuova legge e di limitare fortemente la
flessibilità gestionale", dando vita a un quadro incerto che Fiat non può accettare.
L'ad precisa che la decisione di uscire da Confindustria non ha "nessun collegamento con i nostri futuri piani di investimento".
Produzione di suv a marchio Jeep - Il Lingotto, infatti, ha fatto sapere che nel 2012 partirà a Mirafiori la produzione di suv a marchio Jeep.
"Questo è un passo importante nei nostri piani di rinnovo del sistema produttivo in Italia - si legge in una nota del gruppo automobilistico in cui si conferma anche la produzione a Mirafiori dell'Alfa Mito - collegato all'andamento dei mercati e all'ampliamento della rete
distributiva resa possibile dall'integrazione con il Gruppo Chrysler".
La risposta della Marcegaglia - Le motivazioni di Marchionne"non stanno in piedi dal punto di vista tecnico" afferma la presidente dell'associazione, Emma Marcegaglia, a margine dell'assemblea degli industriali di Bergamo. "Rispettiamo la sua decisione - ha detto - stare in Confindustria non è un obbligo ma un fatto volontario, noi però non condividiamo la motivazione tecnica che ha portato a questa decisione".
"Mi ricordo che Marchionne mi aveva mandato una lettera a fine giugno, dopo l'accordo interconfederale del 28 giugno - ha spiegato Marcegaglia - dicendomi che apprezzava l'accordo e aveva bisogno della sua validità retroattiva degli accordi di Pomigliano e Mirafiori e che se questo non fosse accaduto sarebbe uscito da Confindustria. Oggi - ha aggiunto - grazie all'art. 8 l'effetto retroattivo di Pomigliano e Mirafiori c'è. Marchionne dice che la sottoscrizione dell'accordo interconfederale avrebbe depotenziato l'art. 8 ma questo non è vero".
Marcegaglia ha poi spiegato di aver ricevuto il parere dei tre giuslavoristi italiani importanti, vale a dire Ichino, Maresca e Della Aringa "che dicono esattamente il contrario e cioe' che la sottoscrizione definitiva del 28 giugno non mina minimamente la portata e l'efficacia dell'art. 8, anzi in un certo senso lo rafforza e quindi questo tipo di motivazioni non stanno in piedi dal punto di vista tecnico".
Immatricolazioni in calo - Peggiorani intanto i dati sulle vendite di automobili in Italia. Le immatricolazioni di auto di settembre in Italia si attestano a 146.388 veicoli, in calo del 5,7% rispetto all'anno scorso. Per quanto riguarda i singoli marchi del gruppo, Fiat ha immatricolato a settembre 31.051 nuove auto (33.584 a settembre 2010), segnando una flessione del 7,54%. In calo anche Alfa Romeo, con un -11,43% a 4.168 unita' (da 4.706 dello scorso anno). In controtendenza Lancia che segna un progresso del 20,9% a 7.319 unità (da 6.054 di settembre 2010).
Ascolta il commento di Franco Locatelli , direttore di First Online
Marchionne a Marcegaglia, la lettera del 30 giugno
Contratti, accordo siglato tra i sindacati e Confindustria
Accordo unitario su contratti e rappresentanza sindacale
( Ascolta le parole di Sergio Marchionne nel video in alto )
Fiat e Fiat Industrial usciranno da Confindustria a partire dal 1 gennaio 2012. Questo l'annuncio dell'ad di Fiat e presidente di Fiat Industrial, Sergio Marchionne , in una lettera inviata al presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. ( QUI IL TESTO INTEGRALE )
Dopo settimane di insofferenza per l'accordo su rappresentanza e contratti siglato il 21 settembre dalla stessa Confindustria con i sindacati, i vertici del Lingotto hanno confermato l'addio alla confederazione degli industriali. Al centro della scelta anche le mancate aspettative dall'approvazione dell'articolo 8. Il provvedimento, che rendeva più facili i licenziamenti e che è stato fortemente attaccato dalla Cgil , è stato alla fine "ridimensionato" dall'intesa raggiunta tra la presidente degli industriali e le sigle sindacali.
Immediata la reazione dei mercati finanziari che in avvio di seduta hanno registrato un tonfo dei titoli del Lingotto. Dopo aver annunciato l'addio a Confindustria Fiat è arrivata a cedere il 4% e Fiat Industrial il 3,27%.
L'addio di Fiat - "Fiat, che è impegnata nella costruzione di un grande gruppo internazionale con 181 stabilimenti in 30 paesi, non può permettersi di operare in Italia in un quadro di incertezze che la allontanano dalle condizioni esistenti in tutto il mondo industrializzato - ha scritto Marchionne a Emma Marcegaglia - Per queste ragioni, che non sono politiche e che non hanno nessun collegamento con i nostri futuri piani di investimento, ti confermo che, c ome preannunciato nella lettera del 30 giugno scorso , Fiat e Fiat Industrial hanno deciso di uscire da Confindustria con effetto dal 1 gennaio 2012.
L'articolo 8 - Tutto gira attorno all'articolo 8, l'emendamento approvato nella manovra economica a proposito dell'inserimento del licenziamento tra le materie su cui i contratti aziendali possono derogare ai contratti nazionali .
"Cara Emma - si legge nella lettera - negli ultimi mesi, dopo anni di immobilismo, nel nostro Paese sono state prese due importanti decisioni con l'obiettivo di creare le condizioni per il rilancio del sistema economico. Mi riferisco all'accordo interconfederale del 28 giugno , di cui Confindustria è stata promotrice, ma soprattutto all'approvazione da parte del Parlamento dell'Articolo 8 che prevede importanti strumenti di flessibilità oltre all'estensione della validità dell'accordo interconfederale ad intese raggiunte prima del 28 giugno".
Ma, continua l'amministratore delegato, "con la firma dell'accordo interconfederale del 21 settembre è iniziato un acceso dibattito che, con prese di posizione contraddittorie e
addirittura con dichiarazioni di volontà di evitare l'applicazione degli accordi nella prassi quotidiana, ha fortemente ridimensionato le aspettative sull'efficacia dell'articolo 8. Si rischia quindi di snaturare l'impianto previsto dalla nuova legge e di limitare fortemente la
flessibilità gestionale", dando vita a un quadro incerto che Fiat non può accettare.
L'ad precisa che la decisione di uscire da Confindustria non ha "nessun collegamento con i nostri futuri piani di investimento".
Produzione di suv a marchio Jeep - Il Lingotto, infatti, ha fatto sapere che nel 2012 partirà a Mirafiori la produzione di suv a marchio Jeep.
"Questo è un passo importante nei nostri piani di rinnovo del sistema produttivo in Italia - si legge in una nota del gruppo automobilistico in cui si conferma anche la produzione a Mirafiori dell'Alfa Mito - collegato all'andamento dei mercati e all'ampliamento della rete
distributiva resa possibile dall'integrazione con il Gruppo Chrysler".
La risposta della Marcegaglia - Le motivazioni di Marchionne"non stanno in piedi dal punto di vista tecnico" afferma la presidente dell'associazione, Emma Marcegaglia, a margine dell'assemblea degli industriali di Bergamo. "Rispettiamo la sua decisione - ha detto - stare in Confindustria non è un obbligo ma un fatto volontario, noi però non condividiamo la motivazione tecnica che ha portato a questa decisione".
"Mi ricordo che Marchionne mi aveva mandato una lettera a fine giugno, dopo l'accordo interconfederale del 28 giugno - ha spiegato Marcegaglia - dicendomi che apprezzava l'accordo e aveva bisogno della sua validità retroattiva degli accordi di Pomigliano e Mirafiori e che se questo non fosse accaduto sarebbe uscito da Confindustria. Oggi - ha aggiunto - grazie all'art. 8 l'effetto retroattivo di Pomigliano e Mirafiori c'è. Marchionne dice che la sottoscrizione dell'accordo interconfederale avrebbe depotenziato l'art. 8 ma questo non è vero".
Marcegaglia ha poi spiegato di aver ricevuto il parere dei tre giuslavoristi italiani importanti, vale a dire Ichino, Maresca e Della Aringa "che dicono esattamente il contrario e cioe' che la sottoscrizione definitiva del 28 giugno non mina minimamente la portata e l'efficacia dell'art. 8, anzi in un certo senso lo rafforza e quindi questo tipo di motivazioni non stanno in piedi dal punto di vista tecnico".
Immatricolazioni in calo - Peggiorani intanto i dati sulle vendite di automobili in Italia. Le immatricolazioni di auto di settembre in Italia si attestano a 146.388 veicoli, in calo del 5,7% rispetto all'anno scorso. Per quanto riguarda i singoli marchi del gruppo, Fiat ha immatricolato a settembre 31.051 nuove auto (33.584 a settembre 2010), segnando una flessione del 7,54%. In calo anche Alfa Romeo, con un -11,43% a 4.168 unita' (da 4.706 dello scorso anno). In controtendenza Lancia che segna un progresso del 20,9% a 7.319 unità (da 6.054 di settembre 2010).
Ascolta il commento di Franco Locatelli , direttore di First Online