Secondo le stime del Fondo monetario internazionale, tra il 2011 e il 2012 l'Italia resterà tra i vagoni di coda dell'Europa. Peggio di noi, soltanto Grecia, Portogallo e Spagna
L'Europa continua la ripresa dalla peggior recessione del dopoguerra e crescerà del 2,3% nel 2010 e del 2,2% nel 2011.
A guidare il rimbalzo, che resta "lento", la Germania il cui Pil salirà del 3,3% quest'anno e del 2% il prossimo. Tra i vagoni di coda invece l'Italia, con un aumento dell'1% in entrambi gli anni.
Nel 2011 faranno peggio soltanto la Grecia, che vedra il suo prodotto scendere di un altro 2,6%, il Portogallo, destinato a rimanere fermo, e la Spagna, che crescerà dello 0,7%.
La stima è del Fondo monetario internazionale secondo cui sul vecchio continuano a incombere "rischi significativi" che dovrebbero spingere "le autorità a realizzare politiche approriate".
In particolare, sottolinea l'Fmi nel suo Rapporto economico regionale dedicato all'Europa, "il risanamento dei bilanci, sebbene inevitabile, dovrebbe essere condotto in modo tale da minimizzare l'impatto negativo sulla crescita e la disoccupazione.
Anche la politica monetaria "deve calibrarsi attentamente tra la necessità di normalizzare le politiche e quella di mitigare la volatilità dei mercati del debito sovrano assicurando liquidità alle banche". Il Fondo invita anche l'Europa a insistere sulla strada della ristrutturazione del suo sistema finanziario e creditizio. "Gli istituti vulnerabili", afferma il direttore del Dipartimento europeo, Ajai Chopra, "devono essere ristrutturati, ricapitalizzati o chiusi senza indugio".
A guidare il rimbalzo, che resta "lento", la Germania il cui Pil salirà del 3,3% quest'anno e del 2% il prossimo. Tra i vagoni di coda invece l'Italia, con un aumento dell'1% in entrambi gli anni.
Nel 2011 faranno peggio soltanto la Grecia, che vedra il suo prodotto scendere di un altro 2,6%, il Portogallo, destinato a rimanere fermo, e la Spagna, che crescerà dello 0,7%.
La stima è del Fondo monetario internazionale secondo cui sul vecchio continuano a incombere "rischi significativi" che dovrebbero spingere "le autorità a realizzare politiche approriate".
In particolare, sottolinea l'Fmi nel suo Rapporto economico regionale dedicato all'Europa, "il risanamento dei bilanci, sebbene inevitabile, dovrebbe essere condotto in modo tale da minimizzare l'impatto negativo sulla crescita e la disoccupazione.
Anche la politica monetaria "deve calibrarsi attentamente tra la necessità di normalizzare le politiche e quella di mitigare la volatilità dei mercati del debito sovrano assicurando liquidità alle banche". Il Fondo invita anche l'Europa a insistere sulla strada della ristrutturazione del suo sistema finanziario e creditizio. "Gli istituti vulnerabili", afferma il direttore del Dipartimento europeo, Ajai Chopra, "devono essere ristrutturati, ricapitalizzati o chiusi senza indugio".