Crisi, Istat: le famiglie tirano la cinghia per la spesa

Economia
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Nel 2009 sono state le regioni del nord con la spesa media mensile più elevata. Più indietro le regioni del Mezzogiorno con quasi mille euro in meno. Rispetto al 2008 la spesa media per generi alimentari è diminuita del 3%

"Diminuisce del 3% rispetto al 2008 la spesa media per generi alimentari e bevande (461 euro al mese)". Lo rende noto l'Istat in uno studio sulla spesa per consumi delle famiglie italiane. "La diminuzione – spiega l'istituto di statistica - segue l'incremento osservato nel 2008, essenzialmente dovuto alla sostenuta dinamica inflazionistica che aveva caratterizzato questi beni. La percentuale di famiglie che dichiara di aver diminuito nel 2009 la quantità e/o la qualità dei prodotti alimentari acquistati rispetto all'anno precedente è pari al 35,6%". Il 63% delle famiglie "dichiara di aver diminuito solo la quantità, mentre il 15% di aver diminuito, oltre alla quantità, anche la qualità.
    
Rispetto al 2008, diminuisce la spesa media mensile per pane e cereali, per oli e grassi, per patate frutta e ortaggi, per zucchero, caffé e altro; in diminuzione risulta anche la spesa per bevande. La contrazione osservata a livello nazionale è essenzialmente dovuta alla diminuzione registrata nel Mezzogiorno, dove dai 482 euro del 2008 si scende ai 463 del 2009.

Nel dettaglio regione per regione, l’Istat rivela che nel 2009 la Lombardia è la regione  con la spesa media mensile più elevata (2.918 euro), seguita da  Veneto (2.857) ed Emilia Romagna (2.799). Fanalino di coda, ancora una volta, la Sicilia con una spesa media mensile (1.721), di oltre mille euro inferiore a quella delle regioni con la spesa più elevata. E'  quanto emerge dall'analisi dei dati Istat. In tutte le regioni del Mezzogiorno, alla spesa alimentare viene destinato oltre un quinto  della spesa totale (in Campania tale quota di spesa rappresenta più di un quarto), mentre nelle regioni del Nord, tale quota è inferiore  a quella media nazionale, fatta eccezione per la Liguria (19,6%) dove  elevata è la presenza di popolazione anziana.
      
Le regioni del Centro, in particolare il Lazio (32,5%) e la Toscana (32,0%), presentano le più elevate quote di spesa totale  destinate all'abitazione; tra le regioni del Nord, quote di spesa superiori al 30% si osservano solo in Liguria (32,2%) e in Friuli Venezia Giulia (30,6%).
      
La diversa propensione alla spesa per istruzione e per sanità è legata alla diversa compartecipazione delle istituzioni locali alla spesa sostenuta dalle famiglie, ma anche alla maggiore presenza, nel primo caso, di bambini e ragazzi in età scolare e, nel secondo, di anziani. Per quanto riguarda l'istruzione, le quote di spesa totale  variano da un massimo di 1,7% per la Basilicata a un minimo di 0,5%  per l'Umbria. Per beni e servizi sanitari, invece, si passa da un  massimo del 4,8% per il Trentino Alto Adige (nella provincia autonoma di Trento e' 5,6%) a un minimo del 3,0% in Campania.

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