Sindrome del bambino dimenticato, cos'è e quando può verificarsi

Cronaca
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Negli Stati Uniti è stata ribattezzata Forgotten baby syndrome (FBS). Si verifica quando i genitori lasciano i figli in auto, dimenticandosene completamente. Secondo alcuni studi, ciò sarebbe dovuto a un vuoto di memoria. Dal 2019 in Italia è in vigore una legge che prevede l'obbligatorietà in auto dei dispositivi salva bambini

Negli Stati Uniti è stata ribattezzata Forgotten baby syndrome (FBS), la sindrome del bambino dimenticato. Si tratta di quel fenomeno per il quale i bambini vengono dimenticati nelle auto parcheggiate. E, nel caso della bambina di un anno deceduta a Roma, secondo quanto ricostruito dalle indagini, potrebbe trattarsi proprio di questo (IN ITALIA 11 CASI DAL 1998).

 

Come agisce la sindrome

La sindrome fa sì che succeda questo: si crea un vuoto di memoria. Nel caso dei bambini dimenticati in auto, in particolare, il genitore è convinto che il figlio sia da qualche altra parte, pensa di averlo accompagnato in un posto, e quindi non è consapevole che il piccolo sia in macchina, da solo. Secondo uno studio dei ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze Umane, Sapienza Università di Roma, pubblicato sulla Rivista di psichiatria nel 2020, il monitoraggio del fenomeno negli Stati Uniti ha mostrato, su un totale di 171 casi, che il 73% riguardava bambini che erano stati lasciati in macchina da persone adulte. "La metà degli adulti era inconsapevole, o se ne era dimenticato. Nella maggior parte dei casi tali episodi coinvolgono soggetti adulti che hanno funzionalità psichiche e cognitive perfettamente integre", scrivono i ricercatori.

Le cause

Ma perché avviene tutto ciò? Definire una causa è molto difficile, ma secondo quanto emerso fino ad ora si tratterebbe dell’esito di un deficit - nella maggior parte dei casi transitorio-, della performance di memoria: vale a dire un vuoto di memoria. Esistono circostanze che i ricercatori definiscono “transitorie” che possono incidere sulle performance della cosiddetta memoria di lavoro. Le conclusioni cui giunge lo studio indicano che “i casi di morte di minori in seguito all’abbandono all’interno di veicoli da parte di adulti possono essere connessi all’alterazione del normale funzionamento della funzionalità di memoria di lavoro”.

I carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Trapani e della Stazione di Paceco hanno arrestato con l'accusa di tentato omicidio in concorso un uomo e una donna. Sarebbero i genitori del neonato abbandonato, lo scorso anno, in una campagna a Paceco (TP). Il piccolo venne trovato da un contadino che chiamò subito i carabinieri.
ANSA/CARABINIERI
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Cosa dice la legge in Italia

Negli anni i casi di bambini morti in Italia perché abbandonati in auto sono stati diversi. Il primo episodio è del luglio 1998 a Catania, con la morte di Andrea, 2 anni. Per evitare il ripetersi di casi simili (come avvenuto anche il 7 giugno 2023 a Roma), nel 2018 è iniziato un lungo iter politico per introdurre la cosiddetta “legge salva bebè”, che doveva entrare in vigore a luglio 2019. Ci sono stati degli slittamenti e infine con la firma del decreto attuativo, sono stati ufficializzati i requisiti tecnici dei dispositivi anti abbandono. La legge è quindi in vigore dall’autunno del 2019, mentre le multe per chi non si adegua sono scattate dal marzo 2020. La legge prevede che chi trasporta in auto bimbi fino a 4 anni di età sia obbligato a installare i dispositivi anti-abbandono sui seggiolini. I dispostivi possono essere integrati all’origine nel seggiolino, oppure a una dotazione di base o un accessorio del veicolo, oppure ancora con un sistema indipendente dal seggiolino e dal veicolo. All’epoca, venne diffusa una circolare alla Polizia per permettere a produttori e consumatori di adeguarsi prima di far scattare le multe.

Un dispositivo antiabbandono per i seggiolini delle autovetture, che funzionano tramite sensori e app dedicate per lo smartphone. Da oggi diventano obbligatori averli installati, con il rischio di pesanti sanzioni a chi ne sara' sprovvisto. Genova, 07 novembre 2019.
ANSA/LUCA ZENNARO

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