La realizzazione del progetto è iniziata nel 2003 e dovrebbe finire entro il 31 dicembre 2021. Il 10 luglio 2020, dopo anni di ritardi, polemiche e processi, la prova generale. Il sistema è composto da 78 paratoie mobili installate nelle 3 bocche di porto (Lido, Malamocco e Chioggia). Le barriere inattive sono piene d’acqua e all’occorrenza vengono svuotate e riempite di aria compressa per emergere e separare la laguna dal mare
Il Mose è una complessa opera ingegneristica che dovrebbe difendere Venezia dall'acqua alta. Il nome è l’acronimo di MOdulo Sperimentale Elettromeccanico. Questo sistema di protezione prevede una barriera fra la laguna e l’Adriatico per scongiurare gli allagamenti, con 78 paratoie mobili installate nelle tre bocche di porto (Lido, Malamocco e Chioggia). Il progetto è stato scelto dopo anni di studi, ricerche e discussioni e la realizzazione è iniziata nel 2003. Sono seguiti ancora altri anni di polemiche, proteste, processi, tangenti, che hanno ritardato il completamento dell’opera. Il 10 luglio 2020, alla presenza del premier Giuseppe Conte, c’è stata la prova generale di innalzamento delle paratoie: per la prima volta tutto il sistema di 78 dighe mobili è entrato in funzione alle tre bocche di porto del lido di Venezia, separando la laguna dal mare. Il Mose dovrebbe essere terminato entro il 31 dicembre 2021.
Cos’è il Mose
Il Mose è formato da 4 barriere, poste all'imboccatura della laguna, formate da 78 paratoie mobili in grado di sollevarsi per contrastare l’innalzamento del livello del mare. Le paratoie sono tutte indipendenti tra loro e in grado di separare temporaneamente la laguna dal mare. Il sistema, secondo il progetto, può proteggere Venezia e la laguna da maree alte fino a 3 metri e da un innalzamento del livello del mare fino a 60 centimetri nei prossimi 100 anni.
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Le 78 paratoie
Il sistema di protezione è composto da 78 paratie mobili in metallo, indipendenti tra loro e lunghe fino a 29 metri. Sono collocate in cassoni di calcestruzzo e piazzate sul fondale delle tre bocche di porto lagunari, che rappresentano i varchi attraverso i quali la marea entra in laguna: Lido, Malamocco e Chioggia. Devono sollevarsi quando la marea raggiunge i 110 centimetri.
Le 3 bocche
Le bocche di accesso al mare, da chiudere quando è necessario, sono 3. La più ampia è la Bocca di porto di Lido, dove ci sono due barriere di paratoie: nel canale nord di Treporti, con 21 paratoie, e nel canale sud di San Nicolò con 20 paratoie. Le due barriere sono collegate tra loro da un'isola artificiale, su cui ci sono gli impianti di movimentazione del sistema. Poi c’è la Bocca di porto di Malamocco, che è la più profonda ed è costituita da 19 paratoie. Infine, c’è la Bocca di porto di Chioggia, con 18 paratoie. Alla Bocca di Malamocco è stata realizzata una conca di navigazione per grandi navi, che consente l’operatività del porto anche con le paratoie in funzione. Altre conche di navigazione sono state costruite a Chioggia e a Lido per consentire il transito di pescherecci e imbarcazioni da diporto anche durante la chiusura della barriera.
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Come funziona il Mose
Le paratoie sono adagiate sul fondo del canale. Quando la situazione è tranquilla, e quindi sono inattive, si trovano sui fondali all’interno di cassoni che ospitano anche gli impianti per farle funzionare. Sono invisibili e piene di acqua di mare. All’occorrenza, quando è prevista l’alta marea, le paratoie vengono svuotate dell'acqua e riempite di aria compressa: questo ne provoca l’emersione. Via via che l’acqua esce - ci vogliono circa 30 minuti - le barriere salgono ruotando attorno all’asse delle due cerniere che le collegano al cassone di alloggiamento. Una volta emerse, pur oscillando liberamente e indipendentemente per effetto del moto ondoso, le paratoie dividono il mare dalla laguna, proteggendola dalla maree. Una volta passata l'emergenza, le paratoie vengono svuotate dell'aria e riempite di nuovo con l'acqua: in questo modo, in circa 15 minuti, tornano a riadagiarsi sul fondale. Per funzionare, comunque, tutto il sistema deve rimanere pulito e ci deve essere una manutenzione costante. Molti dei detrattori del progetto, poi, ritengono che nel tempo si presenterà il problema della corrosione.