Mose, effettuato test paratoie nella Laguna di Venezia, Conte: "Opera va completata"
CronacaDalla "control room", il premier ha premuto il pulsante avviando la prova generale di innalzamento delle paratoie. Per la prima volta tutto il sistema di 78 dighe mobili è entrato in azione. Il presidente del Consiglio: "È giusto avere dubbi, ma ora facciamo in modo che funzioni". In mattinata alcuni attivisti del Movimento 'No Mose' si sono radunati a bordo delle loro imbarcazioni per protestare contro l'opera
Nella Laguna di Venezia si è completato alle 12.25 il primo test delle dighe mobili del sistema Mose, con la chiusura di tutte le 78 paratoie nei quattro varchi (COME FUNZIONA). Poco prima delle ore 11, il presidente del consiglio Giuseppe Conte, dalla control room nell'isola artificiale del Lido, aveva premuto il pulsante che ha dato il via alla prova generale di innalzamento delle paratoie del Mose. La prima a sollevarsi completamente, alle 12.15, è stata la diga di Lido San Nicolò, con 20 paratoie, seguita un minuto dopo da quella di Lido Treporti, con 21 barriere, e Chioggia, con 18. Alle 12.25 si è concluso il sollevamento delle 19 dighe di Malamocco. Per la prima volta tutto il sistema di 78 dighe mobili è entrato in funzione alle bocche di porto del lido di Venezia, separando la laguna dal mare. Presenti anche i ministri Lucia Lamorgese, Paola De Micheli e Federico D'Incà, il presidente del Veneto Luca Zaia e il sindaco Luigi Brugnaro. Intanto in mattinata una decina di imbarcazioni si sono radunate nello spazio acqueo davanti a Piazza San Marco per un'azione di protesta contro il Mose. La protesta del movimento 'No Mose' è sfociata in una "battaglia navale" con le forze dell'ordine nel bacino. Conte: "È giusto avere dubbi, ma ora facciamo in modo che funzioni".
Conte: "Non è una passerella, siamo qui per verificare i lavori"
"Siamo qui per un test, non per una passerella. Il governo vuole verificare l'andamento dei lavori", ha detto Conte durante la cerimonia per il primo test dell’opera. "È giusto avere dubbi, è giusta la dialettica, ma dico a chi sta protestando, ai cittadini e intellettuali, concentriamoci sull'obiettivo di completare il Mose – ha proseguito Conte - Facciamo in modo che funzioni. Di fronte all'ultimo miglio la politica si assume le proprie responsabilità e decide che con un ulteriore sforzo finanziario si completa e si augura che funzioni". "Capisco perfettamente le proteste e le sensibilità della salvaguardia dell'ambiente, o le valutazioni tecniche e ingegneristiche diverse, ma adesso siamo nell'ultimo miglio e sarebbe assurdo non lavorare tutti e augurarsi tutti che i test funzionino", ha ribadito. Poi ha fissato l’obiettivo: "Questo Mose va completato e dobbiamo fare in modo che il prossimo autunno-inverno ci sia uno strumento di salvaguardia".
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Elisabetta Spitz: “Il Mose non è finito, ancora 18 mesi”
"Il Mose non è finito, ci sono 18 mesi di lavori e test - ha detto invece la commissaria alla conclusione del Mose di Venezia, Elisabetta Spitz, aprendo la cerimonia per il sollevamento delle dighe mobili - bisognerà avviare il collaudo tecnico funzionale e poi alcuni anni di rodaggio per l'avviamento, per la progressiva ottimizzazione con procedure trasparenti e controllo rigoroso dei costi". Per la commissaria si tratta di un’opera che "ha una storia travagliata e controversa. A noi è stato affidato il compito di portarla a termine. Una lunga pagina si chiude" Poi ha concluso rivolgendosi ai cittadini: "Ringraziamo i veneziani per la lunga pazienza. Con le prove dei prossimi mesi sarà già possibile dal prossimo autunno il sollevamento in caso di maree altissime e salvare dall'acqua alta la Laguna".
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Operazioni seguite dalla "control room"
Sull'isola artificiale che divide la Bocca di Porto del Lido è stata approntata una "control room" da cui seguire le operazioni di sollevamento e discesa delle paratoie nelle "bocche". Per le operazioni è stato disposto il blocco del traffico marittimo. Giunto alla control room Conte si è fatto spiegare il funzionamento delle paratoie dai tecnici presenti e dal progettista Alberto Ossola. Poi Conte ha scherzato con il progettista del Mose Alberto Scotti: "Voi avete iniziato a progettare all'ultimo anno di ingegneria".
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Brugnaro: "Non mi associo al ringraziamento di tutti quelli che si sono succeduti alla costruzione"
A parlare anche il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. "Non mi associo al ringraziamento verso tutti quelli che si sono succeduti alla costruzione del Mose, la storia giudicherà", dice il sindaco in polemica con gli annosi lavori per l’opera. Ma poi precisa: "sono sempre stato un grande sostenitore di quest'opera". "Solo con l'ingegneria e la tecnica e il lavoro di tante persone che ci hanno messo il cuore - ha proseguito Brugnaro - si è arrivati a fare quest'opera grandissima. Io rappresento chi beneficerà di quest'opera, i 'clienti' cittadini che ogni anno vanno sotto acqua. Spero che si possa trovare in modo veloce un modello di gestione del Mose, un gruppo con tutta la città".
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Le proteste del movimento 'No Mose'
Nel corso della mattinata la protesta del movimento 'No Mose’, con una decina di imbarcazioni che hanno contestato l’opera, è sfociata in una 'battaglia navale' con le forze dell'ordine in bacino San Marco. "Ci siamo radunati in Bacino e abbiamo accerchiato una motonave di addetti al sistema che si recava verso la bocca di porto di Malamocco", ha raccontato Tommaso Cacciari, leader degli antagonisti veneziani. "C'era di tutto in acqua, dalle moto d'acqua della polizia, ai gommoni, motoscafi e navi della Guardia costiera. Abbiamo cercato di infrangere il blocco, ma non c'è stato nulla da fare”. Dopo il tentativo di accerchiare la motonave dei tecnici a Malamocco, le barche dei 'No Mose' hanno cercato di spostarsi in direzione opposta, verso l'Isola Nuova del Lido, dov'era in corso la cerimonia per la prova generale del Mose, ma senza successo. "Ci hanno bloccato con tutte le loro forze, inondandoci d'acqua con gli idranti" ha aggiunto Cacciari, riferendosi al blocco opposto dalle forze dell'ordine alla decina di barche della 'flotta' della protesta. "Ora siamo tornati alla base fradici e con le barche mal messe - ha concluso Cacciari - ma soddisfatti perché il risultato l'abbiamo ottenuto, il nostro dissenso ventennale è stato sentito da tutti. Speravano di spegnere le voci fuori dal coro, non ci sono riusciti".
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