Carceri in Italia, Antigone: "Sovraffollamento ed edilizia fatiscente"

Cronaca

Pietro Adami

(Foto archivio Lapresse)

I circa 200 istituti di pena ospitano una popolazione di 58.759 persone: nell'ultimo anno c’è stata una crescita di più di 2.000 detenuti. Spesso le condizioni non sono a norma. "Il patrimonio penitenziario è mediamente molto vecchio", spiega Alessio Scandurra

L’ultimo episodio avvenuto a Sanremo e i fatti di luglio nel carcere di Opera, a Milano, dove alcuni detenuti hanno protestato per la presenza di topi all’interno dell’istituto, riaccende i riflettori sulla condizione delle carceri italiane. I circa 200 istituti di pena italiani ospitano una popolazione di 58.759 persone: nell’ultimo anno c’è stata una crescita di più di 2.000 detenuti. Non aumenta, però, la capienza degli istituti, che registrano un sovraffollamento del 116%. “Una situazione preoccupante, che non mostra segni di miglioramento”, sottolinea a Sky TG24 Alessio Scandurra, coordinatore per Antigone dell’Osservatorio sulle condizioni carcerarie dei detenuti.

Alla Lombardia il primato del sovraffollamento

Dal 1998 Antigone è autorizzata dal ministero della Giustizia a visitare le circa duecento carceri italiane. Dall’ultimo rapporto pubblicato ad aprile 2018 emerge come la Lombardia detenga il primato del sovraffollamento: il carcere di Como ha un tasso del 200% (462 detenuti per 231 posti), quello di Brescia arriva al 184%. Il rapporto evidenzia inoltre un dato paradossale, ovvero che, nonostante il numero dei detenuti sia in costante aumento dal 2015 (6mila in più), i reati registrati nel nostro Paese diminuiscono: nel 2016 gli ingressi in carcere erano circa 1.500 in più dell’anno precedente, mentre i reati denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria erano 200.000 in meno.

Scandurra (Antigone): Si corre sempre dietro l’emergenza

Per quanto riguarda le condizioni interne agli istituti, visitando le strutture Antigone ha riscontrato che in 16 non vengono garantiti i tre metri quadri calpestabili a cui ciascun detenuto, dopo i pronunciamenti della Corte europea e della Cassazione, avrebbe diritto. In otto non è previsto il riscaldamento, in 37 non vi è spazio dedicato alle lavorazioni, in 50 c’erano celle senza doccia e in quattro il wc non era in un ambiente separato dal resto della cella. “Il patrimonio di edilizia penitenziaria è mediamente molto vecchio – spiega Scandurra – una situazione incomparabile rispetto a qualsiasi altro Paese al mondo”. Secondo il coordinatore, mancano investimenti manutentivi e spesso “si corre dietro l’emergenza, come quando piove dentro”. Anche se si ristrutturano i vecchi edifici e le condizioni generalmente migliorano, ci si “muove molto lentamente”.

Anche i suicidi in aumento

Nel 43% dei penitenziari visitati da Antigone non ci sono corsi di formazione professionale attivi, mentre solo un detenuto su cinque va a scuola in carcere. Se si considera il più drammatico degli indicatori del benessere detentivo, quello del numero di suicidi, negli ultimi dieci anni il numero dei morti è salito dai 46 del 2008 ai 52 del 2017. “Al momento, secondo il nostro Osservatorio la cosa più importante è difendere le celle aperte”, spiega Scandurra, riferendosi alla possibilità per i detenuti dal 2011 di uscire dal proprio spazio detentivo durante il giorno, per almeno otto ore. “Siamo molto preoccupati – conclude – dal clima che si respira in Italia: fra due anni potremmo essere solamente in una situazione peggiore”.

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