Introduzione
Dalla “bomba Maradona” alla “bomba scudetto”, dalla “Kvara” e quelle dedicate a Osama bin Laden e Kim Jong-un, fino alla “bomba Sinner”. Ogni Capodanno il fenomeno dei botti illegali, realizzati senza garanzie di sicurezza, porta alla creazione di veri e propri ordigni, spesso associati a nomi fantasiosi. Ecco quali sono quelli venduti nel mercato nero negli ultimi anni.
Quello che devi sapere
I danni
Ogni dicembre, con l’avvicinarsi della fine dell’anno, si diffondono i fuochi di Capodanno. Ai classici giochi pirotecnici, legali e regolarmente venduti negli esercizi commerciali, si affiancano come sempre i “botti” illegali, veri e propri ordigni che possono causare danni gravissimi e irreparabili agli arti, alla vista e all'udito, oltre a essere pericolosi per la vita umana. La fabbricazione e vendita di “botti” illegali è punita dall’articolo 678 del Codice penale, che prevede l’arresto dai 3 ai 18 mesi e un’ammenda fino a 247 euro. Alle pene è soggetto non solo chi li vende ma anche chi illegalmente acquista o utilizza fuochi. Inoltre, i fuochi spesso terrorizzano gli animali, i bambini e gli anziani, oltre ad avere impatti devastanti per l’ambiente: la loro esplosione innalza i livelli di Pm 10 nell’aria e i loro componenti sono impossibili da riciclare.
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La bomba Gaza
I botti più pericolosi hanno spesso nomi che richiamano personaggi o eventi "a tema" legati all’anno che si sta concludendo. Quest'anno, il super-botto illegale che è stato immesso nel mercato nero è ribattezzato "bomba Gaza”, richiamo al drammatico conflitto in Medio Oriente. Non si segnalano sequestri ma già da novembre le forze dell’ordine l’hanno notato sui social, dove si sono spostate le vendite abusive. Il suo costo è intorno ai 200 euro.
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La bomba Sinner
Nel 2024 è stata la volta della "bomba Sinner", un botto illegale molto pericoloso, capace di staccare di netto una mano quando esplode. Le forze dell'ordine l’hanno scovata individuandola dal colore arancione, come i capelli del campione altoatesino. Seguendo alcune chat Telegram e sui social, attraverso i quali era possibile addirittura fare gli ordini con consegne da Napoli in tutt'Italia, i militari sono arrivati nell' abitazione di un 24enne incensurato dell'area Flegrea dove sono stati trovati 50 chili di materiale esplodente.
La bomba Maradona
I botti illegali portano spesso nomi di personaggi evocativi, legati alla storia recente o passata. Alcuni di questi ordigni, data la loro pericolosità, sono diventati tristemente noti. Uno dei primi botti artigianali a diffondersi è stato il “pallone di Maradona” o “bomba di Maradona”, omaggio al Pibe de Oro, leggenda del calcio partenopeo e argentino. Capace di contenere da 1 a 3 kg di polvere nera, ha conosciuto nuova popolarità dopo la morte dell’ex calciatore nel 2020. E si è anche evoluto in una versione diversa, chiamata “D10S”, rivestito con i colori della nazionale dell’Argentina e la scritta Dios col numero 10.
I bomber del Napoli
Molti sono i botti dedicati agli ex bomber azzurri del Napoli. Negli anni scorsi, c’era un superpetardo dedicato a Edinson Cavani, ex attaccante uruguaiano che ha fatto sognare i tifosi nelle stagioni dal 2010 al 2013. Si ricorda anche “A capa ‘e Lavezzi”, la testa di Lavezzi, dedicata al giocatore Ezequiel Lavezzi, altro idolo dei tifosi del Napoli, fatto da una miscela di polvere esplosiva capace di provocare una detonazione da bomba. Più di recente, nel 2023, è comparso il “petardo Osihmen”: si tratta di un ordigno di tipo "Cobra" che prende il nome dal bomber nigeriano Victor Osimhen, all’epoca punta del Napoli. Sull'involucro che copre il botto sono presenti i colori azzurri della squadra partenopea e la maschera (stilizzata) indossata dall’attaccante.
La bomba Kvara
Presente già a fine 2022, un altro ordigno illegale preoccupante è stato la "Bomba Kvara", che prendeva il nome da Khvicha Kvaratskhelia, attaccante all'epoca del Napoli e della Georgia, tra i protagonisti del terzo Scudetto partenopeo. “Se chi la accende è a dieci metri di distanza rischia la vita”, hanno spiegato i carabinieri. Una di queste è stata fatta esplodere in sicurezza dalle forze dell’ordine in una cava: ha fatto un cratere di un metro. Negli anni scorsi è stato sequestrato anche il "pallone di Messi", grande come un pallone e capace di distruggere una stanza di casa.
La bomba scudetto
Secondo le forze dell'ordine, i festeggiamenti per la vittoria in Serie A del Napoli nel 2023 hanno portato i fuochisti della camorra a fabbricare per il successivo Capodanno la "Bomba Scudetto". Si tratta di una Bomba Maradona potenziata, con un chilogrammo di polvere esplosiva dagli effetti potenzialmente distruttivi. Per dimostrarne la pericolosità, gli artificieri dei carabinieri hanno fatto esplodere l'ordigno in una cava: la deflagrazione ha provocato una frana. Al momento dello scoppio le pareti della cava si sono sgretolate cadendo al suolo e sollevando una densa nube di polvere.
Dalla “bomba Osama” a “Kim O’Coreano”
La "Bomba Osama" si è diffusa a inizio anni Duemila e prende il nome di Osama Bin Laden, il noto terrorista islamico fondatore di Al-Qaeda morto nel 2011, in Pakistan, dopo un'operazione delle forze speciali americane. Si tratta di un vero e proprio ordigno, che può arrivare a contenere fino a 2-3 chilogrammi di esplosivo a basso potenziale. Più di recente, a partire dal 2017, si era invece diffuso un altro ordigno particolarmente pericoloso, ribattezzato "Kim O' Coreano", ispirato al dittatore nordcoreano Kim Jong-un che negli ultimi anni ha più volte spaventato il mondo con minacce nucleari.
Gli altri nomi fantasiosi
Tra gli altri petardi pericolosi diffusi negli scorsi anni si ricordano la “gazza ladra”, che ha la forma di un piccolo rettangolo, dentro cui è racchiusa una cartuccia di petardi legati uno all’altro da un filo. Azionandolo si ha un effetto “mitragliatrice”, con una sequenza di circa 50 colpi a fila. Poi “Inferno 500”, una batteria di petardi flash, con ogni fila che contiene 500 colpi. E ancora il “kamikaze”, una palla piena di polvere da sparo che una volta esplosa lascia un buco sul pavimento per la sua carica. Infine un noto prodotto esplosivo da oltre 800 grammi di esplosivo venne chiamato "Quota 100”, come la misura pensionistica che permetteva l’uscita anticipata dal lavoro. E ancora la "bomba Covid", nel periodo dopo la pandemia.
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