Donominato “Campo Alta Quota 2025”, il progetto si è svolto sul massiccio del Monte Bianco per valutare le performance di personale, materiali ed equipaggiamenti in ambienti estremi. L'iniziativa è stata promossa dal Centro di addestramento alpino dell'Esercito italiano, insieme alle Università di Milano, Bologna, Ferrara, Chieti-Pescara e Valle d'Aosta, del Consiglio Nazionale delle Ricerche, della Scuola dello Sport del Coni Valle d’Aosta e della Società Italiana di Medicina di Montagna
Una campagna di sperimentazione in condizioni climatiche estreme ed elevato stress psico-fisico. È questa l'iniziativa promossa dal Centro di addestramento alpino dell'Esercito italiano, in collaborazione con le Università di Milano, Bologna, Ferrara, Chieti-Pescara e della Valle d'Aosta, del Consiglio Nazionale delle Ricerche, della Scuola dello Sport del Coni Valle d’Aosta e della Società Italiana di Medicina di Montagna. Donominato “Campo Alta Quota 2025”, il progetto si è svolto sul massiccio del Monte Bianco con l'obiettivo di valutare le performance di personale, materiali ed equipaggiamenti in ambienti estremi, con particolare attenzione allo studio degli effetti del grande freddo in un’ottica rivolta alle regioni artiche.
Il progetto
Nato nel 2023, il “Campo Alta Quota” rappresenta una piattaforma integrata che coniuga addestramento operativo e innovazione tecnologica, facendo leva sulle competenze delle truppe alpine dell’asercito e dei partner accademici coinvolti. L’edizione 2025 ha segnato un’ulteriore evoluzione del progetto, articolandosi su tre principali ambiti di ricerca. Il primo ambito, dedicato alla meteorologia e alla statistica, ha previsto l’impiego di nuove centraline meteo progettate per l’alta quota, con analisi dei dati ambientali raccolti e trasmessi tramite sistemi di comunicazione satellitare, finalizzati a migliorare la lettura delle condizioni atmosferiche e del manto nevoso. Il secondo ambito ha riguardato invece i processi fisiologici e cognitivi e le human performance, con lo studio degli effetti del freddo estremo su funzioni neurologiche, capacità manuali, apparato respiratorio e risposte biologiche allo stress, con approfondimenti su termoregolazione e risposta cognitivo-fisiologica alla caffeina (anche mediante l’utilizzo di dispositivi elettromedicali indossabili per il monitoraggio continuo dei parametri vitali). Infine, il terzo ambito ha interessato l’analisi statistica avanzata dei dati raccolti, coordinata dall’Università della Valle d’Aosta, volta a correlare in un unico modello dati ambientali, fisiologici e prestazionali.
Il modello di ricerca
Rispetto alla precedente edizione, il modello di ricerca è stato ulteriormente consolidato e ampliato, introducendo nuove tecnologie di rilevazione, rafforzando l’integrazione tra le diverse discipline scientifiche e orientando in modo più marcato la sperimentazione verso scenari artici reali, a supporto dello sviluppo delle capacità dell’esercito in ambienti estremi. A contribuire al progetto anche il plotone esplorante del 3° Reggimento Alpini della Brigata “Taurinense”, impiegato quale campione di studio anche in funzione della preparazione all’esercitazione Nato Nordic Response, in programma il prossimo anno in Finlandia. Le attività condotte dal reparto hanno consentito di testare sul terreno la preparazione fisica individuale degli Alpini, le procedure, i materiali e le configurazioni di equipaggiamento destinati a un reale scenario artico, producendo dati di valore sia per la componente operativa sia per i ricercatori. Le attività sul campo sono state inoltre caratterizzate da collaborazioni di ricerca e sviluppo con il mondo industriale, impegnato nella progettazione e nella sperimentazione di materiali innovativi.
I risultati
I risultati raccolti hanno evidenziato sviluppi significativi, confermando il “Campo Alta Quota” come punto di riferimento nazionale per lo sviluppo delle capacità dell’Esercito nei climi estremi. I dati verranno poi sottoposti a ulteriori analisi, contribuendo a orientare le future scelte tecnologiche e logistiche dell’esercito per le operazioni in ambienti estremi. “Il Campo Alta Quota 2025 rappresenta ancora una volta un esempio virtuoso di sinergia tra Esercito Italiano e mondo accademico, capace di generare innovazione tecnologica con ricadute concrete sulla capacità operativa”, ha detto il generale Alessio Cavicchioli, comandante del Centro Addestramento Alpino di Aosta.