La giudice per l'udienza preliminare di Milano, Maria Beatrice Parati, ha ritenuto adeguata l'offerta da parte del figlio del presidente del Senato a favore della ragazza che lo ha denunciato per revenge porn, oltre che per violenza sessuale, accusa quest'ultima però già archiviata. La stessa magistrata ha condannato a un anno l'amico dj Tommaso Gilardoni, anche lui imputato per diffusione illecita di immagini senza il consenso della giovane per un altro video. La giovane: "Farò appello contro la sentenza"
La gup Maria Beatrice Parati ha ritenuto congrua l'offerta di risarcimento di 25mila euro da parte di Leonardo Apache La Russa alla giovane donna che lo aveva denunciato per violenza sessuale e revenge porn. L'accusa di violenza sessuale era stata archiviata nei mesi scorsi e oggi è stato dichiarato estinto il reato di revenge porn. Nella decisione ha avuto un peso anche una lettera, depositata dai suoi legali, nella quale La Russa jr si è dichiarato dispiaciuto per quanto accaduto e ha manifestato la sua disponibilità a incontrare la ragazza per una rivisitazione dei fatti.
La lettera di La Russa Jr
Già nella scorsa udienza era emerso che la difesa di Leonardo Apache La Russa, coi legali Vinicio Nardo e Adriano Bazzoni, aveva presentato quell'offerta risarcitoria a favore della ragazza e anche la richiesta di accedere a un percorso di giustizia riparativa. "Non è un'offerta congrua, c'è stata una lesione di un mio diritto costituzionale", aveva spiegato, in sostanza, la giovane in una mail depositata dal suo legale Stefano Benvenuto. Allo stesso tempo, come detto, il figlio del presidente del Senato aveva inviato alla giudice una lettera nella quale, in pratica, si dispiaceva per quanto accaduto, in modo "sincero", e manifestava l'intenzione di voler incontrare di nuova la ragazza e parlare con lei.
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L'iter giudiziario della vicenda
Oggi la giudice, giudicando congrua la cifra offerta da La Russa jr, e in questi giorni depositata nel procedimento con un assegno come prevedono le norme, ha dichiarato l'estinzione del reato e del procedimento a suo carico (senza giustizia riparativa), dopo che era già arrivata l'archiviazione della gip Rossana Mongiardo, su richiesta dell'aggiunta Letizia Mannella e della pm Rosaria Stagnaro, per l'imputazione principale di violenza sessuale per quella notte passata prima alla discoteca Apophis e poi a casa La Russa. La Procura, in questa tranche, aveva posto come condizione per la congruità del risarcimento la giustizia riparativa.
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Condannato a un anno l'amico Tommaso Gilardoni
Nel frattempo, sempre nell'udienza di oggi, la giudice ha invece condannato a un anno di reclusione (pena sospesa) per lo stesso reato l'amico Tommaso Gilardoni, per avere diffuso senza il consenso della ragazza un video della notte tra il 18 e il 19 maggio 2023. Il ragazzo aveva scelto l'abbreviato e i suoi legali Luigi Stortoni e Alessio Lanzi avevano chiesto l'assoluzione. In questo filone sul revenge porn, secondo i pm, Leonardo Apache, "dopo averlo realizzato" quel 19 maggio, avrebbe inviato via WhatsApp all'amico Gilardoni, "ospite presso la sua abitazione", un video "a contenuto sessualmente esplicito, destinato a rimanere privato", che ritraeva la ragazza senza il suo "consenso". Il 22enne, interrogato nel dicembre 2023, aveva messo a verbale di aver mandato "a Tommaso" quel filmato "per giustificare" il fatto che "se ne fosse andato prima dal locale" e anche di aver "chiesto il consenso" alla ragazza. A Gilardoni, invece, veniva contestato un episodio di qualche mese dopo: l'invio di un altro video ad un amico sempre di quella notte. Immagini tutte trovate sui telefonini nelle indagini della Polizia.
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La ragazza: "Farò appello contro la sentenza"
Commentando la sentenza che ha estinto il reato di revenge porn per La Russa jr e valutato come "congrua" l'offerta di risarcimento, la ragazza ha detto: "Sono contenta perché è stato riconosciuto il fatto e il reato", nel processo con condanna per revenge porn per Tommaso Gilardoni, "e sicuramente impugnerò il provvedimento sulla congruità" del risarcimento offerto da Leonardo Apache La Russa. La giovane, assistita dal legale Stefano Benvenuto, non prenderà quindi quei 25mila euro messi a disposizione da La Russa Jr e farà appello contro la sentenza della gup di Milano che oggi ha dichiarato estinto il reato a suo carico.
L'avvocato della vittima: "Udienza importantissima"
"Udienza importantissima oggi", ha spiegato l'avvocato Benvenuto, aggiungendo che "è stato accertato il reato ai danni della mia assistita. Riteniamo non condivisibile, invece, il giudizio di congruità emesso dalla Giudice sulla somma offerta da La Russa Jr". L'Osservatorio civile, ha spiegato il legale, "che fissa i principi di liquidazione dei danni, indirizzati alle sedi civili e penali, quantifica per il reato di diffamazione a mezzo stampa anche importi superiori a 50mila euro". E, dunque, "come fa a essere satisfattiva una somma di 25.000 che per legge dovrebbe includere i danni morali, i danni esistenziali e dinamico relazionali, conseguenti al reato contestato, oltre alle spese?". Il legale, dunque, ha chiarito che la ragazza "non toccherà quella somma e faremo appello". Nel processo abbreviato a Gilardoni la giudice ha riconosciuto come risarcimento alla giovane, parte civile, 7mila euro più le spese legali. Il difensore ha concluso ricordando, poi, che chiederà anche alla Procura di indagare su quel "bacio rubato di Leonardo La Russa" alla ragazza emerso dagli atti dell'inchiesta archiviata e su cui "i pm non hanno però proceduto".
Legali di La Russa jr: "Giustizia dopo 2 anni di accanimento mediatico"
I legali di La Russa jr, gli avvocati Vinicio Nardo e Adriano Bazzoni, hanno invece affermato in una nota: "Al termine di un percorso durato due anni non scevro di sofferenze e di malevoli interpretazioni, la decisione presa oggi dal gup di Milano di non procedere per il reato di revenge porn nei confronti di Leonardo La Russa, riconosce la sua narrazione dei fatti sulla consensualità e l'assenza di volontà offensiva, ci conforta e conclude un percorso di giustizia sostanziale nel quale abbiamo sempre creduto". Poi hanno aggiunto: "D'altronde già la precedente sentenza di archiviazione per le inesistenti accuse di violenza sessuale, aveva inquadrato questa vicenda per quello che era una storia giovanile che ci auguriamo possa essere elaborata umanamente così come ha saputo fare Leonardo non solo con la lettera agli atti ma anche sopportando dolorosamente in silenzio due anni di ingiusto accanimento mediatico e sui social da parte di chi lo dava subito per colpevole di un reato che non ha commesso".