Un complesso residenziale in pieno centro storico è stato sequestrato nell’ambito dell’inchiesta sull’urbanistica milanese. Al suo posto sorgeva un edificio settecentesco, demolito nel 2006. I pm contestano un presunto abuso edilizio. Gli indagati sono 27
Nuovo sequestro nell’ambito della maxi inchiesta sulla gestione dell’urbanistica a Milano. Il nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, su disposizione del gip, ha posto sotto sequestro il progetto immobiliare “Unico-Brera”, in pieno centro storico, di cui si era già parlato in alcuni atti delle indagini. Il provvedimento riguarda un complesso residenziale di lusso, composto da due edifici di 4 e 11 piani, in via Anfiteatro, su un'area rimasta vuota dal 2006 in seguito alla demolizione di un palazzo settecentesco composto da due corpi di 5 e 3 piani.
L’indagine
L’indagine ipotizza abusi edilizi e presunti falsi nelle procedure autorizzative. Sono 27 le persone indagate in questo filone, già emerso in precedenti atti dell’inchiesta. In particolare, si inserisce nel filone che lo scorso marzo aveva portato all'arresto dell'ex vicepresidente della Commissione Paesaggio Giovanni Oggioni e a un’interdittiva per l'architetto Marco Cerri. Tra le contestazioni nel sequestro, oltre alla violazione delle normative urbanistiche, figurano ancora una volta il capitolo della sottostima degli oneri di urbanizzazione e un presunto illecito aumento delle cubature e dei volumi della torre in via di realizzazione.
Pm: “Opera di sfaldamento delle aree più preziose della città”
"A tutt'oggi gli uffici del Comune di Milano non hanno messo in discussione le pratica edilizie di cui è causa, perché ciò significherebbe ammettere di aver consentito l'incontrollata azione di falsificazione, nelle relative pratiche edilizie" che riguardano gli immobili nelle zone più caratteristiche della città. Sono delle considerazioni dei pm riportate dal gip Mattia Fiorentini nel provvedimento con cui ha disposto il sequestro preventivo del cantiere. “Opera di sfaldamento e falsificazione, protrattasi, (...) per oltre un quindicennio, che ha ad oggetto aree ed ambiti tra i più preziosi del centro storico ed identitario del territorio della città". "Il dato di fatto che a giudizio dell'ufficio scrivente", ossia la Procura, "desta ulteriore allarme, è che tale sistema di illegalità manipolatoria e di falsificazione ideologica dei titoli edilizi e alterazione del procedimento (di cui il caso di via Anfiteatro e via Zecca Vecchia sono solo fulgidi esempi) nonostante le apparenze non si arresta ed è ancora pervasivo". Per i pubblici ministeri titolari delle indagini, "al di là della dichiarazioni di intenti delle circolari n. 3 e 4 di marzo del 2024 dei direttori e dei dirigenti degli uffici dell'edilizia" di Palazzo Marino "non risulta che nel presente caso e in altri enunciati (via Crescenzago, cortile di via Compagnoni, torre di via Stresa, via Anfiteatro, via della Zecca Vecchia e in moltissimi altri) il gruppo di lavoro del direttori e dirigenti abbia rivisto le pratiche e compiuto istruttorie, attenendosi alle indicazioni date dal gip" nei casi che ha trattato in precedenza "come era stato, appunto, dichiarato che avrebbe fatto. Non è dato sapere nemmeno, ad esempio, quali siano state le iniziative del gruppo in ordine ai numerosissimi casi di costruzioni in cortile, con Scia e definite di ristrutturazione" in merito ai quali la Procura "aveva chiesto formalmente di essere informata".