Processo Open Arms, rinviata l'udienza. Camps: "Continueremo a salvare vite"
CronacaNella circostanza si discuterà il ricorso per saltum presentato dalla Procura di Palermo contro l'assoluzione del ministro Matteo Salvini dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio
I giudici della quinta sezione della Cassazione hanno deciso di rinviare al 17 dicembre l'udienza in cui si discuterà il ricorso per saltum presentato dalla Procura di Palermo contro l'assoluzione del ministro Matteo Salvini dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio. Succede nell'ambito della vicenda della nave della Ong spagnola Open Arms. Il rinvio è legato al legittimo impedimento del difensore di Salvini, Giulia Bongiorno, che quest'oggi non è potuta essere presente in aula per una indisposizione.
Camps: "Nessun essere umano può diventare oggetto di una decisione politica"
"Attendiamo la Corte, abbiamo affrontato questo processo con la convinzione di affermare che nessun essere umano può diventare oggetto di una decisione politica. Di questo vogliamo parlare negli spazi istituzionali previsti, per strutturare politiche idonee e non continuare a trattare questi temi in tribunale". Lo ha detto Oscar Camps, fondatore di Open Arms, dopo il rinvio dell'udienza in Cassazione. "Noi, oggi come 10 anni fa quando siamo nati - ha aggiunto Camps -, vogliamo continuare a difendere le politiche migratorie europee basate sulla tutela dei diritti umani. In questi 10 anni in mare abbiamo soccorso oltre 75.000 vite: continueremo a farlo, continueremo a operare nella cornice normativa prevista, anche se in molti casi ci sembra che le istituzioni abbiano un atteggiamento persecutorio nei nostri confronti, invece che di tutela per la vita delle persone. Per questo oggi rilanciamo 'Rotta comune', la nostra campagna che denuncia la deriva securitaria dei soccorsi in mare e chiede all’Europa di cambiare direzione. Salvare vite non è un crimine", ha concluso.
Brinis: "Convinti della missione del 2019, non siamo nemici"
"È stato deciso un rinvio per il 17 dicembre. Noi ci arriveremo con lo stesso spirito con cui siamo arrivati oggi, ovvero convinti della missione che abbiamo condotto nel 2019". Questo, invece, il commento di Valentina Brinis, advocacy officer di Open Arms, dopo il rinvio odierno. "Abbiamo sempre creduto nelle istituzioni e nella nella magistratura: siamo convinti di essere parte civile fino in fondo. Nei nostri ricordi c'è sempre quello che è accaduto in mare e ci sono sempre le persone che noi abbiamo tratto in salvo, non solo in quell'occasione, ma anche in questi 10 anni, ovvero parliamo di oltre 73.000 persone - ha aggiunto -. Noi chiediamo di essere degli interlocutori istituzionali, non dei nemici. Negli ultimi 3 anni, abbiamo passato, così come le altre organizzazioni del soccorso in mare, moltissimo tempo all'interno delle aule di tribunali. Invece vorremmo che questo tempo venisse investito per dialogare con le istituzioni e anche raccontare loro in maniera pacata e tranquilla, senza scontri politici, quello che accade nel Mediterraneo".