Opera, si cala con le lenzuola annodate e scappa: evaso un detenuto 41enne

Cronaca
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L'uomo, di origini albanesi, "è evaso nella notte dalla Casa di Reclusione di Milano Opera nel più classico dei modi. Non è ancora chiaro come abbia fatto poi a scavalcare la cinta muraria e se abbia goduto di complicità esterne". La conferma è arrivata da Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA, Polizia Penitenziaria

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“Un detenuto di origini albanesi di 41 anni d’età, con fine pena fissato a ottobre del 2048, è evaso nella notte dalla Casa di Reclusione di Milano Opera nel più classico dei modi: segando le sbarre della finestra e calandosi con delle lenzuola annodate. Non è ancora chiaro come abbia fatto poi a scavalcare la cinta muraria e se abbia goduto di complicità esterne". La conferma è arrivata da Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA, Polizia Penitenziaria, in un comunicato apparso online.  Il detenuto evaso è Toma Taulant e sarebbe al suo quarto episodio di evasione da una casa circondariale. L'ultimo risale al 2013 quando assieme ad una altra persona riuscì a scappare dal carcere di Parma. Si tratta, è stato spiegato di un "ennesimo episodio, unito al dramma che si vive ogni giorno nelle prigioni e a tutto ciò che accade" che "certifica ulteriormente il fallimento delle politiche penitenziare condotte dai governi almeno negli ultimi 25 anni, ivi compresi quelli più recenti”.

La ricerca dell'evaso

Il detenuto è attulmente ricercato dalla polizia penitenziaria “e delle altre forze dell’ordine e confidiamo che anche questa volta il Nucleo Investigativo Centrale della Polizia penitenziaria e le sue articolazioni territoriali possano metterci una pezza. Ma è evidente che non si può andare avanti turando falle, di ogni genere, e senza un reale e concreto progetto programmatico degno di un paese civile”, ha segnalato ancora De Fazio.

La situazione ad Opera e nelle strutture carcerarie italiane

La fuga è stata occasione anche per fare il punto della situazione rispetto alle condizioni che riguardano la struttura milanese. “Nel carcere di Opera 1.338 detenuti sono stipati in 918 posti disponibili (sovraffollamento del 153%) e vengono gestiti, per com’è possibile, da soli 533 agenti, quando ne necessiterebbero almeno 811 (-34%). Una situazione oggettivamente insostenibile che, oltre a ledere i fondamentali diritti umani dei reclusi, mette a durissima prova gli operatori del Corpo di polizia penitenziaria, sottoposti a carichi di lavoro inenarrabili e a turnazioni di servizio che si protraggono ben al di là della durata regolare, con la compressione di diritti anche di rango costituzionale", ha sottolineato De Fazio. Meglio non va a livello nazionale, dove i detenuti "sono 63.690, mentre i posti disponibili, in costante diminuzione al di là della narrazione governativa, sono solo 46.199 e alla Polizia penitenziaria nelle carceri mancano 20mila agenti". In conclusione, ribadisce il segretario di Uilpa, "servono subito tangibili provvedimenti per deflazionare la densità detentiva, potenziare gli organici della Polizia penitenziaria e delle altre figure professionali, ammodernare le strutture, che in attesa dei fantomatici moduli prefabbricati continuano a sgretolarsi, implementare le tecnologie e gli equipaggiamenti, garantire l’assistenza sanitaria e avviare riforme complessive”. 

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