Cadute le ipotesi di falso e favoreggiamento. Per l’accusa, l’avvocata di Alessia Pifferi, le tre ex psicologhe di San Vittore e lo psichiatra ed ex consulente della difesa Marco Garbarini avevano manipolato gli esami per far ottenere a Pifferi la perizia psichiatrica. Il gup di Milano ha quindi deciso di non accogliere la richiesta del pm che per Pontenani aveva chiesto una condanna a 4 anni. Pontenani: "Ristabilita correttezza del mio operato"
L'avvocata Alessia Pontenani, legale di Alessia Pifferi, è stata assolta dall’accusa di falso e favoreggiamento: l’ipotesi di reato contro Pontenani fa parte del secondo filone di indagini sul caso dell'omicidio della piccola Diana, lasciata in casa sola per sei giorni nel 2022 e per il quale la madre è stata condannata a 24 anni in appello. Lo ha deciso il gup di Milano Roberto Crepaldi, che nello stesso contesto ha assolto anche le tre ex psicologhe di San Vittore e lo psichiatra ed ex consulente della difesa Marco Garbarini. Per l’accusa al centro c’era una presunta attività di "manipolazione" per aiutare Pifferi ad ottenere la perizia psichiatrica in primo grado e un ipotizzato tentativo di indirizzare l'esito dell'accertamento verso un "vizio parziale di mente".
Rifiutata la richiesta del pm
Il gup di Milano Roberto Crepaldi, assolvendo tutti gli imputati del processo bis, ha quindi deciso di non accogliere le richieste del pm Francesco De Tommasi che aveva chiesto una condanna a 4 anni per Pontenani e per una delle ex psicologhe di San Vittore, 3 anni e mezzo per lo psichiatra e consulente della difesa Marco Garbarini e tre anni per altre due psicologhe. Pe3r avvalorare la sua richiesta, il pm aveva definito Alessia Pifferi come una "persona cattiva, insensibile, anaffettiva, cinica, bugiarda e menefreghista", che ha lasciato "consapevolmente morire la piccola Diana in un modo così orribile". E che poi "ha saputo obbedire" alla "vera regista dell'operazione" che "è diventata proprio" la sua avvocata, un'operazione che prevedeva di "farla passare per scema".
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Assoluzione perché "fatto non sussiste"
Con rito abbreviato i cinque imputati sono stati assolti con formula piena dalle imputazioni di falso e favoreggiamento "perché il fatto non sussiste". Solo per un'accusa residuale, non al centro del procedimento, l'assoluzione è arrivata per "particolare tenuità del fatto". Aveva scelto, invece, il rito ordinario anche una quarta psicologa: il gup per lei ha disposto il proscioglimento dalle imputazioni principali e il rinvio a giudizio ma solo per falso in relazione a dei corsi di formazione (un'imputata ha già patteggiato), accusa che non c'entrava con la presunta manipolazione. Le motivazioni del verdetto saranno depositate entro fine anno.
Pontenani: "Ristabilita correttezza del mio operato"
"Questa sentenza dimostra che gli avvocati devono continuare a fare il loro lavoro, che non esiste l'eccesso di difesa ed è giusto che continuino ad assistere, nel migliore di modi, le persone che hanno bisogno. Tutti, anche chi commette i crimini più terribili, hanno il diritto ad avere un legale che li aiuti". Così Alessia Pontenani ha commentato la propria sentenza di assoluzione. "È finito un incubo. Finalmente è stata ristabilita la correttezza del mio operato", ha proseguito l'avvocatessa aggiungendo che "il problema vero è che non è stato corretto fare un processo all'interno di un altro processo". Se ciò non fosse avvenuto "magari il procedimento di Alessia Pifferi sarebbe andato diversamente già in primo grado". Per Corrado Limentani, difensore di Pontenani, "non è stato riscontrato nemmeno un indizio. Questo processo non doveva nemmeno cominciare" ed "ha creato danni gravissimi alle persone".