Roma, "lista stupri" sul muro del liceo Giulio Cesare. Valditara: "Fatto grave"
CronacaUn elenco di nove nomi di ragazze è comparso sui muri dei bagni maschili dell'istituto romano. Un episodio che, denunciato dal collettivo Zero Alibi, è stato condannato anche dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara che lo ha definito "un fatto grave che va indagato e sanzionato duramente”. Il gesto ha scatenato le dure reazioni della scuola e delle famiglie. “Ottusi graffiti vandalici”, ha scritto la preside in una nota
Un elenco di nomi di ragazze scritto sul muro, e accanto la scritta: “Lista stupri”. È ciò che è accaduto all'interno dei bagni maschili del liceo Giulio Cesare a Roma. Un episodio che, denunciato dal collettivo Zero Alibi, è stato condannato anche dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara che lo ha definito "un fatto grave che va indagato e sanzionato duramente”. Il gesto ha scatenato le dure reazioni della scuola e delle famiglie. “Ottusi graffiti vandalici”, ha scritto in una nota ufficiale la preside dell'istituto romano, invitando i colleghi docenti a proporre “attività formative contro ogni forma di violenza”.
Valditara: “A scuola non c'è spazio per violenza e discriminazione”
Dopo aver condannato il gesto, il ministro dell'Istruzione ha poi sottolineato che “con le nuove norme la scuola ha tutti gli elementi per procedere”. Poi ha aggiunto: “Verificheremo anche come stanno andando all'interno del liceo i corsi di educazione al rispetto della donna e di educazione alle relazioni previsti per la prima volta obbligatoriamente dalle nuove Linee guida sulla educazione civica e che lo scorso anno hanno dato risultati molto importanti nella gran parte delle scuole superiori italiane”. Per Valditara, “il rispetto è un valore imprescindibile” e “nella scuola italiana non vi è spazio per la violenza e la discriminazione".
Il collettivo Zero Alibi: “Un gesto di una gravità inconcepibile”
A denunciare l'accaduto è stato il collettivo Zero Alibi. “Nella nostra scuola nel bagno dei maschi del secondo piano è comparsa una scritta aberrante: "Lista stupri" e a seguire una serie di nomi di studentesse”, hanno scritto i membri del collettivo. “Un muro può essere cancellato, ma la cultura alla base del messaggio no, va combattuta. Questo gesto oltre a essere di una gravità inconcepibile, dimostra la società patriarcale in cui ancora oggi tuttə noi viviamo”, hanno aggiunto. E ancora: “Usare la violenza sessuale come arma, come minaccia o scherno, significa alimentare ed essere parte attiva della stessa cultura che ogni giorno uccide, ferisce, opprime, umilia e zittisce le donne. Significa sentirsi autorizzati a trattare i corpi femminili come oggetti, come bersagli, come componenti di una lista. E questo è intollerabile”.
Pd: "Serve un'educazione affettiva"
Irene Manzi e Cecilia D'Elia, capigruppo del Pd in commissione istruzione della Camera e del Senato, ha commentato l'accaduto, parlando di "un fatto di una gravità intollerabile". Per le capigruppo dem, "non è una bravata: è l'ennesima manifestazione di una cultura patriarcale che considera i corpi delle donne oggetti da insultare, intimidire, controllare. E' un atto di violenza pura". Manzi e D'Elia hanno espresso la loro vicinanza alle "ragazze coinvolte, al collettivo Zero Alibi e alla dirigente scolastica che hanno denunciato con coraggio quanto accaduto". Poi hanno aggiunto: "Cancellare una scritta non basta. Serve un lavoro culturale profondo, e questo lavoro si chiama educazione affettiva e al rispetto: un percorso strutturale nelle scuole italiane, unico strumento capace di prevenire violenza, stereotipi e sopraffazioni". Le capigruppo hanno poi lanciato un appello, chiedendo che "le istituzioni assumano finalmente la responsabilità di introdurre percorsi seri di educazione sessuo-affettiva in ogni grado di scuola: perché la prevenzione si costruisce ogni giorno, non solo nelle ricorrenze o di fronte a episodi inqualificabili come questo". Poi hanno concluso: "Siamo al fianco della comunità del Giulio Cesare e continueremo a batterci perché ogni scuola sia un luogo sicuro, libero da violenza e discriminazioni. La dignità delle ragazze non si tocca, mai".