Incidente Milano, il 20enne accusato di essere alla guida era davvero un soccorritore

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In un primo momento, sulla base di alcune testimonianze, era stato ipotizzato che il giovane avesse finto di essere intervenuto per mascherare il fatto di essere in realtà al volante. Nuovi video dimostrano però la veridicità della sua versione: la sua scarpa sarebbe finita a bordo dell'auto nel tentativo di rompere il finestrino

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Si arricchisce di nuovi colpi di scena la ricostruzione del terribile incidente avvenuto domenica all’alba in viale Fulvio Testi a Milano, nel quale ha perso la vita il 19enne Pietro Silva Orrego (COSA SAPPIAMO FINORA). Un paio di video che circolano in queste ore sui social sembrano, infatti, scagionare il 20enne che, inizialmente, si pensava fosse al volante del Suv a bordo del quale viaggiava anche la vittima. In un primo momento, sembrava che lo stesso giovane avesse finto di essere un soccorritore per mascherare il fatto di essere il conducente, stando alla testimonianza di una persona presente sul luogo dell'incidente. A inchiodarlo sarebbe stata, secondo questa versione dei fatti, una scarpa trovata all'interno della vettura.  Tuttavia, sarebbero proprio questi brevi filmati, il condizionale ormai è d'obbligo, a dimostrare che quella scarpa era sì sua, ma sarebbe finita nell'abitacolo dell'auto spezzata in due solo nel tentativo di rompere il vetro. 

La scarpa finita a bordo nel tentativo di rompere il finestrino

Le immagini, come spiega il Corriere della Sera, mostrano il 20enne accorrere, insieme a un paio di passanti, disperarsi ("ci sono i miei amici che stanno morendo") e poi prendere a calci il finestrino, probabilmente perdendo proprio così la scarpa, nel tentativo di aprirsi un varco per soccorrere chi era a bordo della Mercedes Classe G Brabus. Anche l’assenza, di fatto, di ferite fa pensare agli inquirenti che non fosse a bordo, nonostante le macchie di sangue sui suoi vestiti. Subito ascoltato dai vigili intervenuti sul posto, il ragazzo aveva riferito di essere arrivato là con un tram su cui, invece, non è mai salito, alimentando così i sospetti. Il 20enne, che abita a un paio di chilometri di distanza, è anche risultato positivo all’etilometro. Conosceva gli occupanti della Mercedes e non è escluso che avesse passato la serata con loro e che possa essere sceso dal Suv prima dell’incidente. Nel registro degli indagati, con l’accusa di omicidio stradale, è possibile che venga iscritto, invece, il 23enne, patentato e incensurato (come tutte le persone coinvolte) che aveva preso a noleggio il mezzo da una società specializzata, e che agli agenti della polizia locale ha dichiarato di essere stato in effetti alla guida. Si attendono gli esiti dell’alcol test a cui è stato sottoposto in pronto soccorso.

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