Trieste, il bambino ucciso dalla madre aveva uno smartwatch di allarme. Stasera la veglia

Cronaca
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Il padre glielo avrebbe regalato temendo che la ex moglie mettesse in pratica le minacce di morte proferite tempo prima. Alla veglia nel Duomo di Muggia hanno partecipato moltissimi fedeli

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Il padre di Giovanni aveva regalato al piccolo figlio uno smartwatch con cui chiamarlo in caso di emergenza. Era un dono che gli aveva fatto l'anno scorso per il compleanno. Lo scrive oggi il quotidiano Il Piccolo precisando che non è ancora chiaro se il bambino lo indossasse la sera della tragedia. Un tipo di regalo che sottolinea i timori del padre operaio al Sincrotrone e che aveva scelto d'accordo con l'avvocata Gigliola Bridda. Da quanto risulta allo stesso quotidiano, comunque, il piccolo non lo avrebbe mai utilizzato. Il padre glielo avrebbe regalato temendo che la ex moglie mettesse in pratica le minacce di morte proferite tempo prima. In passato il piccolo aveva subito anche due episodi di violenza da parte della madre.

Le indagini

Intanto slitta l'udienza di convalida dell'arresto di Olena Stasiuk, 55enne di origine ucraina, in passato seguita da un centro di salute mentale, che nella serata del 12 novembre ha ucciso il figlio di nove anni tagliandogli la gola, durante una visita genitoriale nella sua casa di Muggia, in provincia di Trieste. Soltanto da pochissimi giorni erano iniziati gli incontri liberi tra la madre e il bimbo: fino a poco tempo fa era richiesta la presenza degli assistenti sociali. Il ministero della Giustizia ha chiesto una relazione sulla decisione dei giudici di autorizzare l'incontro. La donna è stata ritrovata con delle ferite da arma di taglio sul corpo: per ora resta in ospedale e quindi non è ancora potuta comparire davanti al Gip. 

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Duomo di Muggia gremito per veglia in ricordo piccolo Giovanni

In un Duomo di Muggia gremito di persone questa sera si è svolta la veglia di preghiera in ricordo di Giovanni. Un momento di riflessione organizzato dal parroco, don Andrea Destradi, che conosceva la famiglia. E' presente, tra gli altri, anche il vescovo di Trieste, Mons Enrico Trevisi. Nel Duomo non sono riuscite a entrare tutte le persone venute in piazza Marcone, dunque molte sono rimaste all'esterno, a pochi metri e dove affaccia la casa dove è avvenuto l'omicidio. Tra i fedeli c'è anche il papà del bambino, per il quale don Destradi ha chiesto (anche nei giorni) scorsi rispetto, alla luce della presenza costante, ormai da giorni, di giornalisti e operatori da tutta Italia. Sono inoltre presenti anche le famiglie dei compagni di scuola e di sport del piccolo, e tanti cittadini, in una comunità profondamente toccata da quanto successo.

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