Roma, altra giornata di scavi alla Casa del Jazz: si cerca il corpo del giudice Adinolfi
CronacaSi è scavato in più punti sotto e intorno a quella che un tempo fu la villa di Enrico Nicoletti, cassiere della banda della Magliana, poi diventata un centro culturale molto conosciuto in città. "Non cerchiamo qualcosa in particolare, poi astrattamente potremmo trovare dei corpi e uno dei corpi ipotizzati è del giudice Paolo Adinolfi", ha detto il prefetto Giannini. "Non ci fermeremo fino a quando non arriveremo giù e libereremo la galleria”, ha aggiunto l'ex magistrato Guglielmo Muntoni. Lavori riprendono lunedì
Sono proseguiti anche oggi gli scavi alla Casa del Jazz di Roma, dove si pensa che potrebbe trovarsi il corpo del giudice Paolo Adinolfi, sparito nel nulla nella Capitale il 2 luglio 1994. Le operazioni sono iniziate in mattinata, poi sono state sospese intorno alle 13 per un paio di ore, e poi sono riprese nel pomeriggio fino a sera: riprenderanno lunedì. Una pista per trovare il corpo di Adinolfi sembrerebbe portare ai sotterranei dell'immobile che un tempo fu la villa di Enrico Nicoletti, cassiere della banda della Magliana, che si trova all'interno di quello che oggi è uno spazio culturale molto conosciuto a Roma, a ridosso di via Cristoforo Colombo, nato sulle ceneri dei beni confiscati alla malavita. Dopo un'ispezione con i videoradar, oggi 14 novembre è stata messa in azione una ruspa. Sul luogo, brevemente, sono arrivati anche Lorenzo e Giovanna Adinolfi, figli del giudice. Sul posto anche l'ex magistrato Guglielmo Muntoni, da cui è partita la segnalazione, e l'ex questore di Roma Nicolo' D'Angelo, all'epoca alla Squadra Mobile.
Gli scavi
Gli scavi hanno interessato più punti intorno a quella che un tempo era la villa di Enrico Nicoletti. Dopo le ricerche nell'area sul retro dell'abitazione, che avrebbero dato esisto negativo, nel pomeriggio ci si è concentrati nella zona opposta in cui dovrebbe esserci un pozzo d'acqua. A indicare la strada, un georadar che rileva anomalie nel terreno.
Il prefetto Giannini: "Non cerchiamo nulla di particolare, ma è possibile ci siano corpi"
In particolare, su disposizione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, le ricerche di Adinolfi si stanno concentrando intorno a un tunnel mai esplorato. Anche se le istituzioni preferiscono la prudenza: "Non si sta cercando qualcosa in particolare ma è necessario fare una verifica", ha avvertito il prefetto Lamberto Giannini. L'ispezione nasce dalla segnalazione dell'ex magistrato Guglielmo Muntoni, ora presidente dell'Osservatorio sulle politiche per il contrasto alla criminalità economica della Camera di Commercio di Roma, che ha parlato della presenza di un tunnel “tombato”, chiuso circa 30 anni fa. Il sospetto è che quella galleria sia stata interrata per nascondere qualcosa, come armi e gioielli, che la Banda avrebbe potuto recuperare attraverso una botola. "Poi astrattamente - ha detto Giannini - potremmo trovare dei corpi e uno dei corpi ipotizzati è quello del giudice Paolo Adinolfi", magistrato che per anni aveva lavorato alla sezione Fallimentare del Tribunale di Roma prima del trasferimento alla Corte d'Appello pochi giorni prima di sparire nel nulla.
Muntoni: "Non ci fermeremo fino a quando non libereremo la galleria"
"Non ci fermeremo fino a quando non arriveremo giù e libereremo la galleria. L'ingresso è chiuso con della terra, dobbiamo arrivare all'ingresso e liberarlo. Sono passati trent'anni, quindi i ricordi sono complicati, i georadar funzionano in modo da interpretare", ha detto l'ex magistrato Guglielmo Muntoni, lasciando la casa del Jazz al termine degli scavi. "Abbiamo provato in un punto, poi in un altro. Lunedì faremo dei nuovi lavori. Quando ci saranno i primi risultati li forniremo. Di concreto ci sarà qualcosa che si voleva nascondere all'epoca, abbiano pensato a esplosivi, armi documenti, preziosi. A Nicoletti non abbiamo trovato neanche mille lire. In banca aveva solo debiti", ha spiegato. Alla domanda se è un'ipotesi realistica che all'interno della Casa del Jazz ci siano dei corpi, Muntoni ha risposto: "È un'ipotesi come le altre in una situazione di questo genere, visti gli ambienti che hanno frequentato la villa e il periodo storico". Quanto al sospetto che ci possano essere i resti del giudice scomparso, ha aggiunto: "È un'ipotesi astratta che non ha nulla di concreto e non c'è un appiglio giudiziario".
La famiglia di Adinolfi: "No a clamore mediatico"
Già ieri, 13 novembre, Lorenzo Adinolfi era stato alla Casa del Jazz. "Ora dobbiamo solo aspettare. Non si può dire altro", ha detto sul luogo. La famiglia chiede silenzio spiegando di non essere stata "mai né consultata né informata rispetto a questa iniziativa, né avrebbe mai desiderato il clamore mediatico che ne è conseguito. Chiediamo a tutti silenzio e rispetto per il nostro dolore infinito", hanno sottolineato la moglie e i figli del giudice.
Tunnel già segnalato anni fa
La presenza del tunnel era stata segnalata alle autorità già 20 anni fa. "Un tempo lì c'era una casina di caccia rettangolare con una scala in tufo che portava a una cantina e a un tunnel profondo circa 15 metri e lungo 20/25 metri. C'è anche una presa d'aria. Lo so perché qui ci venivamo da ragazzini. Poi Nicoletti, non so con quali autorizzazioni, ci ha costruito sopra una villa grande quattro volte in più", ha raccontato un abitante della zona.
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La Banda della Magliana negli anni è stata accostata anche alla scomparsa di Emanuela Orlandi: il loro potenziale ruolo fu al centro della seconda indagine dei pm di piazzale Clodio sul caso, poi archiviato. Ora si è tornato a parlarne in occasione degli scavi. Tocca il tema la legale della famiglia Orlandi, Laura Sgrò: "È certamente suggestivo in questo momento qualsivoglia riferimento a Emanuela, ciò non toglie che tante cose relative alla seconda inchiesta" della procura di Roma, "che ha familiarità con il luogo in cui si scava adesso, a nostro avviso, meritavano un ulteriore e più attento approfondimento".