Sgombero Askatasuna, oggi il corteo. Torino blindata per la manifestazione

Cronaca
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Gli autonomi del centro sociale, dopo lo sgombero, hanno organizzato per questo pomeriggio un corteo da bollino rosso per l'ordine pubblico nel capoluogo piemontese. Gli antagonisti si sono dati appuntamento alle 14.30 davanti a Palazzo Nuovo. Previsto l'arrivo in città di attivisti provenienti da Genova, Bologna, Milano, dalla Lombardia e dal Nord-Est. Si temono tensioni e scontri

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"Niente sarà come più come prima, il campo è stato tracciato. Chi con noi continua a volere un presente e un futuro diversi sa che la partita non è finita, ma solo iniziata". È la promessa lanciata ieri via social degli autonomi del centro sociale Askatasuna, il giorno dopo lo sgombero. Oggi è in programma un corteo da bollino rosso per l'ordine pubblico a Torino, nell'ultimo sabato di shopping natalizio.

Gli orari e le zone coinvolte

Il corteo indetto dagli antagonisti contro lo sgombero di Askatasuna partirà a pochi metri dal centro di Torino. L'appuntamento è alle 14.30 davanti a Palazzo Nuovo, sede torinese delle facoltà umanistiche e non più, come era stato annunciato, da piazza Santa Giulia nel quartiere Vanchiglia, dove si trova, in corso Regina Margherita 47, la palazzina occupata da circa trent’anni. Non è la prima volta che manifestazioni organizzate dagli antagonisti partono da Palazzo Nuovo, anche perché molti giovani militanti del centro sociale fanno parte del collettivo universitario autonomo.

In arrivo attivisti da altre città

La manifestazione è stata indetta a livello cittadino, ma è previsto l'arrivo in città di attivisti provenienti da Genova, Bologna, Milano, dalla Lombardia e dal Nord-Est. Nelle scorse ore sono stati diffusi anche messaggi di solidarietà da altri centri sociali e collettivi. Tra questi lo storico Leoncavallo di Milano, sgomberato ad agosto. I militanti affermano che "lo sgombero di Askatasuna è un attacco a Torino, alla legittimità di protestare e al dissenso”. Alcuni appartenenti ad Askatasuna ieri hanno chiesto di poter entrare nello stabile per recuperare alcuni oggetti. È stato loro comunicato che al momento non è possibile accedere liberamente, ma che l'ingresso potrà avvenire, accompagnati dalla Digos, uno alla volta e solo per il recupero di effetti personali.

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Poche settimane fa il capo della polizia Vittorio Pisani, in visita alla sede del quotidiano La Stampa dopo l'assalto, aveva sottolineato che, con le sue cinquecento manifestazioni all'anno, Torino è seconda solo a Roma. Nel capoluogo piemontese sono già arrivati rinforzi per i reparti mobili da quasi tutte le regioni. Si temono tensioni e scontri.

Le reazioni politiche

Il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, oggi a Torino a margine di un evento all'ospedale infantile Regina Margherita, ha detto: "Askatasuna un centro culturale? Balle". Era "un centro dell'eversione". Ieri, lo stesso ministro, aveva chiesto che anche la sede di Roma di CasaPound venga liberata. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, l’altro giorno dopo lo sgombero aveva detto: "Era ora, era un bene comune dei violenti". Ma il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, ripetuta la "condanna con fermezza di "ogni episodio di violenza e aggressione", conferma: "Ci siamo assunti consapevolmente la responsabilità di tentare un percorso, nel quale crediamo ancora, perché fondato sul dialogo, sulla partecipazione e sulla responsabilità collettiva, nel solco dei valori della Costituzione della Repubblica. Da sindaco di una città Medaglia d'Oro della Resistenza e fortemente impegnata nella tutela dei diritti - aggiunge -, voglio ribadire che Torino dissente profondamente dalle scelte e dall'impostazione culturale di questo governo. Proprio per questo, l'amministrazione che rappresento non intende modificare le proprie priorità, né cambiare approccio".   

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