Luciana Ronchi, convalidato il fermo dell'ex compagno. Lui: "Voglio ergastolo"

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Resta in carcere l'uomo responsabile dell’omicidio dell’ex compagna uccisa con 14 coltellate sotto casa sua a Milano. "Voglio l'ergastolo, sono pentito", avrebbe dichiarato Morcaldi, secondo la sua legale. Il procuratore Viola: "Si è mosso con estrema determinazione e rapidità e ha colpito con accanimento il volto". Fiaccolata ieri a Bruzzano per ricordare la vittima: presente anche il sindaco Beppe Sala

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Ha deciso di uccidere l'ex compagna con almeno 14 coltellate "dopo un lasso significativo di tempo dalla separazione ed evidentemente vissuto nella palese incapacità di superare il rancore e gestire la frustrazione" e lo ha fatto "con modalità cruente, sprezzanti della pubblicità della situazione e con approccio psicologico evidentemente indifferente ad ogni possibile conseguenza della sua azione". È quanto scrive la gip di Milano Lorenza Pasquinelli nell'ordinanza con cui ha convalidato il fermo e disposto la custodia in carcere per Luigi Morcaldi per il femminicidio di Luciana Ronchi. "Voglio l'ergastolo, sono pentito", avrebbe dichiarato davanti al gip Morcaldi, secondo quanto dichiarato dalla sua legale, l'avvocata Patrizia Iacobino. Le ultime fasi del femminicidio sono immortalate da un video di sorveglianza del condominio: l'uomo la colpisce, lei si allontana ma poi cade a terra. Morirà ore dopo all'ospedale Niguarda. "Pensavo a due coltellate, non a 14. La prima alla gola, le altre non so, forse al volto. Quando l'ho vista non ho capito più niente, la rabbia, ho visto nero. Ho subito da lei una crudeltà disumana", ha dichiarato Morcaldi prima di essere portato in carcere. I due erano stati legati per quasi 40 anni, si erano separati tre anni fa e avevano un figlio con cui Morcaldi ha interrotto i rapporti.

Il procuratore Viola: “Particolare accanimento sul volto”

In un punto stampa nella giornata di ieri il procuratore di Milano Marcello Viola ha spiegato che le immagini dell'impianto di videosorveglianza analizzate dagli agenti della Polizia Locale, coordinati dai pm Leonardo Lesti e Giovanni Tarzia, hanno ripreso un uomo che "si muoveva con estrema determinazione e rapidità". E che ha colpito con particolare "accanimento" il volto. Un gesto indicativo di un livore tale da spingere l'ex barista, che negli ultimi tempi passava la notte tra auto e dormitorio pubblico, a scrivere pure all'ex compagna e al figlio una lettera, mai spedita, intitolata "la torta avvelenata". Un accanimento confermato anche da un testimone che, poco prima delle 10 di mercoledì mattina, in via Grassini, ha spiegato di aver notato su un "marciapiede opposto a quello in cui mi trovavo" in compagnia di un collega, che ha poi prestato i primi soccorsi alla signora, "un individuo a piedi che tirava i capelli lunghi di una donna davanti a sé, la quale urlava con forza e cercava di divincolarsi". L'uomo, poco dopo identificato in Morcaldi, "lasciava la presa, urlava con rabbia contro la sua vittima la frase: 'vai fuori da casa mia!' e sferrava due colpi al volto (...) simili a due pugni" alla 62enne che poi si è accasciata al suolo. "Rimanevo paralizzato ad assistere alla terribile scena mentre il mio collega, a fianco a me, si avvicinava velocemente" ai due "per dividerli e cercare di soccorrere la donna a terra". Significativa anche la deposizione del custode del palazzo dove viveva la vittima: "Da quando si è separato non l'ho più rivisto, fatta eccezione per ieri sera, il 21 ottobre, alle ore 18:30 circa (...) era molto agitato ed arrabbiato (...) insisteva, ripetendo di essere arrabbiato e urlando, sosteneva che avrebbe dovuto essere lei ad andarsene dalla loro casa famigliare". 

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Fiaccolata a Bruzzano - ©Ansa

Fiaccolata a Bruzzano

Diverse centinaia di persone si sono radunate nella giornata di ieri a Bruzzano, periferia di Milano, nella via in cui è stata uccisa Luciana Ronchi. Una camminata silenziosa, con in testa i partecipanti che hanno sfilato con lo striscione della società cooperativa "Abitare" con scritto "Con Luciana nel cuore". Presenti, oltre ai residenti e ai conoscenti, anche diversi assessori e consiglieri comunali di Milano, il sindaco Beppe Sala e i rappresentanti di associazioni e sindacati. Il corteo si è poi concluso in piazza Bruzzano.

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Presente anche il sindaco Sala alla fiaccolata tenutasi a Bruzzano - ©Ansa

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