Murale per Giulia Cecchettin a Torino, il papà Gino: "Ne sarebbe tanto orgogliosa"

Cronaca

L'opera d’arte, inaugurata questa mattina a Torino, prende il nome dalla frase del diario della studentessa uccisa nel novembre 2023 ‘Questo non è amore’ e racconta alcune espressioni di controllo e possesso

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"Mi ha minacciata", "dice cattiverie pesanti", "lui deve sapere tutto". Sono alcune delle frasi che raccontano il clima di controllo e paura che stava vivendo Giulia Cecchettin prima di essere uccisa da Filippo Turetta, che non accettava la fine della loro relazione, nel 2023. Frasi che sono state raffigurate in un murale realizzato a Torino e dedicato a Giulia, prendendo il nome dalla frase del suo diario ‘Questo non è amore’. Tra i tanti bozzetti realizzati dalle studentesse e dagli studenti della 5A del Liceo Artistico di Torino coinvolti dallo staff del festival ‘Women & the City’, ideatore del progetto, il padre di Giulia Gino Cecchettin ha scelto quello della studentessa Nina Gruppi. La ragazza ha raccontato al quotidiano La Stampa che il suo lavoro "vuole essere un omaggio al lavoro artistico di Giulia, ma anche e soprattutto un monito e un invito a non restare in silenzio di fronte alla violenza, ma a reagire e indignarsi". La violenza di genere, dice la giovane, "si combatte anche così: con il dialogo e il dibattito cittadino aperto e partecipato".

Il murale dedicato a Giulia Cecchettin a Torino.
Il murale dedicato a Giulia Cecchettin a Torino.

Gino Cecchettin: "Profonda gratitudine"

L'opera, realizzata dallo street artist torinese Berny Scursatone, sorge nel cuore di Barriera, in corso Vercelli 124 angolo via Desana, su una parete di una palazzina di proprietà di Donatella Barale, che l’ha messa gratuitamente a disposizione del progetto. Questa mattina alle 11.30 l'inaugurazione a cui ha preso parte anche il sindaco di Torino Stefano Lo Russo. "Se Giulia potesse vederli, sono certo che sarebbe orgogliosa di loro", ha detto il padre Gino Cecchettin a La Stampa. "Tutte le bozze erano bellissime: sceglierne una è stato difficile, perché ognuna raccontava Giulia in modo diverso, ma sempre con grande rispetto e sensibilità. Quando ho visto il murale finito ho provato una profonda gratitudine". 

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