Caso Visibilia, Daniela Santanché e la truffa all'Inps: processo sospeso

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L’udienza preliminare che coinvolge la ministra del Turismo, il compagno Dimitri Kunz e due società Visibilia è stata sospesa almeno fino al 20 febbraio. La giudice ha accolto la richiesta della difesa, in attesa della decisione della Consulta sul conflitto di attribuzione sollevato dal Senato nei confronti della Procura di Milano, e ha bloccato anche la prescrizione

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È stata sospesa l'udienza preliminare a Milano che vede imputata la ministra del Turismo e senatrice di Fratelli d’Italia Daniela Santanchè, insieme ad altre quattro persone, tra cui il compagno Dimitri Kunz e due società del gruppo Visibilia. L’accusa riguarda una presunta truffa aggravata ai danni dell’Inps, per l’indebita percezione di 126.468 euro in 20.117 ore di cassa integrazione Covid nel 2020-2022 a 13 dipendenti delle sue società Visibilia Editore spa e Visibilia Concessionaria srl. 

Sospesa anche la prescrizione

 

La giudice per l’udienza preliminare, Tiziana Gueli, ha deciso di sospendere il procedimento almeno fino al 20 febbraio, in attesa della pronuncia della Consulta sul conflitto di attribuzione con la Procura sollevato dal Senato sulla presunta inutilizzabilità di alcuni atti. Il ricorso è stato presentato dai legali della ministra, Salvatore Pino e Nicolò Pelanda, mentre la Procura si è opposta. Con lo stop al procedimento per truffa aggravata all'Inps a carico della ministra Santanchè e di altri quattro imputati, la giudice ha sospeso anche il decorrere della prescrizione.

 

Pm: “Ci sono prove per mandare a processo Santanchè per truffa”

 

Nella memoria depositata all’udienza preliminare, i pm di Milano Marina Gravina e Luigi Luzi si sono opposti sia alla questione dell'inutilizzabilità degli atti posta dalla difesa della senatrice, sia alla sospensione del procedimento in attesa della decisione della Consulta sul conflitto di attribuzione sollevato dal Senato. Secondo la Procura, “la complessiva valutazione degli elementi acquisiti nel corso delle indagini e sottoposti alla valutazione del gup" può "condurre al rinvio a giudizio degli imputati". Nel documento, lungo sei pagine, i pm rispondono a tutte le questioni poste dai difensori sulla "inutilizzabilità di conversazioni ambientali registrate da Eugenio Moschini nei confronti dell'imputata e acquisite al fascicolo", che dovevano passare, per la difesa, dall'autorizzazione a procedere del Senato. E ancora sulla "inutilizzabilità" di mail e chat "in cui la senatrice risulta essere mittente o destinataria". Per la Procura, il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato su quegli atti al momento non è nemmeno "pendente", perché c'è stata solo una "delibera parlamentare" ma deve essere ancora depositato il relativo "ricorso" alla Consulta. Nel merito, aggiungono, il conflitto è stato sollevato da un "potere", ossia il Senato, "diverso dall'autorità giudiziaria" e non è previsto lo stop dei procedimenti. Secondo la Procura, quegli atti sono tutti "documenti" entrati nel fascicolo e non intercettazioni disposte dai pm. E quindi utilizzabili. Quelle "prove documentali", inoltre, mettono in luce che "i dipendenti, nel periodo in cui erano in cassa integrazione Covid, avevano di fatto continuato a lavorare", come confermato anche dalle testimonianze agli atti.

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