"È una scelta che mi lascia proprio spiazzato. Non so cosa ci sia dietro, ma immagino che voglia trovare una forma di pace" dice il papà di Giulia, uccisa dall'ex fidanzato l'11 novembre del 2023
"Non me l'aspettavo. È una scelta che mi lascia proprio spiazzato. Non so cosa ci sia dietro, ma immagino che voglia trovare una forma di pace". Così Gino Cecchettin, intervistato dal Corriere della Sera, commenta la scelta di Filippo Turetta di rinunciare al processo d'appello per l'omicidio della ex fidanzata Giulia. "Dal mio punto di vista cambia ben poco. Non c'è nulla al mondo che possa farmi stare meglio", afferma il papà di Giulia. "Io non potrò mai gioire di nulla, perché dietro c'è una tragedia troppo grande. Qualsiasi cosa succeda, io sono condannato a non rivedere Giulia". A Turetta, dice Cecchettin, "serve qualcuno che lo accompagni in un percorso vero, dentro sé stesso. Penso che vada seguito, che sia necessario stargli vicino". Per la famiglia "non è il momento" di intraprendere un percorso di giustizia riparativa perché "non ci sono state scuse, né una richiesta di perdono. In queste condizioni mi sembrava strumentale".
La lettera di Turetta: "Sincero pentimento"
In una lettera inviata a Procura generale, Procura ordinaria, Corte d'Assise e Corte d'Appello, il 24enne ha comunicato la decisione di rinunciare al processo di secondo grado, previsto per il prossimo 14 novembre, dicendosi "sinceramente pentito". Tra le motivazioni che lo avrebbero spinto ad accettare la condanna all'ergastolo senza ricorrere in appello vi sarebbe anche proprio il rifiuto del padre di Giulia a intrapredere ora un percorso di giustizia riparativa.