Esplosione Castel d’Azzano, Procura contesta reato strage per la morte dei 3 carabinieri

Cronaca
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Domani l'interrogatorio di garanzia dei fratelli Ramponi, responsabili della deflagrazione che ha ucciso Marco Piffari, Valerio Daprà e Davide Bernardello. I loro funerali, nella forma delle esequie di Stato, saranno celebrati venerdì 17, a Padova

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Viene ipotizzato il reato di strage da parte del Procuratore della Repubblica di Verona, Raffaele Tito, nei confronti dei fratelli Ramponi (Franco, Dino e Maria Luisa), responsabili dell'esplosione a Castel D'Azzano (Verona) che è costata la vita a tre carabinieri: Marco Piffari, Valerio Daprà e Davide Bernardello. Domani, 16 ottobre, per i Ramponi si terrà l'interrogatorio di garanzia: sarà così sicuramente per i due fratelli, mentre non sembra che riuscirà a presentarsi davanti al Gip la sorella, in coma farmacologico per le gravi ustioni riportate. Sempre domani dovrebbe svolgersi l'autopsia sulle vittime. Venerdì ci saranno i funerali: il governo ha deciso di proclamare il lutto nazionale ed è stata deliberata la celebrazione nella forma delle esequie di Stato. Parteciperanno le alte cariche istituzionali.

La camera ardente e i funerali

La camera ardente per i tre carabinieri uccisi si terrà al comando della Legione Veneto dei Carabinieri. I funerali saranno invece nella Basilica di Santa Giustina, a Padova, dalle ore 16. La decisione di celebrarli come esequie di Stato è arrivata nel Consiglio dei ministri del 14 ottobre, in apertura del quale la premier Giorgia Meloni ha chiesto di rispettare un minuto di silenzio. Oggi, intanto, alla Camera i parlamentari in piedi hanno tributato un lungo applauso ai tre carabinieri morti nell'esplosione.

Che cosa è successo

I militari stavano intervenendo per eseguire una perquisizione nel casolare di Castel d'Azzano, in vista di uno sgombero abitativo. Gli inquilini dell'immobile, i tre fratelli Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi, agricoltori e allevatori con problemi finanziari e ipotecari, su questo conducevano un braccio di ferro da due anni. L'anno scorso erano saliti sul tetto della casa minacciando di farla esplodere. In passato la sorella si era cosparsa di amuchina. Lei è rimasta ustionata nell’esplosione e - salvata da un gruppo di carabinieri - è stata poi ricoverata in ospedale, mentre i fratelli hanno tentato di darsi alla fuga. Uno, Dino, è stato fermato subito, mentre il maggiore, Franco, è stato rintracciato nei campi circostanti in mattinata e arrestato. 

La situazione dei fratelli Ramponi

I tre fratelli Ramponi erano nati in quella casa e avevano continuato a viverci dopo la morte dei genitori. Proprietari di diversi terreni, che erano stati messi all'asta e venduti per far fronte a un mutuo ipotecario, si erano trovati a contare solo sull'abitazione - senza allaccio alla corrente elettrica - e sull'ultimo campo, in cui pascolavano una trentina di mucche che davano loro i mezzi di sussistenza. Contestavano che il mutuo fosse stato siglato da una firma falsa. Di recente le immagini dei droni avevano immortalato alcune molotov sul tetto dell'abitazione. Da lì la decisione di procedere con una perquisizione alla ricerca di armi ed esplosivi.

La dinamica dell'esplosione

L’esplosione si è verificata quando erano passati due o tre minuti al massimo da quando le forze dell’ordine sono arrivate al casolare dove si trovavano i Ramponi. Una trentina di agenti, tra carabinieri e polizia, avevano circondato la casa, pronti a fare irruzione. Appena giunti sull'uscio c'è stata la deflagrazione che ha fatto crollare lo stabile e il pavimento del primo piano, dove si trovava la donna che presumibilmente ha innescato la miccia. Lo scoppio ha fatto partire intonaci, tegole e detriti in ogni direzione, come proiettili. Lì è scattato l'intervento del presidio sanitario già sul posto e quello dei vigili del fuoco, mentre sono stati fatti confluire sul posto tutti i carabinieri in servizio dalla Compagnia di Villafranca e del Nucleo Investigativo di Verona, richiamando anche le otto pattuglie dell'Arma impegnate nei controlli del territorio, arrivando a costituire un esercito di oltre cento militari. Due molotov sono state trovate intatte dalla polizia sul tetto della casa. Molte altre, pensano gli inquirenti, erano sparse per la casa e sarebbero tutte esplose. Un numero che al momento non è possibile quantificare, come le bombole di gas, molte andate in frantumi e solo cinque trovate intatte, poi svuotate e accatastate sull'aia. Di più, sulle dinamiche, si cercherà di capire anche dalle bodycam, come ha confermato il procuratore di Verona Raffaele Tito: "Stiamo valutando se effettivamente c'è strage, valuteranno i carabinieri, sicuramente è un omicidio premeditato e volontario". 

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Chi sono le vittime

A morire sono stati il brigadiere capo qualifica scelta Valerio Daprà, 56 anni, il carabiniere scelto Davide Bernardello, 36 anni, e il luogotenente Marco Piffari, 56 anni. Altri 13 gli uomini dell'Arma rimasti feriti, su un totale di 25. La Regione Veneto ha decretato il lutto regionale. Immediato il cordoglio bipartisan della politica, a partire dal Quirinale: "In questa drammatica circostanza, esprimo la mia solidale vicinanza all'Arma dei Carabinieri e sentimenti di partecipe cordoglio ai familiari, insieme all'augurio di pronta guarigione agli operatori feriti", le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il ministro della Difesa Guido Crosetto: "Dico sempre che le forze armate sono una famiglia ed è come perdere un pezzo di questa famiglia". Dopo aver visitato in ospedale alcuni carabinieri feriti, ha riporta le parole di uno di loro: "Siamo carabinieri. Sappiamo anche di dover rischiare".

Altri 7 carabinieri in ospedale

All'ospedale Magalini di Villafranca di Verona nella notte tra martedì 14 e mercoledì 15 ottobre altri 5 carabinieri sono stati accolti al Pronto Soccorso per esposizione ai fumi causati dall'esplosione, come comunicato dall'Azienda Ulss 9 Scaligera. Dopo un ricovero in Osservazione Breve Intensiva, eseguito il dovuto monitoraggio, sono stati tutti dimessi. Altri due militari, coinvolti nel fatto, si sono rivolti al Pronto Soccorso del Magalini per accertamenti nella mattinata di oggi e sono già stati dimessi. Resta ricoverato all'Ospedale di Villafranca il carabiniere che ha riportato una frattura. Le sue condizioni sono buone e verrà operato secondo programmazione.

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