Milano piange Aimo Moroni, lo chef del ristorante "Aimo e Nadia"

Cronaca
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Lo chef dello storico ristorante stellato, nato in via Montecuccoli, aveva 91 ann. Di origini toscane si era trasferito a Milano dove, nel dopoguerra, aveva incontrato la donna che sarebbe diventata sua moglie, Nadia. I due hanno aperto il ristorante nel 1962

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Aimo Moroni, patron dell'iconico ristorante "Aimo e Nadia", si è spento nella notte tra domenica e lunedì all'età di 91 anni. Con sua moglie, Nadia, ha gestito con passione e grande professionalità un ristorante che negli anni è diventato punto di riferimento per l'intera città meneghina. Situato in via Raimondo Montecuccoli a sud ovest di Milano, la coppia originaria di San Miniato in Toscana, ha gestito il locale fino ai primi anni duemila. Massimo Bottura ha definito la cucina di Aimo e Nadia essenziale e riconoscibile "come la bandiera italiana".

"Aimo e Nadia": storia di anima e passione

Entrambi toscani, Aimo Moroni e Nadia Giuntoli si incontrano per la prima volta a Milano. La guerra è appena finita e il popolo italiano è pronto a ricucire le sue ferite più profonde. I due decidono di rimanere in città lavorando in una tabaccheria ma insieme sognano di aprire un'attività, tutta loro. Dopo alcuni anni, nel 1962, Aimo e Nadia riescono ad aprire una trattoria nella periferia sud ovest di Milano, in via Montecuccoli dove propongono la cucina della loro regione, la Toscana. Nel corso degli anni "La Trattoria da Aimo e Nadia" diventa un punto di riferimento per l'intera città e questo porta i due fondatori a sperimentare e studiare nuove ricette fino a che, verso la fine degli anni Novanta ottengono un prezioso riconoscimento: la Stella Michelin. 

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Il futuro di "Aimo e Nadia"

Con l'inizio del nuovo secolo, Aimo e Nadia cercano professionisti a cui passare l'attività, consapevoli di aver raggiunto numerosi traguardi. Nel 2012 la storica insegna passa infatti nelle mani degli Chef Fabio Pisani e Chef Alessandro Negrini, che portano avanti l’eredità dei due coniugi esaltando un’idea di cucina che celebra l’ingrediente per farsi sintesi di memoria gustativa e contemporaneità. Oggi, si legge in Guida Michelin, il ristorante propone due percorsi degustazione in cui il territorio italiano viene esaltato in chiave moderna. Immancabili però i "Piatti del Cuore" della cucina di Aimo, fra cui le intramontabili spaghettoni di grano duro al cipollotto fresco e peperoncino con filo d’olio e basilico ligure, storico signature del celebre fondatore. 

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