Pagliarulo morta dopo 40 ore al pronto soccorso, autopsia: “Ritardo è stato fatale”

Cronaca
Facebook

L’autopsia sul corpo di Cristina Pagliarulo, 41 anni, morta all’ospedale Ruggi di Salerno lo scorso marzo, ha stabilito che la donna avrebbe potuto essere salvata se fosse stata operata in tempo. La relazione parla di morte “prevedibile e prevenibile” e definisce “colposa” la condotta dei medici, sette dei quali sono indagati

ascolta articolo

Cristina Pagliarulo avrebbe potuto essere salvata se fosse stata operata in tempo. È quanto riporta la relazione tecnica dell’autopsia sul corpo della 41enne deceduta all'ospedale Ruggi di Salerno lo scorso marzo dopo quaranta ore di attesa. Sul caso sono indagati sette fra medici e paramedici. La morte "era prevedibile e prevenibile" e dunque la condotta dei medici è "chiaramente colposa" poiché "il ritardo nel trattamento è stato tale da superare il margine di errore accettabile”, si legge nel referto, mostrato in esclusiva a “Fuori dal Coro” su Rete 4.

Il caso e l’inchiesta 

Pagliarulo entrò al pronto soccorso alle 3.05 del 3 marzo del 2025. Dieci ore dopo venne sottoposta a una tac, i cui risultati indicavano chiaramente un’ischemia intestinale, secondo quanto riportato nel corso della trasmissione. Nonostante i forti dolori, le richieste di aiuto e il peggioramento delle condizioni “nessun medico pare aver capito che fosse in corso un'ischemia intestinale”. Una dottoressa arrivò perfino a contattare il reparto di psichiatria, infastidita dai lamenti della paziente. Soltanto il giorno successivo, alle 17.30 del 4 marzo, Pagliarulo fu portata in sala operatoria. Troppo tardi, stando a quanto stabilito dall'esame autoptico.

Le conclusioni dell’autopsia 

La relazione autoptica è netta: “L’omissione del trattamento chirurgico nei tempi raccomandati rappresenta una grave violazione delle leges artis, in quanto ha determinato un peggioramento del quadro clinico fino al decesso. Il nesso causale tra il mancato intervento e il decesso è scientificamente fondato, poiché il progressivo scadimento delle condizioni ha avuto un ruolo determinante nell'innesco dell'evento fatale”, si legge nella relazione. Dunque "l'evento morte era prevedibile e prevenibile, in quanto il trattamento corretto avrebbe evitato il conseguente arresto cardiaco". Se la paziente "fosse stata operata entro le 6 ore dall'insorgenza dei sintomi si sarebbe evitata l'ischemia intestinale e di conseguenza la diffusa necrosi" che l'ha portata alla morte”,  conclude la relazione autoptica.

 

Il direttore generale dell’ospedale: “Vengano fuori le responsabilità” 

 

Nei giorni scorsi la mamma di Pagliarulo aveva protestato durante la visita del governatore Vincenzo De Luca a Salerno: “Mia figlia è stata condannata a morte in questo ospedale”. Il neo direttore generale della struttura Ciro Verdoliva ha preso l'impegno di incontrare la donna e ha assicurato la "massima collaborazione" affinché "si faccia chiarezza e possano venire fuori le responsabilità, anche quelle dell'azienda, non solo dei professionisti".

Leggi anche

Roma, muore in ospedale dopo 10 ore in barella: avviati accertamenti

Cronaca: i più letti