Lucia Regna, sfigurata dall’ex compagno nel 2022, ha riportato gravi lesioni al volto e al nervo oculare, ma nelle motivazioni i giudici hanno scritto che l'uomo andava "compreso". La Procura ha impugnato la decisione, mentre la Camera penale denuncia una campagna mediatica distorta che minaccia l’indipendenza dei giudici
La sentenza del Tribunale di Torino che lo scorso giugno aveva parzialmente assolto un uomo dall'accusa di maltrattamenti all'ex compagna, condannandolo invece a un anno e mezzo per lesioni, continua a suscitare discussioni. La donna, Lucia Regna, era stata massacrata di botte, ma nelle motivazioni i giudici scrivevano che l'uomo andava "compreso". Una vicenda che ha innescato un acceso dibattito tra Procura, tribunale e avvocati.
Cosa ha detto Parodi, Presidente Anm e procuratore di Torino
"La sentenza l'abbiamo impugnata e ci sarà poi un giudice che deciderà", ha spiegato Cesare Parodi, presidente Anm e procuratore aggiunto di Torino, intervistato da Tagadà su La7. "La Procura di Torino, il gruppo che opera su questi reati - ha sottolineato Parodi - è coordinato da me. Questa è una vicenda seguita dal mio gruppo. La collega che ha chiesto la condanna per il reato di maltrattamenti ha chiesto una pena severa. Che cosa è accaduto? Abbiamo contestato il reato di maltrattamenti e lesioni. Sulle lesioni viene riconosciuta la responsabilità, l'imputato viene invece assolto dal reato di maltrattamenti. Purtroppo, spesso ci sono delle assoluzioni perché il reato di maltrattamenti ha una fattispecie estremamente indefinita". Parodi ha inoltre evidenziato le criticità legate al linguaggio usato dai giudici: "Quello che purtroppo ci ha molto colpito, e lo posso dire perché è un oggetto delle impugnazioni - ha proseguito il procuratore - è il linguaggio che è stato utilizzato. Noi chiederemo alla Corte d'appello, se al caso la Cassazione, se la Procura generale lo riterrà, se questo genere di argomentazione, che a me pare non in linea a quei principi espressi anche dalla Corte europea, proprio sui criteri di valutazione, sia o meno condivisibile".
Approfondimento
Lucia Regna, niente carcere per l'ex che la massacrò
La preoccupazione degli avvocati: "Campagna mediatica e politica"
Dal fronte degli avvocati, la Camera penale del Piemonte occidentale ha espresso preoccupazione per la campagna mediatica e politica seguita alla sentenza. "Manifestiamo tutta la nostra preoccupazione di fronte alla campagna, mediatica e politica, montata in ordine alla sentenza del tribunale di Torino, campagna che, fondandosi su conoscenze imprecise ovvero volutamente distorte, attenta all'indipendenza del giudice", si legge in un documento ufficiale. La Camera penale sottolinea che l'assoluzione parziale, "a seguito di un regolare processo, è presentata come un esempio di malagiustizia" e denuncia la personalizzazione e la pubblica esposizione dei giudici coinvolti.
Leggi anche
Siti sessisti, sequestrato Phica.eu. Materiale passa a investigatori
"Senza giudice libero non c'è giustizia"
"La formulazione di un'accusa - prosegue il documento - non è, e non può essere, sinonimo di condanna. Il processo serve esattamente a verificarne la fondatezza e chi lo governa, il giudice, deve avere la libertà di decidere, indipendentemente dalla pericolosa volontà social o popolare ovvero del politico di turno che, per qualche voto in più, mira a cavalcare desideri di punizione sommaria". Gli avvocati concludono: "Senza un giudice libero non ci può essere giustizia. Senza un giudice indipendente non ci può essere giustizia. Chiunque miri a violare la libertà e l'indipendenza di giudizio di chi è chiamato a decidere della vita di una donna o di un uomo sta attaccando le fondamenta dello stato di diritto".
Approfondimento
Bari, smartwatch per proteggere le donne vittime di violenza
Il caso di cronaca
Il 28 luglio 2022 Lucia Regna, 44 anni, è stata aggredita dall'ex compagno, riportando gravi lesioni al volto e al nervo oculare, ricostruito con 21 placche di titanio. La pm Barbara Badellino aveva chiesto una condanna a quattro anni e mezzo, ma il tribunale di Torino ha assolto l’uomo dall’accusa di maltrattamenti, condannandolo solo a un anno e mezzo per lesioni. Secondo i giudici, insulti e minacce vanno "calati nel loro specifico contesto" e la donna sarebbe poco attendibile nell'accusa di maltrattamenti: "Risulta evidente la tendenza della donna a trasfigurare episodi che fanno parte dei consueti rapporti familiari in insopportabili soprusi di elevata frequenza". La Commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio ha chiesto gli atti del procedimento. Reazioni politiche critiche sono arrivate dalla ministra Eugenia Roccella, che ha denunciato l’insinuarsi della cultura della violenza anche tra chi dovrebbe contrastarla, dal senatore Roberto Calderoli, che ha definito la sentenza "incredibile", e da Luana Zanella, per cui l’atto "legittima la violenza maschile sulle donne".