Sufficienza risicata per il sistema scolastico italiano: il report FragilItalia

Cronaca
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FragilItalia ha pubblicato il nuovo report sul sistema scolastico italiano. I dati, raccolti attraverso un campione rappresentativo, evidenziano un grado di soddisfazione della popolazione italiana appena sufficiente

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Programma di studi obsoleti e troppo teorici, scarsa motivazione e carenza di docenti, tecnologia inadeguata e strutture scolastiche fatiscenti, per queste e molte altre ragioni gli italiani promuovono il sistema scolastico ma non a pieni voti. Il nuovo report FragilItalia intitolato "Il sistema scolastico italiano", è stato elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos attraverso un sondaggio condotto su un campione rappresentativo della popolazione.  

I dati

Secondo i dati rilevati da Legacoop, la valutazione media complessiva del sistema scolastico italiano si attesta ad un valore di poco superiore alla sufficienza con un voto pari a  6,4 su 10, in leggerissimo miglioramento rispetto al 6,3 rilevato lo scorso anno, con variazioni relative ai diversi livelli di istruzione. Il voto più alto pari a 6,8 va all’Università, seguono la scuola dell'infanzia, asili nido, scuola primaria e scuole superiori. Il voto più basso, un 6, va alle scuole medie.

Le critiche più forti provengono dal ceto popolare, con il 47% degli intervistati che, ad esempio, esprime una valutazione di insufficienza per le scuole medie e il 42% per le superiori. Le principali carenze della scuola vengono riscontrate nei programmi di studio obsoleti e troppo teorici (49%, con punte del 55% tra gli under 30, nel Nord Ovest e nel ceto popolare, in crescita di ben 5 punti percentuali), nella scarsa motivazione dei docenti (45%, con 1 punto percentuale in più), nell’edilizia scolastica (44%, 3 punti in più), nella carenza di docenti (36%, 1 punto in più), nelle dotazioni tecnologiche inadeguate (stabile al 36%). Cala invece di 2 punti, dal 36% al 34%, la quota di chi lamenta la scarsa preparazione dei docenti.
Un'altra questione che sta acquisendo sempre più rilevanza riguarda invece la capacità del sistema scolastico di fornire competenze adeguate alle richieste di un mercato del lavoro in evoluzione, anche in questo caso con un significativo peggioramento complessivo della percezione. Infatti, rispetto alla precedente rilevazione, diminuiscono sensibilmente le valutazioni positive. In particolare, le competenze linguistiche fornite dal nostro sistema di istruzione vengono ritenute non adeguate dal 55% a causa dell'obsolescenza dei programmi didattici, della scarsa preparazione dei docenti e della dispersione dei programmi di studio. Pessimi risultati anche per quanto riguarda le competenze digitali e quelle green anche a causa della mancanza di lavoratori, dell'inadeguatezza delle strutture. Le competenze green sono quelle che registrano la più alta insoddisfazione: solo 1 intervistato su 4 infatti le ritiene adeguato.

L’indagine contiene anche un focus sui servizi a sostegno dei genitori che riscuotono il maggior interesse. Al primo posto si collocano i laboratori per i ragazzi con corsi di musica, disegno e altre forme di attività artistica, seguiti da un sistema per garantire ai figli ripetizioni e sostegno scolastico a prezzi adeguati, da progetti a sostegno della genitorialità e spazi per l’incontro e il gioco tra genitori e figli.

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I dati a livello regionale

Le valutazioni sul sistema scolastico cambiano da Nord a Sud. Per il 62% degli intervistati infatti, le scuole migliori sono al Nord, mentre solo il 5% si esprime a favore delle scuole del Sud. Per il 33% invece, non ci sono differenze legate alla collocazione geografica. Infine, per il 38% le scuole migliori sono nelle grandi città, mentre il 22% opta per la provincia. Il 40% ritiene che non ci siano differenze.                  

Il commento del presidente di Legacoop

“Sul sistema scolastico italiano emerge ormai stabilmente un giudizio che riflette le fragilità strutturali denunciate da famiglie e studenti” sottolinea Simone Gamberini, presidente di Legacoop. “Programmi di studio ritenuti obsoleti, carenza di docenti e infrastrutture non adeguate - aggiunge - non valorizzano la capacità del nostro Paese di formare cittadini consapevoli e lavoratori competenti. È urgente mettere al centro della politica nazionale un grande piano per istruzione, formazione e lavoro, capace di fornire competenze adeguate alle richieste del mercato del lavoro, garantendo un futuro di competitività e crescita per imprese e Paese. Un piano che sappia innovare i contenuti, rafforzare la motivazione degli insegnanti e ridurre le disuguaglianze territoriali". In questo senso Gamberini sottolinea l'importanza di coordinare le politiche attive del lavoro, per collegare le conoscenze e le competenze acquisite in aula con le reali esigenze del mercato. Solo in questo modo potranno nascere delle opportunità reali per le nuove generazioni e sarà possibile garantire ai giovani percorsi di crescita concreti e opportunità di occupazione qualificata e soddisfacente.

 

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