Caso Tarantino-Pilato, la procura della Federnuoto aprirà indagine

Cronaca
Ansa/Ipa

Le due nuotatrici erano state fermate per furto all’aeroporto di Singapore. Stando alle ricostruzioni sarebbe stata Tarantino a mettere alcuni profumi nella borsa della compagna a sua insaputa. Sul caso, risolto anche grazie all’intervento dell’ambasciata, indagherà la procura della Fin che prenderà eventuali provvedimenti

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La Federnuoto aprirà un'indagine sul caso di Benedetta Pilato e Chiara Tarantino, le due nuotatrici fermate per furto a Singapore dalla polizia aeroportuale. Lo ha deciso la procura della federazione che ha anticipato che l'inchiesta avrà inizio non appena ricomincerà l'attività del procuratore. Le due giovani tesserate erano state fermate nel Paese asiatico, dove si erano trattenute in vacanza dopo il termine dei mondiali di nuoto di questa estate. Stando alle prime ricostruzioni, sarebbe stata Tarantino, a insaputa di Pilato, a nascondere dei profumi nella borsa della compagna di squadra. Sarà dunque la procura Fin ad accertare quanto accaduto e a prendere successivamente tramite il tribunale federale eventuali provvedimenti. 

L’intervento dell’ambasciata

Dopo il fermo delle nuotatrici è stato necessario l’intervento dell’ambasciata italiana Singapore e della Farnesina per il rapido rilascio delle due e il loro rientro in Italia. Come chiarito da alcune fonti della Farnesina all’Ansa, dell’assistenza necessaria a Benedetta Pilato e Chiara Tarantino "è stato informato il gabinetto" del ministro degli Esteri "e la direzione generale Italiani all'estero" della Farnesina, "ma non è stato necessario alcun intervento diretto di Tajani" anche perché la vicenda si è risolta "nel giro di 2-3 ore". In un primo momento erano state coinvolte nel caso anche altre due nuotatrici, Anita Bottazzo e Sofia Morini, che tuttavia sono subito state rilasciate. Dopo il fermo, una delle atlete ha chiamato l'ambasciatore Dante Brandi, ex pallanuotista che avevano conosciuto durante la loro visita a Singapore in occasione dei mondiali di nuoto. L'ambasciatore, in ferie estive, ha coordinato quindi l'intervento del numero due dell'ambasciata, il segretario di legazione Fabio Conte, che è intervenuto a gestire il caso. Le autorità locali hanno inizialmente trattenuto i passaporti di Pilato e Tarantino, finché entrambe non hanno chiarito i fatti relativi all'asserito furto: le autorità di Singapore, conosciute per essere molto dure, hanno tuttavia riconosciuto il modesto valore della merce e apprezzato il chiarimento da parte delle atlete e hanno deciso per il loro rilascio.

Il post di Pilato

Nel frattempo, Chiara Tarantino ha chiuso le sue pagine social ed è rimasta in silenzio. Ha invece deciso di dire la sua Benedetta Pilato che ieri, tramite i social, ha spiegato la propria posizione. “Non ho mai avuto intenzione di compiere gesti inadeguati, e chi mi conosce sa quanto tengo ai valori dello sport, alla correttezza e all'onestà personale", si legge nel post di Pilato che ha precisato di essere “stata indirettamente coinvolta in uno spiacevole episodio”.

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Barelli: “Nessun contatto diretto con Tajani”

Sul caso è intervenuto anche Paolo Barelli, ex nuotatore oggi presidente della Federnuoto e capogruppo di FI alla Camera. La questione, ha spiegato Barelli, si è conclusa senza "un contatto diretto col ministro degli esteri" Antonio Tajani, né "un intervento politico di Forza Italia". La Federazione, ha sottolineato il numero uno della Federnuoto, “è stata informata direttamente dalle atlete e dalle famiglie delle stesse”. Pilato e Tarantino "sono state assistite dall'Ambasciata d'Italia a Singapore avvisata dell'accaduto dalle autorità locali, già in contatto con la Federazione Italiana Nuoto per le attività legate ai mondiali delle discipline acquatiche e, come sempre, pronta a garantire assistenza ai nostri connazionali all'estero". La federazione, ha concluso, "stigmatizza l'episodio che sarà valutato con la necessaria attenzione".

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