Mediterranea, nuova nave per i soccorsi. Casarini: “Volevano fermarci, ora ne abbiamo due"

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“Il soccorso civile colma vuoti istituzionali e per questo purtroppo continua a essere necessario. Per noi è anche la conferma di una sfida vinta", ha detto Luca Casarini, tra i fondatori di Mediterranea, intervistato da Repubblica. "Veniamo da mesi, se non anni di fermi, attacchi, indagini. Ci volevano fermare e adesso di navi ne abbiamo due”

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È partita da Trapani il 16 agosto la missione della ong Mediterranea Saving Humans con la nuova imbarcazione ceduta dalla no profit tedesca Sea Eye, ed è stata chiamata proprio 'Mediterranea' dopo il naufragio dei due barconi avvenuto mercoledì a sud di Lampedusa e in cui sono morti 27 migranti, fra cui un neonata.  "Collaborare tra organizzazioni", ha spiegato Luca Casarini, tra i fondatori di Mediterranea" e capo missione di Mediterranea Saving Humans, è sostenersi reciprocamente e serve a rendere il soccorso civile in mare più efficace e più forte, nella speranza e nella volontà di mettere fine alle morti nel Mediterraneo, un mare sempre più trasformato in un confine letale. Come diciamo sempre: prima si salva, poi si discute. Il resto viene dopo. Non ci rassegniamo all'idea che il Mediterraneo debba restare un cimitero senza croci. Non stiamo a guardare. Non accettiamo l'inerzia. Raddoppiamo".

"Una sfida vinta"

“Iniziare una missione dopo un naufragio da un lato è doloroso perché non eri lì quando è successo e diventa palpabile e concreto che non c’è giorno inutile in mare se non quello che passi fermo o butti per raggiungere porti inutilmente lontani. Dall’altro è una conferma: essere lì dove c’è bisogno significa che stai facendo la cosa giusta”, ha detto Casarini in un'intervista rilasciata a Repubblica direttamente dal ponte della Mare Jonio, che per la prima volta passerà appunto il testimone alla nuova nave di Mediterranea. Una nuova nave serve, dice, perché "il soccorso civile colma vuoti istituzionali e per questo purtroppo continua a essere necessario. Per noi è anche la conferma di una sfida vinta. Veniamo da mesi, se non anni di fermi, attacchi, indagini. Siamo stati spiati dai servizi con Paragon. Ci volevano fermare e adesso di navi ne abbiamo due”. Casarini ha continuato, parlando del naufragio di Ferragosto a Lampedusa: “In mare, vita e morte è questione di attimi. Ad esempio, se il centro di coordinamento e soccorso di Roma avesse diramato un mayday per il naufragio di Lampedusa, le navi della flotta civile che erano in area sarebbero potute intervenire. Magari sarebbe stato possibile evitare l’ennesima strage. Noi raddoppiamo le nostre capacità di intervento”.

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