Omicidio Gemona, arresti convalidati per madre e compagna: la confessione davanti al gip

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Sono stati convalidati gli arresti di Mailyn Castro Monsalvo e Lorena Venier, accusate dell’omicidio di Alessandro Venier, compagno della prima e figlio della seconda. Le due donne avrebbero confessato di averlo narcotizzato, strangolato e fatto a pezzi. Alla base del gesto, secondo la ricostruzione, le violenze subite da Mailyn e il timore che venisse portata in Colombia. Domani sarà conferito l'incarico per l'autopsia sul corpo

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Sono stati convalidati gli arresti di Mailyn Castro Monsalvo e Lorena Venier, accusate dell’omicidio di Alessandro Venier, il 35enne ucciso a Gemona del Friuli (Udine) il 25 luglio, compagno della prima e figlio della seconda. Nuovi dettagli sono emersi dall’interrogatorio di ieri davanti al gip del Tribunale di Udine, durante il quale le due donne hanno ricostruito i momenti e i motivi che hanno portato al delitto dell’uomo, che stava per partire per la Colombia. 

I dubbi saranno chiariti dall'autopsia

Sarà conferito domani l'incarico per l'autopsia sul corpo di Alessandro. All'esame autoptico, come confermato all'ANSA dall'avvocata Federica Tosel, parteciperà anche un perito della difesa, che dovrà essere nominato. La Procura di Udine sta anche proseguendo le indagini nella villetta dell'orrore per cercare riscontri sul dettagliato racconto di Lorena Venier. La donna ha spiegato che il corpo del figlio è stato sezionato in casa, tuttavia in nessuna stanza sono state trovate tracce ematiche di rilievo. L'infermiera 61enne ha comunque ribadito, anche nel corso dell' udienza di convalida dell'arresto, che nessuna persona, a parte la compagna del figlio, è stata coinvolta nel delitto, né nell' organizzazione né nella fase successiva, cioè nei 5 giorni che sono trascorsi prima della telefonata al 112 fatta dalla convivente, Mailyn, per costituirsi.

La madre: “Mailyn mi ha chiesto di ucciderlo perché aveva paura”

Mailyn Castro Monsalvo, la madre della bimba nata a gennaio, in cura per depressione e compagna di Alessandro Venier, si sentiva in pericolo. Per questo motivo avrebbe chiesto alla suocera di ucciderlo o perché la violenza che subiva era diventata insostenibile. A raccontarlo sarebbe stata Lorena Venier al gip del Tribunale di Udine. “Mailyn era in pericolo e lei stessa mi aveva detto che l’unico modo per fermarlo era di ucciderlo non si poteva più attendere. Eravamo terrorizzate. Lo abbiamo prima narcotizzato, poi strangolato con i lacci delle scarpe”. La donna avrebbe ripetuto di essere consapevole “di avere compiuto un atto spaventoso” ma che si sentiva in dovere di difendere la nuora, “la figlia che non ho mai avuto” perché avvertiva che “fosse in pericolo di vita e non volevo che la portasse in Colombia”. La figlia della coppia, di sei mesi, non sarebbe stata coinvolta nelle violenze. 

L'occultamento del cadavere

Non è chiaro quale fosse il piano delle due donne per sbarazzarsi del cadavere, posto che l'averlo coperto con calce viva, per evitare che i vicini avvertissero l'odore della decomposizione giungere dall'autorimessa dove giaceva in un bidone, non poteva che essere una soluzione temporanea, in attesa di una modalità che permettesse di farlo sparire per sempre. L'uomo aveva avvisato gli amici che sarebbe espatriato per sempre in Colombia, dunque una sua scomparsa improvvisa non avrebbe destato sorpresa

Misure cautelari e affidamento della bambina 

Il gip ha convalidato l’arresto per Mailyn Castro Monsalvo e ha concesso la custodia attenuata in un Icam alla nuora perché madre di una bimba molto piccola, che verrà con ogni probabilità affidata ai parenti materni. La Procura della Repubblica di Udine ha formulato le accuse nei confronti delle due donne: a entrambe viene contestato l'omicidio pluriaggravato (dal rapporto tra autrice e vittima, dalla premeditazione e dal fatto di aver commesso il fatto alla presenza di un minore), vilipendio e occultamento di cadavere. A Mailyn Castro Monsalvo viene contestato di essere l'istigatrice e l'autrice materiale; a Lorena Venier di essere l'autrice materiale e l'organizzatrice del delitto. 

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