Torino, manifestazioni Pro Pal: 47 indagati e 7 richieste di arresto

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L'inchiesta della Procura si impernia su una annotazione della Digos lunga 250 pagine culminata in una raffica di denunce per resistenza e violenza pubblico ufficiale, danneggiamento, violenza privata e inosservanza dei provvedimenti dell'autorità. Cinque le manifestazioni passate al setaccio, a cominciare dai cortei non preavvisati dell'ottobre del 2023 contro la visita di Giorgia Meloni nel capoluogo piemontese

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Nuova bordata della procura di Torino contro la galassia dei centri sociali, dei collettivi studenteschi e dei comitati Pro Pal. I pubblici ministeri hanno chiesto al tribunale di spiccare quattro ordini di custodia cautelare in carcere e altri tre agli arresti domiciliari, più 10 misure restrittive fra divieti di dimora e obblighi di firma. Il fascicolo riguarda i disordini scoppiati nel corso di cinque manifestazioni, due delle quali organizzate come segnale di solidarietà verso Gaza, che si svolsero nel 2023 e nel 2024. Gli indagati sono in tutto quarantasette.

 

I report sui fatti dello scorso fine settimana

Ai piani alti del Palazzo di giustizia attendono i report della Digos per cominciare ad occuparsi di quanto accaduto la scorso fine settimana in Valle di Susa, con gli attacchi ai cantieri delle opere legate al Tav Torino-Lione e il blocco dell'autostrada del Frejus. Questa mossa, invece, rientra in un procedimento diverso e assai più vecchio. Ed è sul fattore tempo che le difese intendono giocare molte delle loro carte: sono passati mesi e in certi casi anche anni dagli episodi contestati e quindi - è la tesi - di esigenze cautelari non ce ne possono essere.     

Narrazione faziosa secondo i comitati Pro Pal

La partita è appena aperta: in base a una riforma introdotta dalla "legge Nordio", prima di decidere se far scattare o meno le manette, il giudice deve ascoltare i destinatari delle richieste dei pm. I primi interrogatori sono cominciati ieri e gli antagonisti hanno reso dichiarazioni spontanee. Tutti hanno contestato le ricostruzioni dell'accusa. E non manca, fra gli indagati, chi sostiene che i tafferugli siano stati una reazione all'atteggiamento delle forze dell'ordine. In un documento diffuso sul web, i comitati Pro Pal parlano di "narrazione faziosa" da parte degli organi inquirenti, che "non inseriscono le proteste in un contesto di rivendicazioni politiche e sociali" e "riducono le lotte alla stregua di violenze situazionali e infondate".    

Le manifestazioni passate al setaccio

L'inchiesta della Procura si impernia su una annotazione della Digos lunga 250 pagine culminata in una raffica di denunce per resistenza e violenza pubblico ufficiale, danneggiamento, violenza privata e inosservanza dei provvedimenti dell'autorità. Cinque le manifestazioni passate al setaccio, a cominciare dai cortei non preavvisati dell'ottobre del 2023 contro la visita di Giorgia Meloni a Torino. Ci sono poi gli scontri con le forze dell'ordine al Campus Einaudi dell'università durante un volantinaggio dei giovani del Fuan e gli atti vandalici contro la Rai durante la dimostrazione Pro Pal del 13 febbraio 2024. Nel complesso sono una ventina gli operatori di polizia e carabinieri rimasti feriti durante gli incidenti.

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