Il profilo di "ignoto 3”, isolato su una garza usata all'epoca del delitto per prelevare materiale biologico dalla bocca della vittima, non è frutto di una contaminazione di coloro che hanno maneggiato il reperto nelle scorse settimane. A stabilirlo è stata Denise Albani, la perita incaricata dal gip di Pavia di compiere gli accertamenti irripetibili nella nuova indagine. Ora si procederà con la comparazione con altri profili
Il profilo di "ignoto 3”, isolato su una garza usata all'epoca del delitto per prelevare materiale biologico dalla bocca di Chiara Poggi, non è frutto di una contaminazione di coloro che hanno maneggiato il reperto nelle scorse settimane. A stabilirlo è stata Denise Albani, la perita incaricata dal gip di Pavia Daniela Garlaschelli di compiere gli accertamenti irripetibili nella nuova indagine sull'omicidio della 26enne uccisa a Garlasco il 13 agosto del 2007.
Confronti con profili di chi di recente è entrato in laboratorio
Secondo quanto emerge, la genetista ha confrontato il Dna maschile trovato nel cavo orale di Chiara Poggi con quello di chi di recente è entrato nel laboratorio per assistere alle analisi, ossia i collaboratori della stessa Albani, Luciano Garofano, consulente della difesa di Andrea Sempio, indagato nella nuova indagine dei pm pavesi, e Marzio Capra, esperto delle famiglia Poggi. A tutti questi, ai fini di eventuali "inquinamenti", è stato prelevato un tampone. Non così per gli altri consulenti, come quelli dei legali di Alberto Stasi, che sono rimasti ad assistere all'esame genetico da dietro una vetrata.
I prossimi accertamenti
Ora il passo successivo del perito, quando rientrerà dalle ferie - fissate mesi fa, prima che il caso entrasse nel vivo -, sarà quello di procedere con la comparazione con altri profili, come, per esempio, quelli di coloro che hanno effettuato le foto in sala autoptica o di eventuali altri assistenti del medico legale Marco Ballardini che, nel 2013, effettuò l'autopsia. Dell'infermiere che aiutò Ballardini e che preparò il corpo per l'esame autoptico la perita ha già individuato il Dna sulla garza utilizzata per il tampone orale, che, dunque, non era sterile e che potrebbe essere stata "contaminata" anche accidentalmente.
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L'intervento del procuratore di Pavia
Intanto, ieri, 19 luglio, il procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, è intervenuto, con una nota, contro i consulenti e gli opinionisti che si occupano del caso di Garlasco: "Dato il continuo attribuire alla Procura di Pavia valutazioni, ricostruzioni, attività in corso e persino stati d'animo, ritengo necessario chiarire quanto segue: i magistrati titolari delle indagini, che aggiornano costantemente il Procuratore sull'accuratezza delle verifiche condotte, si esprimeranno ufficialmente solo al termine delle attività, adottando le decisioni necessarie". "Qualsiasi interpretazione proveniente da soggetti estranei all'Ufficio, in assenza di comunicati ufficiali, genera solo confusione, dando vita a discussioni fittizie in cui consulenti, esperti o opinionisti commentano su ipotetiche scelte della Procura basate su congetture. Perciò, ogni riferimento alla Procura di Pavia, anche quelli recentemente diffusi, deve considerarsi infondato, se non supportato da comunicazioni ufficiali", chiarisce la nota.