I giudici della Corte d'Assise d'appello hanno escluso la premeditazione. "Sono veramente delusa - ha commentato la madre dell'avvocata 34enne uccisa nel 2023 a Roma - mi aspettavo una conferma dell'ergastolo. Giustizia non è stata fatta, in altri femminicidi sono state avvalorate le condanne all'ergastolo"
Dall'ergastolo a 24 anni e 8 mesi di carcere: i giudici della corte di Assise d'appello di Roma hanno deciso per la riduzione della pena che deve scontare Costantino Bonaiuti, l'ingegnere di sessantadue anni condannato in primo grado perché nel gennaio 2023 ha sparato e ucciso l’ex compagna Martina Scialdone, fuori da un ristorante in via Amelia, a Roma. La sentenza ha escluso la premeditazione e concesso le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti riducendo la pena che in primo grado era stata all’ergastolo.
Madre di Scialdone: "Delusa, mi aspettavo ergastolo"
"Sono veramente delusa, mi aspettavo una conferma dell'ergastolo. Giustizia non è stata fatta, in altri femminicidi sono state avvalorate le condanne all'ergastolo". Così la mamma dell'avvocata 34enne uccisa a Roma nel quartiere Tuscolano. Il delitto avvenne davanti al fratello della vittima, arrivato sul posto perché preoccupato per la sorella. Bonaiuti era accusato di omicidio volontario aggravato dai motivi futili e abietti rappresentati dalla gelosia, dall’aver agito contro una persona a lui legata da relazione affettiva, e dalla premeditazione, quest’ultima oggi esclusa dai giudici d’appello, e in particolare, “portando con sé l’arma sul luogo dell’appuntamento, essendo consapevole della volontà di interrompere definitivamente la relazione, controllandone gli spostamenti grazie all’installazione clandestina di un dispositivo gps e collegandolo al suo cellulare”. All’uomo era contestato anche il porto illegale in luogo pubblico della pistola semiautomatica Glock che deteneva per uso sportivo.