Neonati morti, al via il processo: disposta la perizia psichiatrica per Chiara Petrolini

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Si è aperto, presso la Corte d’assise di Parma, il processo alla studentessa di 21 anni che deve rispondere del duplice omicidio dei suoi figli, fatti morire appena partoriti. "La domanda principale non è cosa ha fatto Chiara ma chi sia", ha detto il legale Nicola Tria

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Ha preso il via oggi, a Parma, in Corte d’assise, il processo a Chiara Petrolini. La studentessa di 21 anni - che ora è ai domiciliari - deve rispondere del duplice omicidio dei suoi figli, fatti morire appena partoriti. Il primo corpo è stato trovato il 9 agosto scorso. Il bambino era nato due giorni prima: la mamma lo aveva sepolto in giardino nella villetta di Vignale di Traversetolo, dove abita con la famiglia, e poi era partita per una vacanza con i genitori e il fratello. Un mese dopo, i Carabinieri avevano individuato anche i resti di un altro bambino. Erano sotto un palmo di terra dal 12 maggio 2023. La giovane avrebbe fatto tutto da sola, nascondendo le gravidanze sia ai familiari che al suo ex fidanzato. La Corte, presieduta dal giudice Alessandro Conti, ha disposto la perizia psichiatrica sulla capacità di intendere e di volere all'epoca dei fatti dell'imputata ed eventualmente la sua pericolosità sociale. Il conferimento dell'incarico, a periti che saranno nominati extra-udienza, sarà fatto il 15 settembre, quando saranno sentiti anche i primi testimoni.

Difesa: "Domanda cruciale non su cosa ma su chi è Chiara"

"La domanda principale su questo processo non è cosa ha fatto, ma chi sia Chiara Petrolini", ha detto durante l'udienza l'avvocato difensore Nicola Tria, che ha poi richiesto la perizia psichiatrica. "L'obiettivo è comprendere i comportamenti di Chiara nel periodo che ha preceduto gli eventi", ha aggiunto l'avvocato sottolineando gli esiti opposti delle consulenze di accusa e difesa. Tria ha anche ricordato che il Gip aveva rigettato la richiesta di incidente probatorio sul tema. "Sarà compito vostro capire se sia già opportuno disporla adesso o più avanti. Rimetto a voi la decisione sulla perizia psichiatrica che fin d'ora chiedo sia espletata", ha detto. La pm Francesca Arienti non si è opposta alla richiesta ma ha suggerito ai giudici di attendere almeno una parte di istruttoria. "Non c'è nulla nella storia di Chiara Petrolini che possa anche solo insinuare il dubbio di una patologia psichiatrica", ha detto spiegando di comprendere la ragione per cui si chiede di indagare la mente dell'imputata. "Non c'è nulla nella cartella clinica dell'imputata di psichiatrico o psicologico", ha ribadito, sottolineando che nelle testimonianze si ricostruirà come le persone che la conoscevano descrivevano una "vita da ragazza modello".

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In aula solo foto per 5 minuti

Durante il processo sono state ammesse foto e solo nei primi cinque minuti di udienza, come ha disposto la Corte di assise di Parma, con un provvedimento del presidente Alessandro Conti. No a riprese audiovisive poiché "risultano incompatibili con gli spazi a disposizione e con il sereno e regolare svolgimento dell'udienza".

Presenti i genitori di Petrolini e l'ex fidanzato

Presenti in aula anche i genitori di Petrolini, che, fuori dal palazzo di giustizia, sono stati accolti da un gruppetto di amici con un abbraccio. In aula anche l'ex fidanzato, Samuel Granelli, con il suo avvocato. Il ragazzo, padre dei due bambini, nati ad oltre un anno di distanza nel 2023 e nell'estate 2024, è parte civile, così come i suoi genitori. A Granelli "interessa sapere chi è Chiara, ma soprattutto perché lo ha fatto: è la sua necessità", ha spiegato l'avvocato Monica Moschioni. Il ragazzo, ha aggiunto, "affronta il procedimento con sofferenza, che lo porta ad arrivare a scoprire qualcosa che non conosceva. Si fa accompagnare in un percorso di sostegno, vuole raggiungere la verità dei fatti". Nessun contatto tra lui e Petrolini, seduti non poi così distanti in aula: "Stiamo cercando di evitare un contatto, è molto impattante", ha detto la legale di Granelli. Il ragazzo, ha aggiunto, avrebbe tenuto i bambini. 

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