Violenza sessuale sui minori: una crisi globale ancora invisibile

Nel mondo, quasi una donna su cinque e un uomo su sette hanno subito violenza sessuale durante l’infanzia. È quanto rivela uno studio pubblicato su The Lancet, che per la prima volta ha analizzato in modo sistematico la prevalenza globale degli abusi sessuali su minori. I dati raccolti vanno dal 1990 al 2023, riguardano 204 Paesi e provengono da 460 fonti diverse, da banche dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e delle Nazioni Unite a decine di studi epidemiologici. Negli ultimi trent’anni, il tasso di violenza sessuale sui minori resta alto e “colpisce bambini e bambine di ogni provenienza, età e condizione sociale”, scrive il team di ricerca del’Institute for Health Metrics and Evaluation dell’Università di Washington, sottolineando come i dati raccolti probabilmente sottostimino la reale dimensione del fenomeno. A restare costante nel tempo è anche un altro elemento: la quasi totalità degli abusi viene commessa da uomini dell’ambiente familiare o vicino alla vittima. La situazione nel mondo e nell'Ue Nei i 204 Paesi analizzati, le percentuali più alte di violenza sessuale subita nell’infanzia dalle donne si registrano nelle Isole Salomone , in Costa d’Avorio , in Cile e in India e Costa Rica, mentre le più basse in Montenegro , Vietnam e Romania . Anche tra gli uomini le differenze geografiche sono marcate: le percentuali più elevate si registrano in Costa d’Avorio , Bangladesh e Botswana e Haiti , mentre i numeri più bassi emergono in Mongolia e in Georgia e Armenia . Secondo il team di ricerca, tuttavia, è difficile stabilire se questi risultati riflettano differenze reali o siano il risultato di una minore emersione del fenomeno in certi contesti. In alcuni casi, infatti, il modo in cui sono poste le domande può impedire di intercettare gran parte delle esperienze di violenza. A livello europeo, i tassi più alti per le donne si registrano nei Paesi Bassi, in Francia e in Svezia. L’Italia si colloca poco sotto, al quarto posto, con una prevalenza del 22,1% nel 2023. In fondo alla classifica si trovano invece Bulgaria, Croazia e Romania. Per quanto riguarda gli uomini, le percentuali più elevate si rilevano in Irlanda, Danimarca e Grecia, mentre i valori più bassi in Spagna, Finlandia e Belgio. In almeno sei Paesi la stima per gli uomini è identica: 13,8%. Una coincidenza solo apparente, dovuta alla scarsità di dati disaggregati per sesso maschile. Più della metà dei Paesi analizzati non disponeva infatti di informazioni aggiornate o sufficienti per una stima attendibile. In molti casi, la percentuale assegnata è il risultato di un’equazione statistica basata su dati frammentari o non aggiornati: basti pensare che, tra i Paesi con dati disponibili sugli uomini, oltre la metà aveva solo un anno utile di rilevazioni. Più in generale, il team di ricerca sottolinea che i dati raccolti presentano alcune importanti lacune metodologiche, soprattutto nei Paesi a medio e basso reddito, dove i sistemi di sorveglianza sono più deboli. Emmanuela Gakidou, professoressa all’Università di Washington e autrice della ricerca, sottolinea l’urgenza di rafforzare programmi di prevenzione e politiche pubbliche contro la violenza sessuale sui minori. Ma perché questo possa accadere, servono strumenti più solidi: metodologie standardizzate per la raccolta dei dati e sondaggi capaci di includere tutte le categorie più vulnerabili. Attualmente, ad esempio, le persone trans e non binarie sono spesso escluse dalle rilevazioni, pur essendo esposte a un rischio molto elevato di violenza sessuale durante l’infanzia. Inoltre, fattori come i “bias di memoria” possono alterare le stime. Anche per questo, concludono gli autori dello studio, la reale incidenza degli abusi potrebbe essere più alta di quanto mostrano i numeri. La metà degli abusi avviene prima dei 16 anni Dal punto di vista anagrafico, nel mondo l’8% delle donne e il 14% degli uomini subisce abusi prima dei 12 anni, e quasi la metà prima dei 16. Dati che, secondo il team di ricerca, confermano come l’infanzia e l’adolescenza siano finestre di intervento fondamentali per prevenire la violenza sessuale. Ma quando non si riesce a intervenire in tempo, le conseguenze possono durare tutta la vita. Numerosi studi esistenti hanno associato gli abusi all’insorgere di disturbi fisici e mentali, tra cui depressione, ansia, uso di alcol o droghe. Gli effetti non si fermano alla salute: gli abusi sessuali sui minori compromettono lo sviluppo personale, riducono le possibilità di completare un percorso educativo, di raggiungere un’autonomia economica e possono innescare una catena di violenza che si trasmette di generazione in generazione.

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