Morta dopo liposuzione, nello studio mancava defibrillatore e cartelle cliniche

Cronaca

Non sono state ritrovate le cartelle cliniche relative all'intervento della 47enne e nemmeno l'archivio degli altri pazienti del chirurgo José Lizarraga Picciotti

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Nessuno strumento di primo intervento, a cominciare dal defibrillatore. È quanto accertato dagli inquirenti, coordinati dalla Procura di Roma, nell'appartamento trasformato in studio medico di Primavalle a Roma dove sabato una donna di 47 anni è morta dopo essere stata colta da un malore nel corso di un intervento di liposuzione. Non sono state rinvenute nemmeno la cartella clinica della paziente né l'archivio delle attività svolte su altri pazienti dal principale indagato, José Lizarraga Picciotti, il chirurgo responsabile dello studio.

Cos'è successo

Una donna ecuadoriana di 47 anni è morta la notte tra domenica e lunedì al Policlinico Umberto I dove è stata trasportata in gravissime condizioni dopo un intervento di liposuzione al quale si era sottoposta nel pomeriggio, in uno studio medico privato nel quartiere Primavalle. La vittima, intorno alle 17 di domenica, si è sottoposta all'operazione, poi interrotta per le complicazioni. Alle 20.10 l'arrivo al Policlinico, male manovre di rianimazione sono state inutili.

Le indagini

La Procura di Roma intanto sta indagando per omicidio colposo. Nel registro degli indagati, nell'ambito del procedimento coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Colaiocco, sono stati iscritte tre persone: medico, anestetista e infermiere. La struttura dove è avvenuto l'intervento, nella zona di Torrevecchia, è stata posta sotto sequestro.

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