Strade scolastiche, i dati delle città viste dai bambini

Ogni giorno in Europa un bambino muore per un incidente stradale e altri diciotto restano gravemente feriti, rappresentando il 2,5% di tutti i decessi su strada. Sono i dati del Consiglio europeo per la sicurezza dei trasporti che, tra gli altri, legati all’inquinamento atmosferico, guidano le proposte della campagna Clean Cities, una coalizione di oltre 60 organizzazioni europee che punta a una mobilità urbana a zero emissioni entro il 2030. Da inizio maggio migliaia di bambine e bambini sono tornati a manifestare in tutta Europa, con più di 500 iniziative tra girotondi, disegni e biciclettate per chiedere città più sicure, a partire dalle strade vicino alle scuole. Con Streets for Kids in Italia sono stati organizzati un centinaio di eventi in decine di città italiane. L’obiettivo? Aumentare il numero di “strade scolastiche”, cioè quelle strade che, almeno negli orari di entrata e uscita da scuola, vengono chiuse al traffico motorizzato per proteggere la salute e la sicurezza dei più piccoli. Uno degli impatti più sorprendenti e poco considerati della riduzione della presenza di veicoli nelle strade urbane lo troviamo nei dati dell’Agenzia europea per l’ambiente, per cui oltre 500 mila bambini in Europa presentano difficoltà nella lettura e circa 60mila bambini manifestano problemi comportamentali attribuibili al rumore causato dai trasporti. Ridurre l’esposizione al rumore in casa e a scuola contribuirebbe a minimizzare questi effetti negativi sui bambini, che possono influenzare le loro opportunità di vita e la qualità della loro esistenza. Le strade scolastiche infatti non sono solo una questione di sicurezza stradale, ma di miglioramento della vita stessa dei bambini nelle città. La classifica delle città più virtuose d'Europa La campagna Clean Cities ha stilato una classifica europea delle città più attente a questi principi, per mobilità infantile sicura e più vivibile, basata su tre pilastri fondamentali: ovviamente la presenza di strade scolastiche , la ciclabilità protetta e il limite dei 30 chilometri all'ora, che riduce inquinamento e incidenti, come sostenuto anche dall’Oms, dall’Ocse e dal Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti. Nessuna città italiana è nella top 10 generale, dove troviamo invece Parigi al primo posto, ben tre città del Belgio , Barcellona, Amsterdam, Lione, Helsinki, Bristol, Oslo. L’italiana migliore per punteggio complessivo è Bologna al 16° posto, seguita da Milano e Torino . Ordinando la classifica secondo i chilometri di infrastruttura ciclabile protetta una città italiana in classifica tra le prime tre c'è, ma solo se si guarda "chi ne ha meno": dopo Bucarest e Sofia ecco Roma con solo il 3% di ciclabili protette. Solo Bologna e Torino riescono a essere tra le prime venti in senso positivo, con il 15% e il 14% di ciclabili protette. In generale l’Italia si distingue per le strade scolastiche , ma resta indietro sulla ciclabilità sicura e sulla moderazione del traffico. Bologna guadagna posizioni in classifica grazie all’iniziativa “Città 30”: è stata infatti la prima grande città italiana a introdurre un limite di velocità di 30 chilometri orari su gran parte della rete stradale urbana. Questa decisione ha incontrato forti resistenze iniziali, ma a un anno dall’avvio le collisioni stradali sono diminuite del 13%, i feriti dell’11% e le vittime della strada del 49%. Per la prima volta dall’inizio delle registrazioni, nessun pedone è stato ucciso. Anche l’uso della bicicletta, il car sharing e il trasporto pubblico sono aumentati, secondo Clean Cities. Parigi ha questo limite sull’89% delle sue strade, più di qualsiasi altra città, seguita da Bruxelles e Lione, Amsterdam, Bristol e Madrid. Sulle strade di Roma invece si continua a morire, come emerge dagli ultimi dati della polizia locale. Dall’inizio dell’anno le vittime sono state 40 , con 12 mila incidenti stradali registrati fino allo scorso 15 maggio, in linea con l’anno precedente. In teoria entro il 2030 dovrebbero essere attivate circa 69 nuove “Zone 30” in tutto il territorio, ma sono solo otto quelle già completate. L’effetto delle automobili sulla vita dei bambini Non sono solo gli incidenti a mettere a rischio la vita dei più piccoli. Si stima che ogni anno più di mille bambine e bambini muoiano prematuramente in Europa a causa dell’aria inquinata. E l’aumento delle automobili ha ridotto drasticamente la loro autonomia negli spostamenti quotidiani, soprattutto delle bambine, alimentando una vera e propria “epidemia” di inattività. Per questo la mobilitazione di questo mese per le “Streets for Kids” è così importante. “I migliori risultati in tema di strade scolastiche si osservano dove esiste una forte pressione civica dal basso - commenta Anna Becchi, responsabile della campagna - segno che il lavoro dei movimenti dal basso e dei genitori può produrre risultati concreti. In Italia, sono città come Milano, Roma e Torino, dove gruppi attivi hanno contribuito a spingere le amministrazioni verso pedonalizzazioni permanenti, che si stanno vedendo maggiori risultati”. Nel sito di Clean Cities è possibile segnalare strade scolastiche per realizzare una mappa completa di tutte quelle presenti in Europa. A Milano con il programma “Piazze aperte” sono 14 quelle realizzate a fine 2024, a cui si aggiungono anche ampi interventi di allargamento dei marciapiedi in prossimità delle scuole, altri 5 interventi di pedonalizzazione già in fase di realizzazione per il 2025 e le 23 strade car free . A Roma finora sono state realizzate 15 strade scolastiche pedonali e 5 temporanee. Questo percorso, iniziato con entusiasmo, ha vissuto una fase di rallentamento per mancanza di fondi. Durante le recentissime inaugurazioni delle strade scolastiche di via Monte Ruggero e di via Rugantino il sindaco Roberto Gualtieri si è impegnato a completare le 34 strade scolastiche già progettate e realizzarne molte di più. Ci auguriamo di vederle presto sulla mappa di Clean Cities.

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