Riforma reclutamento università, dalle autocertificazioni ai fondi per atenei virtuosi
CronacaIl nuovo modello prevede l’istituzione di una piattaforma informatica, gestita dal Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur), attraverso la quale i candidati potranno autodichiarare il possesso dei requisiti minimi richiesti in termini di produttività e qualificazione scientifica per partecipare ai concorsi. La selezione dei docenti non avverrà più a livello centrale, bensì sarà demandata alle singole università. Gli atenei che assumono i candidati migliori avranno più fondi
Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Università e ricerca Anna Maria Bernini, ha approvato un disegno di legge per la revisione delle modalità di accesso, valutazione e reclutamento del personale ricercatore e docente universitario. Il disegno di legge, si legge nella nota del Cdm, è finalizzato al superamento dell’attuale sistema di Abilitazione Scientifica Nazionale (Asn) per l’accesso ai ruoli del personale docente universitario. Il nuovo modello prevede l’istituzione di una piattaforma informatica, gestita dal Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur), attraverso la quale i candidati potranno autodichiarare il possesso dei requisiti minimi richiesti in termini di produttività e qualificazione scientifica per partecipare ai concorsi.
Bernini: È una proposta che punta al merito e alla trasparenza
"È un passo importante - spiega il ministro Anna Maria Bernini - per allineare il sistema di reclutamento universitario ai migliori standard internazionali. Senza stravolgere i processi che hanno reso il nostro sistema universitario un polo di eccellenza e di crescente attrazione, vogliamo migliorarne quegli elementi che, alla prova dei fatti, si sono dimostrati disfunzionali o non centrati sull'obiettivo. È una proposta che punta al merito e alla trasparenza del sistema".

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Il reclutamento dei docenti universitari
La selezione dei docenti non avverrà più a livello centrale, bensì sarà demandata alle singole università. Le commissioni giudicatrici per il reclutamento dei professori ordinari, associati e dei ricercatori saranno composte da almeno quattro membri esterni all’ateneo che bandisce la procedura, selezionati tramite sorteggio tra i docenti disponibili a livello nazionale appartenenti al settore scientifico-disciplinare oggetto del bando e almeno un membro interno all’università che ha indetto la procedura.
Verifiche ogni due anni
Cambiano le regole per diventare professori associati e docenti ordinari nelle università ma anche, con alcune armonizzazioni, per il reclutamento dei ricercatori a tempo determinato. Il Consiglio dei ministri ha approvato su proposta del ministro dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini la "Revisione delle modalità di accesso, valutazione e reclutamento del personale ricercatore e docente universitario" che punta a superare l'attuale sistema di Abilitazione Scientifica Nazionale, che nel corso di questi anni, secondo molti osservatori, si è trasformata in una sorta di diritto alla chiamata in ruolo, con un eccessivo allungamento della validità del titolo abilitativo.

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Prof negli atenei: più soldi a chi ha i più bravi
Con il nuovo sistema, i nuovi docenti universitari saranno valutati ogni due anni e queste valutazioni influenzeranno i fondi destinati agli atenei: chi assume i candidati migliori avrà più fondi. Per “migliori”, si intende coloro i quali, nel periodo successivo all'assunzione, dimostrano con i loro indicatori di produttività, con le loro pubblicazioni e con la loro attività complessiva, di aver contribuito al miglioramento della qualità delle attività dell'università che li ha reclutati. Quest'anno il Fondo di finanziamento ordinario è pari a 9,4 miliardi.
La piattaforma informatica
ll nuovo modello prevede l'istituzione di una piattaforma informatica, gestita dal ministero dell'Università, attraverso la quale i candidati potranno auto dichiarare il possesso dei requisiti minimi richiesti in termini di produttività e qualificazione scientifica per partecipare ai concorsi. La selezione dei docenti non avverrà più a livello centrale, ma sarà demandata alle singole università.
