Dentro lo Zen di Palermo, il quartiere popolare tra abusivismo e disagio sociale
Cronaca ©IPA/FotogrammaSegnato da degrado, alta dispersione scolastica e povertà, il quartiere difficile dove è cresciuto il killer di Monreale conta circa 22 mila abitanti. Progettato dagli architetti Gregotti e Purini nel 1970, in un periodo di grave emergenza abitativa a Palermo dovuta ai danni della Seconda guerra mondiale, è diventato un esempio negativo dell’abitare
Ha confessato poche ore dopo aver sparato in mezzo alla folla uccidendo due ventenni e ferendo gravemente altre tre persone, una delle quali è poi morta in ospedale. È crollato davanti ai carabinieri Salvatore Calvaruso, il 19enne accusato dell'omicidio di Andrea Miceli, Salvo Turdo e Massimo Pirozzo, ammazzati a colpi di pistola per strada, a Monreale, sabato notte, davanti a decine di persone. Il killer la sera della strage non era solo: dallo Zen di Palermo e dal quartiere Borgo Nuovo, erano partiti insieme a lui almeno altri quattro ragazzi. E in giorni di profondo sgomento e incomprensione per una strage senza un perché, è proprio su questo quartiere popolare di Palermo da sempre difficile, lo Zen, che ci si interroga.
Il sindaco Roberto Lagalla, parlando della sparatoria di sabato sera, ha sottolineato che c’è “un tema importante, che riguarda la presenza malavitosa ancora ben radicata in alcuni quartieri di questa città”, e lo Zen “sicuramente è uno di questi”, e sottolinea che “laddove l'amministrazione sta realizzando opere civiche che sono orientate ad occasioni dello sport e al miglioramento delle istituzioni formative e alla costruzioni di asili, stiamo assistendo ad una recrudescenza reattiva da parte di questa subcultura mafiosa e violenta”. Una partita fondamentale, dice, che va giocata su due piani: la presenza dello Stato sui territori e la formazione dei giovani". Mentre la segreteria regionale del Siap (sindacato italiano appartenenti polizia) “in troppe aree a Palermo regna l'illegalità, alimentata da una subcultura dell'anti-Stato e del disprezzo per la legge”, dove “bambini crescono nella violenza e nell’odio”. Il Siap, dopo la sparatoria di Monreale, ha chiesto “stanziamenti straordinari” di risorse umane e strumentali per bonificare lo Zen e tutte le aree abbandonate della città di Palermo, “per restituirle finalmente alla legalità e alla dignità”.

Dall'emergenza abitativa al simbolo di degrado
Abusivismo, bassa scolarizzazione, disagio sociale. Il quartiere Zen di Palermo, acronimo di Zona Espansione Nord, ufficialmente denominato San Filippo Neri, si trova nella VII circoscrizione del capoluogo siciliano. Suddiviso in Zen 1 e Zen 2, progettato dagli architetti Vittorio Gregotti e Franco Purini nel 1970, in un periodo di grave emergenza abitativa a Palermo dovuta ai danni della Seconda guerra mondiale, per molto tempo è stato additato come un esempio negativo dell’abitare, al pari delle Vele di Scampia. Oggi lo Zen, i cui nuclei residenziali sorgono nel baricentro della Piana dei Colli, conta circa 22 mila abitanti. Da decenni questo quartiere popolare è al centro del dibattito politico e sociale legato alla città, fino a diventare il luogo più famigerato di Palermo, simbolo del degrado delle periferie e del disagio sociale. Nel 1989 Edoardo Bennato gli dedicò una canzone, “Zen” all'interno dell’album “Abbi dubbi”, dove toccava le problematiche sociali e i disagi del quartiere, tra “progettazione e all'avanguardia e somma espressione dell'urbanistica”.
Tra dispersione scolastica e riscatto sociale
Lo Zen è uno dei quartieri con il maggiore tasso di dispersione scolastica su tutto il territorio italiano: moltissimi giovani abbandonano gli studi in favore del lavoro irregolare, della microcriminalità o dell'affiliazione mafiosa. Secondo le stime più attendibili, il livello di disoccupazione è pari al 51% e il 21,4% delle famiglie vive in condizioni di povertà. Nonostante questa fotografia sconfortante, lo Zen è anche uno dei quartieri di Palermo con una ricca vita associativa e ricreativa. Una parte del quartiere lavora e si impegna tutti i giorni perché quel pezzo di Palermo intessuto di disagio giovanile e storie di degrado possa riscattarsi grazie alla formazione, alla cultura e alla condivisione: è la missione dell’associazione “Laboratorio ZEN Insieme”, nata a Palermo nel 1988, fondata da un gruppo di assistenti sociali che lavoravano nel quartiere Albergheria, rione difficile del centro storico di Palermo e alcuni abitanti dello ZEN. L’associazione ospita nel proprio centro la prima biblioteca per bambini e adolescenti del quartiere. "Insieme", appunto, per valorizzare il quartiere e provare a superare la marginalità che lo caratterizza fino a marchiarlo.
