Maltempo Vicenza, chi erano padre e figlio morti dopo la caduta in una voragine

Cronaca
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"Rinnovo le condoglianze alla famiglia che ha perso due persone”. Lo ha detto il governatore del Veneto, Luca Zaia, nel corso di un punto stampa svoltosi nella sede della Protezione Civile a Marghera dopo che il maltempo ha colpito la Regione e ha causato, appunto, due morti. Si tratta di Leone e Francesco Nardon, padre e figlio, travati senza vita nel bacino di laminazione di Trissino (Vicenza)

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Il maltempo che sta colpendo l'Italia ha causato due vittime in Veneto. In queste ore, infatti, sono stati recuperati, nel bacino di laminazione di Trissino (Vicenza), il corpo di Leone Francesco Nardon, 65 anni, e del figlio Francesco, 34 anni, che risultavano dispersi nelle acque del torrente Agno. Il corpo del padre è stato trascinato a valle dalla corrente dopo che la loro auto era caduta in una voragine su un ponte. Secondo quanto emerso, e come confermato anche dal governatore Zaia in un punto stampa, il 65enne faceva parte di un’associazione di volontariato ed insieme al figlio si stava recando nel comune di Valdagno (Vicenza) probabilmente per portare il proprio aiuto ai soccorsi dopo aver avuto la notizia dei danni causati dalle piogge nella zona. I due erano a bordo di una Fiat Ulisse, poi recuperata dai vigili del fuoco. Francesco e Leone lavoravano entrambi nella stessa azienda, di cui erano anche titolari, ovvero la Sitec Srl di Valdagno, specializzata in macchine per settori che vanno dal siderurgico, ai settori del legno e della carta. Proprio a Valdagno era nato Francesco, mentre Leone era invece originario di Schio.

Il ponte crollato

Era un ponte parallelo e più vecchio di quello principale, quello crollato la scorsa notte lungo il torrente Agno a Ponte dei Nori (Vicenza), dove hanno trovato la morte padre e figlio. Lo ha precisato sempre Zaia assieme all'assessore alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin. La strada provinciale "è agibile - ha aggiunto l'assessore - e non è stata mai chiusa. Il ponte era vicino circa 30 metri, ed era rimasto dopo la costruzione di quello nuovo". Sulla possibilità che la struttura potesse essere degradata anche se non chiusa, l'assessore ha affermato che "i magistrati faranno loro mestiere, e i consulenti tecnici daranno il loro parere". Secondo quanto riferito da Zaia e Bottacin, sulla valle dell'Agno si sono concentrate piogge per 200 millimetri totali a Recoaro, con una punta di 50 millimetri in un'ora, e a Valdagno 160 millimetri totali e 76 in poche ore. Al ponte del comune di Brogliano si è registrata la portata storica massima dell'Agno, con 2,73 metri (la punta precedente era stata di 2,14 metri).

Il sequestro del ponte

Intanto la Procura di Vicenza ha disposto il sequestro del ponte dei Nori di Valdagno, proprio quello dove si è aperta la voragine che ha inghiottito e fatto cadere nel torrente Agno padre e figlio. Gli inquirenti ora dovranno analizzare la struttura per capire come sia avvenuto il cedimento così come sotto sigilli è finita l'auto della coppia un Fiat Ulisse. Le indagini sono affidate al pubblico ministero Cristina Carunchio. 

Le parole di Zaia e lo stato d'emergenza

"E' una tragedia impensabile - ha detto ancora Zaia ai giornalisti - rinnovo le condoglianze alla famiglia delle vittime. La terra è crollata sotto i piedi a queste due persone, che andavano a dare una mano e non erano dei curiosi. Questa ondata di piovosità passerà alla storia per la perdita di due vite umane".  Poi  lo stesso governatore ha fatto il punto della situazione. “Gli argini sono una delle criticità maggiori del nostro territorio, il governo dovrebbe finanziare le opere per la tutela del dissesto idrogeologico". Zaia, tra l'altro, ha riferito di aver dichiarato lo stato di emergenza per la Regione a causa dei danni dell'ultima ondata di maltempo e ha anche invitato i cittadini "a stare distanti dai ponti e dagli argini". "I sindaci - ha precisato il governatore veneto - saranno parte diligente per il censimento dei danni, non solo nel Vicentino ma anche nella zona del Garda, dove ci sono stati alcuni problemi. La lista dei comuni è aperta, può essere integrata, con la procedura per cui chiediamo la documentazione fotografica sulle opere per 'cristallizzare' la situazione dei danni, raccogliere le dichiarazioni e fare la contabilità dei danni".  Infine un'appello. "Abbiamo 235 miliardi di euro del Pnrr - ha proseguito Zaia - ed è innegabile che una buona fetta non sarà messa a terra nei tempi prestabiliti . L'articolo 14 del trattato sul Pnrr dice che è possibile una rinegoziazione. Anche solo assegnando un miliardo per regione si riuscirebbe a fare un grande lavoro. Il Paese deve fare una scelta strategica, noi lo sollecitiamo ad ogni alluvione", ha concluso il governatore, facendo riferimento proprio alla messa in sicurezza del territorio e alla lotta contro il dissesto idrogeologico.

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