Università, la Camera approva la riforma per l'accesso a Medicina: è legge. Cosa cambia
CronacaIntroduzione
Martedì 12 marzo alla Camera c'è stato il voto finale sulla riforma per l'accesso alla facoltà di Medicina: Montecitorio ha approvato la legge delega con 149 voti a favore e 63 contrari. Il testo era già stato varato al Senato, quindi l’Aula della Camera ha dato il via libera definitivo.
La riforma cancella i test che precedono l'iscrizione a Medicina, Odontoiatria e Veterinaria: l'immatricolazione al primo anno è libera, senza test di ammissione. Il momento della selezione si sposta alla fine del primo semestre di studi, dopo una serie di esami. Resta il numero programmato. Il testo prevede la delega al governo ad adottare, entro un anno dalla sua entrata in vigore, uno o più decreti legislativi per la revisione delle modalità di accesso. La ministra dell'Università Anna Maria Bernini ha assicurato che i tempi dei decreti attuativi saranno molto rapidi. “L'Università italiana volta pagina, gli atenei non si presenteranno più con l'insopportabile dicitura 'Numero chiuso' ma con le porte aperte di chi ha l'ambizione di accogliere studenti e formarli per diventare bravi medici", ha dichiarato. Ma non mancano le critiche
Quello che devi sapere
Lo stop ai quiz a crocette e al numero chiuso
- La riforma dell'accesso ai corsi di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia è legge: già passata al vaglio del Senato, è arrivato il via libera definitivo della Camera. Poi serviranno, per la concreta applicazione, i decreti attuativi. La riforma prevede, nelle intenzioni del governo già dal prossimo anno accademico, lo stop ai quiz a crocette e al numero chiuso.
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I decreti attuativi
- Il testo prevede la delega al governo ad adottare, entro un anno dalla sua entrata in vigore, uno o più decreti legislativi per la revisione delle modalità di accesso. Per quanto riguarda i decreti attuativi, la ministra dell'Università Anna Maria Bernini ha assicurato che arriveranno in tempi rapidi. "Gli atenei non si presenteranno più con l'insopportabile dicitura 'Numero chiuso' ma con le porte aperte di chi ha l'ambizione di accogliere studenti e formarli per farli diventare bravi medici. Nei prossimi anni potremo formare almeno 30.000 nuovi medici in più. Insomma, una rivoluzione, un cambiamento radicale", ha detto orgogliosa la ministra
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Cosa prevede la riforma
- La nuova legge prevede che l'immatricolazione al primo anno di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria sia libera, senza test di ammissione. Tuttavia, il numero programmato rimane: per poter accedere agli anni successivi, infatti, sarà necessario ottenere un punteggio utile in una graduatoria nazionale unica
La novità
- La grande novità della riforma, quindi, consiste nello spostamento del momento della selezione: non più all'inizio del percorso accademico, ma alla fine del primo semestre di studi. Solo coloro che avranno superato la selezione, basata su una serie di esami, potranno proseguire con il secondo anno
Gli esclusi
- Chi non riuscirà a entrare potrà continuare il secondo semestre frequentando un corso scelto tra quelli di area scientifica, senza perdere l'anno. Gli esami sostenuti, se compatibili con il percorso di studi, saranno considerati validi. Molti punti della riforma, comunque, andranno chiariti dai decreti attuativi
Le università statali
- La nuova legge riguarda gli atenei statali. Le università private, invece, stanno già organizzando i tradizionali test di accesso per il prossimo anno accademico
I punti principali della riforma
Questi, per riassumere, i punti principali della riforma:
- libera iscrizione al primo semestre con programmi uniformi e materie qualificanti;
- graduatoria nazionale dopo il primo semestre basata sui crediti formativi ottenuti tramite esami universitari con la possibilità di riconoscere i crediti per altri percorsi formativi di area sanitaria;
- scelta della sede in base alla graduatoria nazionale, preferenza degli studenti e disponibilità dei posti in ateneo
Le parole di Bernini
- “Finalmente Medicina volta pagina: superiamo il numero chiuso e diciamo addio ai test d'ingresso che per troppo tempo hanno spento i sogni e le ambizioni di tanti ragazzi. L'Università non si presenta più con l'odiosa dicitura 'Numero chiuso', ma apre le proprie porte per formare chi desidera diventare medico. Archiviamo i quiz d'ingresso, che negli anni hanno generato più ricorsi al Tar che vera formazione; diciamo basta a quella pletora di corsi di preparazione privati e costosi che hanno condizionato l'ingresso a Medicina sulla base del reddito e non del merito; mettiamo fine all'odioso fenomeno dell'emigrazione di ragazzi e ragazze che pur di seguire la vocazione di diventare medici sono stati costretti ad andare all'estero perché respinti da test opachi e non qualificanti", ha detto la ministra Bernini dopo il via libera
“Una vera rivoluzione”
- La ministra ha aggiunto: "Questa riforma è una vera rivoluzione che mette al centro le esigenze degli studenti e risponde anche alla carenza di camici bianchi: in 7 anni le Università italiane formeranno 30mila medici in più, sostenute da maggiori risorse finanziare. Un investimento che rafforza il nostro sistema sanitario e continuare a garantire una formazione d'eccellenza"
Le critiche
- La riforma è stata criticata con forza dai maggiori partiti di opposizione in Parlamento. Durante la discussione nell'Aula della Camera le opposizioni - con il Pd in testa - hanno puntato il dito contro il "bluff ai danni delle università, degli studenti e delle loro famiglie" perché "non viene abolito il numero chiuso a medicina".
- Per i dem "si tratta di un pasticcio inattuabile a breve, perché la programmazione universitaria non si fa in sei mesi". “Sono sorprendenti e molto lontane dal vero le parole con cui la ministra Bernini annuncia che la riforma sul numero chiuso partirà senza alcun problema dal prossimo anno accademico. In realtà, il numero chiuso resta e siamo in alto mare sull'attuazione della riforma. Questo è il governo della propaganda, ma non pensavamo ci si potesse spingere così oltre: questa è una legge delega che non abolisce il numero chiuso e al momento neppure i quiz, vista la sua assoluta genericità e i tantissimi punti da chiarire", si legge in una nota del Pd. "Si prevede – aggiungono i dem – un semestre comune accessibile a tutti e da svolgere in modalità telematica, ma poi si dà una delega in bianco al governo sulle modalità di una selezione che comunque ci sarà”.
- "Dopo mesi di titoloni dei giornali e di dichiarazioni di esponenti di governo che annunciavano l'abolizione del numero chiuso a medicina, siamo giunti al voto farsa di oggi che non abolisce proprio niente, ma rivede le modalità di accesso. Il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle non ha partecipato a questo voto. Stanno illudendo gli aspiranti studenti e studentesse", ha scritto in una nota Marianna Ricciardi, deputata del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali alla Camera.
- Anche per la federazione Cimo-Fesmed la ministra Bernini "si ostina a parlare di 'superamento del numero chiuso', quando la riforma non fa che spostare la selezione degli studenti alla fine del primo semestre. Quel che viene eliminato è il test d'ingresso, non il numero chiuso, che è essenziale per programmare in modo corretto il numero di medici che serviranno al Servizio sanitario nazionale nel prossimo futuro"
I plausi
- Dalla maggioranza, FdI ha rimarcato "la svolta"
compiuta oggi dal Parlamento: "Oggi mettiamo fine a un sistema iniquo che
per troppo tempo ha privilegiato la sorte rispetto al vero merito".
- "Vittoria Lega. Dopo il via libera della Camera, lo stop al test d'ingresso per entrare nella facoltà di medicina è finalmente legge. Era un impegno per permettere a tanti ragazzi e ragazze aspiranti medici di mettersi alla prova, studiando e passando i primi esami universitari anziché dover far dipendere il giudizio sul proprio percorso da una prova a crocette. Sì al talento e alla meritocrazia: dalle parole ai fatti!", ha scritto su Instagram il leader della Lega Matteo Salvini.
- Un plauso è arrivato anche dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia. “Per troppi anni migliaia di ragazzi hanno visto il loro sogno di diventare medici, veterinari o odontoiatri infrangersi contro un test di ingresso che spesso non premiava il talento, la vocazione e la determinazione. Finalmente siamo a un passo dal cambiare questo sistema ingiusto, che ha più volte dimostrato i suoi limiti", ha detto.
- Per il portavoce di Forza Italia Raffaele Nevi, poi, “la riforma dell'accesso a Medicina e Chirurgia rappresenta un cambiamento epocale che il Partito democratico e le altre forze di opposizione non hanno mai avuto il coraggio di attuare, a differenza di questo governo, che le riforme le realizza, non si limita ad annunciarle"
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