Migliaia di persone sull'Etna in eruzione. Protezione civile: "Strade bloccate, rischioso"
Cronaca
L’allarme è stato lanciato dalla protezione civile regionale che ha segnalato la presenza di escursionisti e curiosi che hanno bloccato la circolazione impedendo anche il passaggio di mezzi di soccorso. Una situazione che, anche se in condizioni ben diverse e con pericoli maggiori, ricorda l’assalto a Roccaraso
Non si ferma la colata lavica dell’Etna che, dall’8 febbraio, continua a eruttare. Un evento che da una parte crea uno spettacolo naturale ma che dall’altra porta anche rischi e disagi, come all’aeroporto di Catania che è stato costretto a dirottare i voli su Palermo. Sono centinaia le persone, escursionisti o anche solo curiosi, che da giorni tentano di avvicinarsi alla colata che, partita da 3000 metri, ha ormai superato la pista Altomontana e raggiunto i 1900 metri. Una situazione che rischia di diventare fuori controllo, come segnalato dalla protezione civile regionale che ha lanciato l’allarme: nel pomeriggio di domenica 16 febbraio le autorità hanno registrato "un afflusso costante dalla strada provinciale 92 e dalla strada Milia di un migliaio di persone, posteggio selvaggio ai margini delle strette strade, blocco della circolazione a piano Vetore e impossibilità di passaggio dei mezzi di soccorso".
Etna come Roccaraso
Una situazione rischiosa che, nonostante il contesto ben diverso e le condizioni di maggior pericolo dovute al vulcano siciliano, sembra ricordare l’assalto avvenuto nel plesso sciistico di Roccaraso alcune settimane fa. La protezione civile della Regione, lanciando l’allarme, non fa riferimento a quelle “persone, quasi tutte ben attrezzate e ben accompagnate dalle guide alpine e vulcanologiche" che osservano l'eccezionale fenomeno. Il problema nasce da coloro che, incoscienti del pericolo, bloccano le strade che salgono verso la colata lavica ostacolando anche il passaggio dei mezzi di soccorso.

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Protezione civile: “Coniugare fruizione del vulcano e sicurezza”
Il capo dipartimento della Protezione civile regionale, Salvo Cocina, come si legge sui canali social, ha "comunicato la situazione di rischio al prefetto per attivare le Forze dell'ordine e la polstrada". La Protezione civile regionale ha attivato quattro sue associazioni di volontariato, da Belpasso, Ragalna, Nicolosi e Adrano per dare assistenza alla popolazione e per indurre gli automobilisti a non percorrere le strade già intasate. La Protezione civile regionale ha inoltre richiesto ai sindaci, oltre all'emanazione di apposite ordinanze, la presenza di vigili urbani e di dipendenti comunali e al sindaco metropolitano la polizia provinciale e il Gatto delle nevi per i soccorsi nella circolazione del piano vettore bloccata. "Il tema - ha scritto Cocina su Facebook - è quello di coniugare l'esigenza di fruizione del vulcano con quelle di sicurezza. Non è propriamente un evento calamitoso di protezione civile piuttosto legato alla fruizione del Vulcano e quindi coinvolgente anche il Parco dell'Etna e il governo del territorio e su questo occorre confrontarsi".
Persone soccorse
Nella serata di ieri il corpo forestale regionale ha dovuto soccorrere quattro persone infortunate, anche se fortunatamente nessuno in modo grave. È stato prestato aiuto a una donna che ha avuto un attacco di panico dopo che, con altre persone con equipaggiamento inadeguato, ha perso il sentiero. Sono intervenuti il Cnsas, vigili del fuoco di Adrano, il soccorso alpino della guardia di finanza e ambulanze della Cri e del 118.
