L'incarico ai periti che dovranno esaminare nuovamente Alessia Pifferi sarà affidato il prossimo 28 febbraio, come hanno stabilito i giudici, accogliendo la richiesta della difesa dopo quasi un'ora e mezza di camera di consiglio
La richiesta di una nuova perizia psichiatrica, avanzata dal difensore di Alessia Pifferi, è stata ora accolta dalla Corte d'Assise d'appello di Milano. La 38enne, condannata in primo grado all'ergastolo per l'omicidio della figlia Diana, era già stata sottoposta a un esame che l'aveva valutata capace di intendere e volere. La difesa, al contrario, ha sempre sostenuto che soffrisse di un "grave deficit cognitivo". Il sostituto pg Lucilla Tontodonati aveva invece sostenuto che non ci fosse nessuna necessità di effettuare una nuova perizia.
L'incarico ai periti che dovranno esaminare nuovamente Alessia Pifferi sarà affidato il prossimo 28 febbraio, come hanno stabilito i giudici della Corte d'Assise d'appello di Milano, accogliendo la richiesta della difesa dopo quasi un'ora e mezza di camera di consiglio. Al termine dell'udienza, prima di essere portata fuori dall'aula dagli agenti della polizia penitenziaria, Pifferi ha abbracciato il suo legale. La sorella Viviana, parte civile nel processo con la madre Maria Assandri ed entrambe presenti all'udienza, si è detta invece "tanto delusa" per la decisione di sottoporre la donna a un nuovo esame psichiatrico. Pifferi è accusata di aver lasciato a casa da sola la sua bimba di 18 mesi, con soltanto un biberon di latte e una bottiglietta d'acqua, per cinque giorni e mezzo nel luglio del 2022. Al rientro nell'abitazione di via Parea, dopo aver trascorso quel lasso di tempo a casa del compagno nella Bergamasca, la 38enne aveva trovato la piccola Diana ormai senza vita, morta di stenti.
Le motivazioni della richiesta di un nuovo esame
L'avvocato di Pifferi, Alessia Pontenani, aveva ribadito la "necessità" di un nuovo esame, spiegando di aver chiesto "anche una risonanza magnetica perché potrebbe avere anche un problema che si potrebbe valutare da una risonanza, un problema al lobo frontale". "Secondo me - aveva detto - queste sono cose da fare per mettere finalmente un punto a questo processo. Chiudiamo questo processo, ma chiudiamolo in modo da comprendere esattamente quanto accaduto". In un altro passaggio della discussione, il legale aveva sottolineato che Pifferi "è una donna senza futuro. Che trascorra dieci, venti o quindici anni in carcere non cambia nulla, però è giusto che si capisca se c'è un problema alla base. Non è follia, Pifferi non è pazza. Ma bisogna capire se un disturbo cognitivo possa aver causato la morte di Diana". In primo grado la 38enne, che aveva lasciato a casa da sola la sua bimba di appena 18 mesi nel luglio del 2022 per andare dal compagno nella Bergamasca, era stata sottoposta a una perizia psichiatrica e l'esperto Elvezio Pirfo l'aveva ritenuta capace di intendere e volere.
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