Codice della strada, cosa succede a chi fa uso di cannabis a scopo medico?

Lo scorso 14 dicembre è entrato in vigore il nuovo codice della strada. Tra le novità c'è la stretta per i guidatori sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Il nuovo testo prevede un inasprimento delle pene per chi si mette alla guida dopo aver assunto droga o sostanze psicotrope, a prescindere dallo stato di alterazione psicofisica. Una sostanziale differenza rispetto alle regole precedenti. Oggi, infatti, è sufficiente risultare positivi agli accertamenti tossicologici per essere sanzionati. Resta però aperta la questione relativa a tutti i conducenti che fanno uso di cannabis o farmaci psicotropi a scopo medico. Che cosa succederà a questa tipologia di guidatori? Il nodo è ancora oggetto di discussione tra i ministri e la presidente del Consiglio. Sul tema si sono confrontati - nella terza puntata di Materia Grigia, il talk di confronto di Sky Tg24 condotto da Fabio Vitale - Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni e promotore del referendum del 2022 per depenalizzare la coltivazione della cannabis, e Domenico Menorello, avvocato e componente del Comitato Nazionale per la Bioetica. Siete d'accordo con le novità previste nel nuovo Codice della strada? Cappato: “Sanzionare la persona che si mette al volante in stato di ebbrezza - non importa se per droghe legali o illegali - è assolutamente doveroso, quindi questa parte è incontestabile. Qual è il problema? È che, nelle norme che sono state previste, può essere sanzionata una persona che ha assunto cannabis magari il giorno prima o due giorni prima, che risulta positivo al test, ma che non è in nessun modo in stato di ebbrezza. E questo produce una situazione ovviamente contraria alla ragionevolezza e al buon senso”. Menorello: “Credo che siano delle novità opportune, utili, peraltro anche raccogliendo le riflessioni che fa Marco Cappato, anzi necessitate. Non è più necessario lo stato di alterazione contingente, ma perché? Perché è scientificamente accertato - e qui davvero dobbiamo tutti noi impegnarci nel documentarci di più sui dati scientifici che ormai dicono cose molto precise e smentiscono i luoghi comuni - che gli effetti soprattutto psicotici o di alterazione della droga, delle droghe, sono molto più dilatati nel tempo rispetto ad altre, pur negative, circostanze. Anche qui è interessante leggere la relazione al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze, pubblicata qualche settimana fa: l'anno scorso ci sono state 1.926 violazioni per guida in condizioni psicofisiche alterate. Quindi già questo dà un montante incredibile”. Sareste favorevoli alla deroga per chi fa uso di sostanze per ragioni terapeutiche? Cappato: “Questa cosa per cui è stato istituito il tavolo tecnico per decidere - non si sa bene quando - che cosa si farà con le persone che usano la cannabis per curarsi, per curare tumori, per curare malattie terribili, e ancora non è stata prevista un'esenzione - per cui queste persone possono essere arrestate anche se stanno usando cannabis all'interno di una terapia oncologica - è una violenza contro le persone. E appena si andrà con i ricorsi in Corte Costituzionale, spero il prima possibile, questo tipo di metodologia e divieto non potrà che essere abolito”. Menorello: “Certo, ma mi pare che su questo siano già stati annunciati dei chiarimenti. Anch'io, nella mia professione, ho difeso alcune persone che sono state positive al test antidroga ma prendevano dei farmaci, e poi non hanno subito alcuna sanzione. Quindi questo è già implicito e andrà ben reso più esplicito”. Secondo gli ultimi dati del governo, sebbene la cannabis e i suoi derivati continuano a essere le sostanze più diffuse, si sta registrando un aumento del consumo di cocaina e di ketamina tra i giovani tra i 15 e i 19 anni. Sareste favorevoli all'introduzione di test antidroga nelle scuole per minorenni, dietro consenso dei genitori? Menorello: “Io credo - senza voler dare l'impressione di lanciarsi in crociate moralistiche - che sia opportuno. Perché i dati che leggiamo nell'ultima relazione al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze parlano di oltre 360mila minorenni che hanno fatto uso di questo. Insisto, abbiamo delle evidenze scientifiche: ho citato quelle del Consiglio dell'Ordine dei Medici del Lazio, ma c'è una interessantissima pubblicazione del giornale medico britannico del settembre 2024 che ha messo a confronto centinaia di ricerche e pubblicazioni attestando che i rischi superano di gran lunga i presunti benefici. Io sarei per l'introduzione di questo test ma non in senso punitivo: in senso di alert, un aiuto alla persona, all'educazione di quel ragazzo, ai suoi genitori, agli insegnanti a stargli più vicino, a raccogliere per tempo il disagio che l'assunzione di droga o la fuga dal reale, che può essere presa come scorciatoia, manifesta. È una possibilità in più per dare un aiuto più concreto ai ragazzi più giovani”. Cappato: “I test antidroga nelle scuole sarebbero un ulteriore passo verso lo stato di polizia. Una società che non sa educare, non sa formare, non sa responsabilizzare allora arriva con la forza bruta e i controlli sanitari, come se in questo modo potessimo veramente aiutare e formare le persone. Ritorno su un equivoco di tutto quello che sta dicendo Menorello: qui non è la questione se le sostanze sono dannose o no. Lo sono, anche alcol e tabacco, lo sono. Il problema è che proibire ha aggravato sempre di più il danno sociale e sanitario inflitto da queste sostanze. Il Portogallo è l'unico Paese in Europa che abbia avuto una radicale depenalizzazione ed è anche il Paese dove i giovani sono meno consumatori di droghe. Lo stesso si sta riscontrando negli stati americani che hanno legalizzato - come Colorado, Ohio - e in Canada, dove si trova un distacco dei giovani proprio dall'abuso di cannabis. È falso che attraverso il proibizionismo si aiutano i giovani, semmai li si mette ancora più in contatto con la criminalità organizzata che poi ha tutto l'interesse di vendere droghe molto più pericolose e molto più pesanti”. Menorello: “Sugli effetti del proibizionismo io invito ciascuno di noi a documentarsi perché i dati dicono esattamente il contrario. Ma anche in Italia quando ci sono state le fasi più larghe sono incrementati. Io non so se chi ci ascolta ha dei figli. Io per i miei figli, se qualcuno mi avvisasse di questo problema, sarei enormemente grato. Per il loro bene. Guardate cosa dice sempre la relazione: il 3% ha rubato qualcosa ai propri compagni in classe, che non fa uso di droga, e il 21% fa uso di droga, e via così. Vogliamo aiutare a capire la ragione di questi problemi?”

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Codice della strada, cosa succede a chi fa uso di cannabis a scopo medico?