L’uomo è stato fermato lo scorso 16 dicembre a Malpensa su richiesta degli Stati Uniti. Abedini è accusato, insieme a un complice arrestato negli Usa, di avere aggirato gli embarghi e avere fornito droni e materiali elettronici all’Iran
Mohammad Abedini Najafabadi per il momento resta in carcere. La procura generale di Milano non intende fare un passo indietro e mantiene il proprio parere negativo all'istanza della difesa che aveva chiesto i domiciliari. L'Ingegnere iraniano arrestato a Malpensa il 16 dicembre scorso resta quindi in carcere ad Opera almeno fino al 15 gennaio, giorno in cui è fissata l’udienza. Abedini è stato arrestato all'aeroporto milanese su mandato emesso dagli Stati Uniti che lo accusano di essere l’"uomo dei droni" di Teheran, ovvero di aver fornito droni e materiali elettronici all’Iran aggirando gli embarghi statunitensi.
Abedini non sotto indagine a Milano
La Procura generale, da quanto si è saputo, allo stato attuale non avrebbe alcun motivo valido per modificare la propria posizione già espressa sullo stato di detenzione di Abedini, del quale si teme la fuga. Ad oggi infatti nel procedimento non ci sono stati nuovi depositi di atti. Nel fascicolo aperto dalla procura sull’iraniano non compaiono ipotesi di reato ma fonti giudiziarie hanno messo in chiaro che la permanenza in carcere dell’uomo rientra nella prassi da seguire in caso di questi provvedimenti ai fini dell'estradizione e quando arrivano comunicazioni dalle forze dell'ordine su questi arresti. Al momento, la Procura diretta da Marcello Viola non ha la necessità di compiere alcun accertamento né sulle modalità dell'arresto, né sui tempi. E non avrebbe nemmeno esigenze, da quanto chiarito, di effettuare verifiche sui dispositivi sequestrati. Nessuna indagine, dunque, è in corso sul caso Abedini a Milano, come hanno precisato fonti giudiziarie.
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La prossima udienza
Il 15 gennaio è fissata l’udienza: Abedini dovrebbe presentarsi in aula e non è escluso che renda dichiarazioni alla Corte. Questa potrebbe essere parte della linea difensiva che il 38enne iraniano sta studiando assieme al suo legale, Alfredo De Francesco. Nell’udienza davanti alla Corte d’appello di Milano si discuterà la richiesta di arresti domiciliari. Intanto, Abedini continua a ribadire al suo legale che le accuse mosse dagli Usa “sono assurde”. Davanti al capo di imputazione che gli è stato mostrato è rimasto "basito" e ha di nuovo negato ogni responsabilità anche perché, ha fatto notare, prima del 2019 era ancora studente.